Campione del mondo e bronzo olimpico “Voglio insegnare alle donne a difendersi” Il “fight club” rosa della pugile Mary per mettere ko la violenza in India



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 da  repubbblica  del 15\1\2014
Il Fight Club femminile di Mary Kom (nelle foto) è una delle iniziative di “Vodafone’s Firsts”, un programma globale per aiutare le persone a fare qualcosa di speciale “per la prima volta” nella propria vita Campione del mondo e bronzo olimpico“Voglio insegnare alle donne a difendersi”Il “fight club” rosa della pugile Mary  per mettere ko la violenza in India

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA Minuta, piccolina,con un sorriso timido,Mary Kom non sembra il tipo che mette soggezione. Ma poi batte un pugno sul palmo della mano, proclama «una donna può fare quello che fa un uomo» e un lampo di rabbia le passa negli occhi: di colpo, fa quasi paura. Anche perché, a differenza di un uomo qualsiasi che la incontri per strada, io so chi è: sei volte campione del mondo di boxe femminile, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012. Pesi mosca, d’accordo, ma scommetterei che qualsiasi macho, bruto o malintenzionato, se guardasse un video dei suoi combattimenti,ci penserebbe due volte prima di importunarla. Ora il messaggio di quei video sta per diventare un’iniziativa di massa: la 30 enne campionessa di pugilato ha aperto in India il primo “female fight club”, un fight club femminile, con il sogno di trasformarlo in una catena di palestre d’autodifesa per donne nel suo sterminato paese. Un paese tristemente noto, nell’ultimo anno, per
stupri, violenze e abusi che hanno conquistato le prime pagine dei giornali di tutto il pianeta, scatenando proteste di massa, indignazione e un acceso dibattito in India. Sebbene l’India non sia certo la sola nazione dove le donne hanno bisogno di essere difese, o di difendersi, dai maschi.
La sua storia, raccontata da lei stessa in un’autobiografia pubblicata il mese scorso a Bangalore  (  dal titolo: Unbreakable, cioè  “Indistruttibile”)e in procinto di essere
tradotta in una ventina di lingue,pare un film. Presto lo diventerà grazie a una mega produzione di Bollywood, come viene chiamata l’Hollywood indiana,con una nota attrice locale,ex-Miss Mondo, Pryanka Chopra, a interpretare la sua parte. Mary è venuta a Londra per presentare la sua iniziativa,parte di Firsts, il nuovo programma della Vodafone che mira a dare a persone di talento l’opportunità di realizzare qualcosa per la prima volta. Il gigante mondiale della telefonia mobile l’ha aiutata a costruire il primo fight club vicino a casa sua, ha filmato le sue lezioni, le ha messe su un sito Internet, sta progettando un’application per smartphone che conterrà il suo manuale di autodifesa femminile e, per le molte donne indiane che non hanno un «telefonino intelligente intelligente », sta creando un servizio gratuito di messaggini con accesso a una linea di soccorso telefonico e a consigli di sicurezza e  autodifesa.Questa piccola grande donna  è nata nello Stato nord-orientale indiano di Maripur, all’interno della comunità tribale dei Kom:una zona vicina alla Cina e infatti la sua gente ha un aspetto che ricorda più i cinesi degli indiani.Come mai, invece di giocare con le bambole, da piccola si infilava i guantoni? «Perché i soli film che guardavo erano quelli di Bruce Lee e Jackie Chan», racconta. «Fin da bambina mi sono interessata alle arti marziali. Poi ho scoperto la boxe. Per lungo tempo ho dovuto allenarmi soltanto con i maschi, perché non c’erano altre ragazze iscritte ai corsi di pugilato». Ma le è servito a non avere paura di nessuno. «Ho conosciuto gli abusi maschili anche sulla mia pelle», confida.«Avevo 18 anni e un giorno, mentre camminavo da sola per strada,un uomo si è avvicinato e ha cominciato a toccarmi. Indossavo la nostra veste tradizionale,per cui non era facile tirargli un calcio, ma dopo che gli ho fatto sanguinare il naso con un pugno e l’ho steso a terra con un pugno qui», fa il gesto di colpire nelle costole, «non era più in grado di darmi fastidio».


Poi si è sposata, ha avuto due bambini, ha vinto praticamente tutto quello che poteva vincere nella boxe femminile dilettanti,
inclusa una medaglia alle ultime Olimpiadi. Ora spera di qualificarsi alle prossime, quelle di Rio 2016: «Ce la metterò tutta e spero di farcela», dice, «con l’aiuto di Dio», visto che sin da bambina ha fatto scuole cattoliche. I recenti stupri in India, in cui due donne hanno perso la vita dopo avere subito
una violenza di gruppo,l’hanno fatta inorridire: «È a quel punto che mi sono messa a pensare a un Fight Club femminile, per dare a tutte le donne, al maggior numero possibile di donne, nel mio paese e un giorno spero grazie al nostro esempio anche in ogni parte del mondo, il coraggio e la
capacità di difendersi». Mary riconosce che la violenza non si può combattere solo con l’autodifesa,sa che servono l’istruzione, leggi
severe, l’impegno delle autorità e di tutti. Però nel frattempo, afferma, un po’ di autodifesa non può che fare bene alle donne. «Quello che può fare un uomo, può farlo anche una donna», soggiunge, e tira un pugno sul palmo della mano con un lampo negli occhi. Facendo passare a chiunque la voglia
di contraddire una donna minuta,timida e indistruttibile.

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