18.12.09

Da chi abbiamo imparato l'immortalità se non dall'immortale

MANO NELLA MANO NELLA NOTTE DI GIZA     


 


Splende il tuo sguardo mai quasi orfico


nella notte di nettare,


stella fissa nel firmamento,


non muore nel tramonto,non viene sciacquata via dall’alba,


le ciglia battono cicloniche


portando repentini aggrappamenti


e sulla tua bocca inzuppata


dal sangue delle escoriazioni dei papaveri è nata


oh si fremo è nata l’ultima avventura


scala appoggiata al sole


e così dobbiam traballar per la gloria di qualcuno


che non ci ama


ma io L’ho buttata la al sole, voglio il sole


le corriamo incontro scherzando la sera


aspettare era più folle del gesto che abbiamo fatto


così noi correvamo incontro alla sua alba dalla notte


in bilico sul cratere dell’intimo tentativo


sudando antiche secrezioni rem.


Dentro la corsa affannosa sentir la tua dispnea


perché vuoi toccar il folle


fa vibrar le corde che ho attaccato alle stelle


ed essa sembra uscita dal mio sogno d’oro,


troppo lontana che non lo riesco ad acchiappare


hai già compiuto la magia del miraggio,


allora tenterò anche il salto ancestrale


del morir impaziente per veder Dio


come slancio fra i germogli cascanti,


e invecchia il tempo sui nostri sogni sempre vivi,


ora sulla tua pelle scorre un fiume di acque incoscienti


che vorticano nel mio ombelico,


un gesto solo fra noi


scrive un romanzo di mille e mille pagine,


il silenzio in quel attimo


sembra che stia zitto anche il respriro


e in gemito morente viene partorito il “mai più”,


no il tempo di muovere lo sguardo,


siamo nell’infinito sensuale


dove gli uccelli del paradiso sfrecciano via disorientati.


Come svegli dentro il sogno di una notte di Persia,


come far l’amore sotto la guerra mondiale dannata,


saremo come la fine di una cascata,


come la preghiera di un condannato a morte,


satellite perduto nel cosmo dalla base sii forte,


come l’innocenza di una lancia d’avorio per terra,


come lui in coma che non può più dir


ti voglio bene a chi ama,


un orchestra di tutti suicida d’amore diretta


da un eroe sedizioso dalla criniera bianca


che non verrà accolto ne da un Dio ne da un demone,


saremo come l’inspiegabile disteso sinuoso


sulla sponda opposta di un ruscello


delle acque dei ghiacciai,


saremo le urla di libertà portate


dai venti oceanici ad alcatraz,


come l’attesa che


la gloria scenda su la storia del mattino,


saremo come il drago albino portato


con sé da un tornado


sotto una pioggia di petali di iris,


vivi più del primo assaggio


della preda da un tigrotto,


vivi più dell’universo


e i fiumi stellati verranno a noi


e noi saremo come la richiamata del paradiso.


Strillerò al tramonto della luna il nostro spasmo


per le anime perdute per un bacio


che non doveva assaporarsi


e i monti sfideranno le profondità degli oceani


e il cielo sbatterà le sue immense ali,


io e te abbiamo fatto naufragar i sensi dell’esistenza


per una caduta


una caduta dalla scala verso il sole


nei fiumi vergini solo per continuare


a guardarci negli occhi,


qualcuno dovrà considerarlo.


 


ALESSANDRO IDISIUM


 



 


 


 


  Amore della vita


  Io vedo i grandi alberi della sera 
  che innalzano i cieli dei boulevards, 
  le carrozze di Roma che alle tombe 
  dell' Appia antica portano la luna. 

  Tutto di noi gran tempo ebbe la morte. 
  Pure, lunga la via fu alla sera 
  di sguardi ad ogni casa, e oltre il cielo 
  alle luci sorgenti ai campanili 
  ai nomi azzurri delle insegne, il cuore 
  mai più risponderà? 

  Oh, tra i rami grondanti di case e cielo 
  il cielo dei boulevards 
  cielo chiaro di rondini! 

  O sera umana di noi raccolti 
  uomini stanchi uomini buoni, 
  il nostro dolce parlare 
  nel mondo senza paura. 

  Tornerà tornerà, 
  d' un balzo il cuore 
 
desto 
  avrà parole? 
  Chiamerà le cose, le luci, i vivi? 

  I morti, i vinti, chi li desterà?





       
   Alfonso Gatto 


 



 


Cucina Spirituale

Bene, l’orologio dice che bisogna chiudere, ora
Penso che farei meglio ad andare ora
Mi piacerebbe proprio stare qui tutta la notte
Le macchine brulicano nei dintorni tutte piene di occhi
Le luci della strada condividono i loro splendori (il loro cavo riflesso)
Il tuo cervello sembra confuso da una sorpresa sconvolgente
C’è ancora un posto dove andare
C’è ancora un posto dove andare

Lasciami dormire tutta la notte nella tua cucina spirituale/(della tua mente)
Fammi scaldare la mia mente vicino alla tua graziosa stufa
Scacciami piccola, e vagabonderò
Barcollando nei boschetti di neon (in una siepe fluorescente)

Bene, le tue dita disegnano velocemente dei minareti*
Parlano un alfabeto segreto
Mi accendo un’altra sigaretta
Imparo a dimenticare, imparo a dimenticare
Imparo a dimenticare, imparo a dimenticare

Lasciami dormire tutta la notte nella tua cucina spirituale (della tua mente)
Fammi scaldare la mia mente vicino alla tua graziosa stufa
Scacciami piccola, e sarò meravigliato
Barcollando nei boschetti di neon

Bene, l’orologio dice che bisogna chiudere, ora
So che devo andare ora
Voglio proprio restare qui
Tutta la notte, tutta la notte, tutta la notte

torre della moschea


THE DOORS



   

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