A chi mi dira , ma come racconti solo storie sarde ? rispondo che non solo è in male fede ed lettore distratto e che invece di lamentarvi mandatemene via email ( dove poete anche richiedere l'invito a scriverle o raccontarle voi ) l'email l'ho messa apposta cazzarola . E poi inoltre la storia di maleducazione che potrebbe essere avvenuta in qualunque regione \ zona d'italia , sempre un atto d'inciviltà \ mancanza di rispetto , a maggior ragione fatto verso un disabile , si tratta .
unione sarda del 23\1\2014
La storia negli uffici comunali di via Sonnino a Cagliari.Luigi Fadda, 35 anni, è affetto da disabilità dalla nascita. E' andato negli uffici comunali per richiedere il pass per la ztl. L'impiegato gli ha detto che avrebbe dovuto compilare un modulo. Un'impresa non facile per via dell'handicap con cui il giovane fa i conti. "Non ho tempo - è stata la risposta - vada a fare la fila nell'altro sportello". Luigi è tornato a casa e si è ripresentato il giorno dopo col modulo compilato dalla madre. Ha deciso però di denunciare l'insensibilità dell'impiegato
«Io non ho tempo, vada a far la fila in quello sportello». Modi sbrigativi e cuore duro, un rifiuto che trasforma la disabilità in una montagna da scalare. Quei pochi dati da indicare su un modulo sbattono sull'insensibilità di un impiegato e Luigi Fadda, 35 anni, limitato nei movimenti dalla nascita, deve rinunciare. Da solo non è in grado di scrivere bene, non può ritirare il pass per la ztl. Solo l'aiuto della madre, ma ventiquattr'ore dopo, con un'altra attesa in coda, risolve il problema. «Due giorni fa sono andato agli uffici comunali di via Sonnino per chiedere quel documento». Sesto piano, il numero all'ingresso, l'attesa del turno. «L'impiegato mi ha detto che dovevo compilare un modulo». Parla a fatica ma si fa capire: «Gli ho chiesto se poteva aiutarmi, perché ho difficoltà con la penna. Ha risposto che non aveva tempo». Prende fiato qualche istante. «Quel rifiuto mi ha fatto sentire più disabile di quello che sono».
«Io non ho tempo, vada a far la fila in quello sportello». Modi sbrigativi e cuore duro, un rifiuto che trasforma la disabilità in una montagna da scalare. Quei pochi dati da indicare su un modulo sbattono sull'insensibilità di un impiegato e Luigi Fadda, 35 anni, limitato nei movimenti dalla nascita, deve rinunciare. Da solo non è in grado di scrivere bene, non può ritirare il pass per la ztl. Solo l'aiuto della madre, ma ventiquattr'ore dopo, con un'altra attesa in coda, risolve il problema. «Due giorni fa sono andato agli uffici comunali di via Sonnino per chiedere quel documento». Sesto piano, il numero all'ingresso, l'attesa del turno. «L'impiegato mi ha detto che dovevo compilare un modulo». Parla a fatica ma si fa capire: «Gli ho chiesto se poteva aiutarmi, perché ho difficoltà con la penna. Ha risposto che non aveva tempo». Prende fiato qualche istante. «Quel rifiuto mi ha fatto sentire più disabile di quello che sono».
gli uffici di via sonnino |
Il giorno dopo Luigi si ripresenta col modulo compilato dalla madre. La trafila per il pass fila liscia, ne resta un'altra più complicata: «Mi piacerebbe che la gente fosse più gentile ma senza il pietismo. Basterebbe un pizzico di sensibilità in più». È combattivo, non ha intenzione di arrendersi davanti all'insensibilità e all'ignoranza. Maturità classica al Siotto, poi la laurea in Lettere con 108. «La magistrale, ci ho messo cinque anni e mezzo». S'illumina mentre accenna alla sua tesi. «È stato il traguardo più importante della mia vita». Si sistema lo smanicato blu, porta la bocca alla cannuccia sul tavolino. Qualche sorso, mentre la gente che gli passa accanto lo osserva incuriosita. Lui fa finta di niente. «Quand'ero più piccolo ci stavo male, adesso ho imparato a non farci caso».
Nessun commento:
Posta un commento