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16.8.25

Anche l’ultima frontiera è stata superata. Era solo questione di tempo prima che fosse messa lì nero su bianco.Lo ha fatto Walker Meghnagi, Presidente della Comunità ebraica di Milano.

leggo con sconceto da Lorezo Tosa da cui ho usato le prime righe per il titolo del post che

Anche l’ultima frontiera è stata superata. Era solo questione di tempo prima che fosse messa lì nero su bianco.Lo ha fatto Walker Meghnagi, Presidente della Comunità ebraica di Milano. Lo ha fatto Walker Meghnagi, Presidente della Comunità ebraica di Milano. Che, in un’intervista surreale a “La Stampa”, ha pronunciato una frase di una gravità e un’ignoranza storica spaventosa. “Per fortuna c’è la Presidente del Consiglio Meloni e il resto della destra che ci difende. Altrimenti torneremmo al ‘38.Se al governo ci fossero Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni, a noi ebrei sparerebbero in strada".





Siamo arrivati al punto che uno dei massimi rappresentanti della comunità ebraica in Italia inneggia pubblicamente a una destra erede in linea diretta e mai pentita di chi proprio nel ‘38 firmò e promosse il Manifesto della Razza.Eredi mai pentiti di quelli che mandarono gli ebrei su treni piombati nei campi di sterminio.Eredi mai pentiti di chi nel ‘38 era alleato con Hitler.Gente che ancora oggi tiene orgogliosamente i busti di Mussolini in casa, non celebra il 25 aprile ed è incapace di dichiararsi nel 2025 antifascista.E, se fossi in uno dei quattro leader , [ma al loro posto non ci so stare corsivo mio ] vergognosamente accusati di antisemitismo, denuncerei immediatamente quest’uomo per gravissima diffamazione.Per tutelare sé stessi da un’accusa volgare e infamante.Ma anche - e con ancora più forza - per difendere la sinistra da qualunque accostamento al 1938 e a totalitarismi che sono storicamente, politicamente e culturalmente di DESTRA ESTREMA. E sempre lo saranno. E i primi a doverne chiederne le dimissioni immediate sono proprio i membri della comunità che questo individuo rappresenta.Altrimenti non è più il delirio di un singolo ma un’allucinazione collettiva. Un passo in avanti verso l’abisso.

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