Turchia Il business delle cliniche per diventare più alti: una tortura pericolosissima in cambio di pochi centimetri
Maryland Corsa con la spesa, cambio di pannolino e basket col cesto dell’immondizia: gli sport delle Olimpiadi dei papà
Le Olimpiadi sono per ragazzi, i Dad Games per uomini veri. Si svolgono nel Maryland, Stati Uniti: si affrontano padri di famiglia alle prese con discipline che solo loro possono comprendere fino in fondo. La più dura? La “One-trip Grocery Bag Relay”: portare quindici buste della spesa in un solo viaggio, senza mollare o perdersi nulla per strada. Don Alley, 46 anni e quattro figli, ha chiuso la prova con il ginocchio sanguinante e una dichiarazione da grintoso padre di famiglia che in realtà sogna il divano: “Sono fortissimo, ho energia da vendere”. In programma ci sono anche il basket nel cestino della spazzatura, la gara di cambio pannolino e il concorso sulle acconciature delle figlie. I giudici erano i bambini stessi, i peggiori: inflessibili e spietati nel distribuire voti e commenti. Alla fine nemmeno una medaglia d’oro, solo pacche sulle spalle e complimenti familiari. Il messaggio non è difficile da decrittare, in società dove si nasce (e cresce) sempre di meno, diventare genitori è una corsa a ostacoli.
Un uomo è rimasto bloccato per due giorni dietro una cascata californiana, come in un videogioco di sopravvivenza dove non si poteva ripartire dal via. Ryan Wardwell, 46 anni di Long Beach, stava scendendo in corda doppia lungo le celebri Seven Teacups quando la potenza dell’acqua lo ha scaraventato via dalle corde, parcheggiandolo in una grotta fradicia dietro il muro d’acqua. Gli amici, più prudenti, si erano fermati prima, lasciando un biglietto sulla sua auto: “se domani è ancora qui, chiamate aiuto”. I soccorsi lo hanno cercato con droni e infrarossi, un elicottero della polizia lo ha issato fuori in una scena da action movie. Disidratato, infreddolito ma con ferite minime, Wardwell ha raccontato di aver passato 48 ore senza possibilità di scaldarsi né asciugarsi, tentando invano di uscire dalla trappola d’acqua. La contea ha parlato di “stunning survival story”, straordinaria storia di sopravvivenza, ma nella stessa gola tre persone sono annegate solo nell’ultimo anno.
L’esperimento dei “garbage cafè”, i ristoranti dove il cibo si paga consegnando spazzatura riciclabile
La via indiana al riciclo passa per i “Garbage Cafe”, locali dove paghi il pasto con la plastica usata invece che con soldi. Ad Ambikapur la regola è semplice: un chilo di bottigliette corrisponde a un pranzo completo, mezzo chilo alla colazione. Lanciato nel 2019 con lo slogan “più spazzatura, più gusto”, è un’ambiziosa strategia per combattere fame e inquinamento insieme. Rashmi Mondal, collezionista di bottigliette abbandonate, prima vendeva la plastica per 10 rupie al chilo. Noccioline. “Ora do da mangiare alla famiglia scambiando plastica”, dice. Il caffè sfama 20 persone al giorno e ha raccolto 23 tonnellate di plastica dal 2019. Su 226 tonnellate l’anno prodotte in città, è come svuotare il mare con un cucchiaino, ma l’esempio è potente. A Delhi però non ha funzionato: in città erano stati aperti 20 locali così, ma li hanno chiusi tutti. La gente è più ricca e meno bisognosa: non si mette a raccogliere rifiuti per un piatto di riso.
Arkansas Esiste un parco dei diamanti, dove ognuno può armarsi di setaccio e andare a cercare il proprio tesoro
Tre settimanedi tende, terra sotto le unghie e punture d’insetto. Micherre Fox, 31 anni, newyorkese con master fresco in tasca, ha deciso che l’anello di fidanzamento non si compra: si scava. La sua storia l’ha raccontata al New York Times. Lo scenario è il “parco dei diamanti” in Arkansas. Sveglia alle cinque, 15 dollari d’ingresso, setacci e fango. Voleva un diamante vero, strappato alla terra, simbolo di un matrimonio costruito con fatica. All’ultimo giorno, pronta a ripiegare su un’ametista di consolazione, inciampa in quella che sembra rugiada su una ragnatela. Ma non evapora, non si stacca: è un diamante bianco, 2,3 carati, il terzo più grande trovato quest’anno. Potrebbe valere fino a 50 mila dollari, ma lei sostiene che il valore è altro: “Era impossibile, e l’ho fatto. È il lavoro quotidiano che tiene insieme le cose, non i soldi”. Al parco vale la regola più antica del mondo: “finders, keepers”: chi trova, se lo tiene. La fortuna ha sorriso a una donna che si è sporcata davvero le mani.
Scozia Una donna texana è data per dispersa, ma si è unita a una tribù ebraica africana che vive nei boschi di Edimburgo
Scomparsa dal Texas, riapparsa in Scozia come ancella di un re autoproclamato e decisamente bizzarro: la parabola di Kaura Taylor, ora ribattezzata Asnat, ha tratti surreali. La donna è stata ritrovata in una foresta scozzese con il “Regno di Kubala”, guidato da King Atehene (ex tenore d’opera) e da sua moglie, Queen Nandi. Si definiscono discendenti di un’antica tribù ebraica africana, costretta all’esilio da quattro secoli, con l’obiettivo di “riconquistare la terra rubata” e ricostruire Gerusalemme, ma a Edimburgo. Le autorità li vogliono sfrattare, ma loro non riconoscono leggi diverse da quelle di Yahowah: vivono in tende senza muri, bevono acqua di sorgente e resistono – evidentemente hanno la pelle dura – “protetti dal Creatore”. Così una texana può riscoprire se stessa in un regno afro-ebraico in una foresta del Regno Unito. Asnat non ha nessuna intenzione di tornare a casa: “Non sono affatto dispersa. Lasciatemi in pace, sono una persona adulta, non una bambina disperata”.
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