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24.8.25

sally rooney e gli intellettuali italiani contro la politica israeliana su gaza

Sally Rooney è una scrittrice irlandese tra le più lette, apprezzate e vendute al mondo.Con una decisione assolutamente radicale e politicamente fortissima ha annunciato che devolverà tutti i proventi delle trasposizioni Bbc dei suoi libri alla causa palestinese e, in particolare, al gruppo di attivisti Palestine Action.Un gesto di estremo coraggio ed enorme generosità.
Eppure, per questo, Sally Rooney rischia di essere incriminata per terrorismo nel Regno Unito con una pena fino a 14 anni di carcere, perché Palestine Action è stata inserita arbitrariamente dal governo nella lista delle organizzazioni terroristiche e chiunque la sostenga è considerato penalmente perseguibile.
Siamo al punto di considerare terroristica un’associazione che non ha mai commesso un atto di violenza
contro una persona fisica ma solo azioni simboliche e atti dimostrativi nei confronti di aziende e sedi che sostengono apertamente, economicamente e militarmente il genocidio a Gaza.
Siamo al punto di criminalizzare chi denuncia il genocidio, invece di condannare uno Stato genocida e i suoi complici.Sally Rooney non solo non si è piegata, ma si è assunta pubblicamente la responsabilità politica e legale delle sue azioni con una risposta che è un manifesto di Resistenza.“Palestine Action non è un gruppo armato. Non ha mai causato morti e non pone alcun rischio per la pubblica sicurezza.Tra i suoi metodi rientra la violazione della proprietà privata, cosa che è ovviamente illegale. Ma se uccidere 23 civili in un sito di distribuzione degli aiuti umanitari non è terrorismo, come possiamo accettare che invece sporcare con della vernice spray un aereo lo sia? Le proteste rispettose della legge non sono riuscite a fermare il genocidio. Più di 50 mila bambini sono stati uccisi o feriti. In quale momento, se non in questo, la disobbedienza civile è giustificata?”Ecco quello che mi aspetto che faccia e dica oggi un’intellettuale.




Si stanno moltiplicando gli appelli di personalità della società civile e dello spettacolo a sostegno di Global Sumud Flotilla, la spedizione navale internazionale che si prepara a rompere l’assedio israeliano su Gaza carica di aiuti umanitari e cibo. Solo nelle ultime ore e negli ultimi giorni hanno preso coraggiosamente posizione - sì, perché ci vuole coraggio - tra gli altri lo storico Alessandro Barbero, il fumettista Zerocalcare, il gruppo musicale I Patagarri, quelli che al Primo maggio hanno cantato “Free Palestine”, gli attori Elena Sofia Ricci, Claudio Santamaria e Anna Foglietta, donna straordinaria che è ormai a tutti gli effetti un’attivista per Gaza e per i bambini palestinesi (e non solo). A loro, a tutti loro, voglio dire Grazie per averci messo la faccia, la propria visibilità, per la madre di tutte le cause oggi. Con Global Sumud Flotilla. Con chi è ancora capace di essere umano.

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