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12.9.25

sull'omicidio di Charlie Kirk, l’ideologo dell’ultradestra Magada di lorenzo rosa e Pacmogda Clémentine

Non è facile parlare dell’omicidio di Charlie Kirk, l’ideologo dell’ultradestra Maga morto ammazzato con un colpo d’arma da fuoco durante un comizio in Utah. Io non riesco ancora  a  freddo   a dire parole che non siano cinismo . Quindi lascio la parola a : Pacmogda Clémentine e lorenzo tosa


Una persona che ama le armi è stata uccisa da un’arma. Leggo i commenti dei sostenitori di Trump e seguaci di questa persona uccisa. Non lo conoscevo perché non si può conoscere tutti e soprattutto perché non seguo certi personaggi per salvaguardare la mia propria salute mentale. Però da quello che leggo e da quello che ho trovato come video di lui, devo dire che ha contribuito a scavare la propria tomba. Dire questo non significa gioire per la sua morte. Non sarò mai per la pena di morte o per il “bene se è morto”. Ma dire che lui era d’accordo per il possesso e l’uso delle armi è semplicemente ricordare lui e le sue idee. Se lui fosse un promotore della pace e avesse idee di tolleranza, avremo ricordato anche quello. Quando è morto Mandela per esempio abbia parlato delle sue idee e della sua lotta ma non volevamo dire che è stato un bene che lui sia morto. Ricordavamo le sue idee e basta. Lo stesso stiamo facendo per questo Kirk. Quelli dell’estrema destra nostri (o diciamo semplicemente la destra di oggi perché alla fine non c’è più differenza) dicono che noi siamo contenti per la sua morte perché siamo contro la libertà. Ricordiamoci sempre che la libertà degli uni si ferma dove inizia quella degli altri e che la libertà e il libertinaggio sono due cose molte diverse. La libertà è positiva mentre il libertinaggio è sempre pericoloso.Dire che sono libero di avere un’arma anche se questa libertà deve comportare la morte per arma di un altro, non è libertà ma pericolo. Dire che le donne nere non hanno cervello sarà libertà sua ma la mia è quella di mandarlo a quel paese e di protestare in quanto donna nera e lo farò non solo per me ma anche in nome di tutte le altre donne nere.Non condannare uno stupratore o lo stupro in generale ma dire che la donna stuprata deve per forza partorire sarà la sua libertà ma anch’io ho la libertà di qualificarlo di essere immondo senza sensibilità. Sono libera di dire che lui non ha nessun diritto di dire a mia figlia cosa deve fare del proprio corpo e che nessun uomo ha il diritto di stuprare una donna. Lui era un agitatore delle masse per delle idee pericolose per chiunque, lui compreso e lui è stato una vittima delle sue idee. Tutto quello che facciamo o diciamo ha un peso e delle conseguenze anche per noi stessi.La storia del mondo è pieno di personaggi che sono caduti nel fuoco che hanno acceso loro stessi. Tutti gli odiatori, discriminatori, nazifascisti sono finito mangiati dalle loro proprie cattiverie. Se per votare una legge sulle armi bisogna accettare come normale che ci siano sparatorie nelle scuole, al centro commerciale, per strada, ecc. senza nemmeno essere in situazione di guerra c’è qualcosa che non va. Le armi servono per uccidere. Non hanno altro scopo. Allora se uno le ama, le promuove, deve essere anche pronto a essere l’eventuale prossima vittima. Pace alla sua anima e coraggio ai suoi famigliari.


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E vanno dette, io credo, almeno quattro cose incontrovertibili.
Uno.
Che nessuna persona sana di mente o anche solo vagamente definibile umana può esultare di fronte a quelle immagini, di fronte alla morte di una persona, anche la più lontana da ogni nostro principio, idea valore umano come era Charlie Kirk.
Due.
Che quella morte non è arrivata dal nulla, piuttosto è il punto più estremo di un imbarbarimento politico, civile, culturale che quelli come Charlie Kirk, ma anche Ben Shapiro, Joe Rogan e su tutti il loro dominus Donald Trump hanno sdoganato nella società americana negli ultimi dieci anni, con una violenza verbale, fisica, emotiva nei confronti delle minoranze che non ha precedenti nel mondo moderno e che - tocca dirlo chiaramente - nelle menti e nelle mani sbagliate prima o poi torna indietro. Perché è sempre andata così.
E ancora.
Che Charlie Kirk è stato ammazzato da quelle stesse armi che lui considerava un principio di libertà, un diritto quasi divino. Credeva che “qualche morto in più valesse la pena per poter esercitare il diritto di avere un’arma per difendere gli altri diritti concessi da Dio”.
E magari aveva accettato la possibilità di essere lui quel “morto in più”, non lo sappiamo. Ma so, sappiamo, e va detto anche e soprattutto ora, che quelle armi, più esattamente il modo tossico, malsano e pericoloso con cui vengono concepite negli Usa, hanno finito per ucciderlo.
E che, infine, no, non esulto e non godo per la morte di nessun essere umano, anche il peggiore, perché non sono fatto così e perché, a differenza di quelli come Kirk, non credo MAI nella violenza.
Ma non riesco né mai riuscirò a unirmi a un cordoglio che non sento e non provo per una persona che per anni ha evocato la lapidazione per gli omosessuali, calpestato i diritti delle donne, invocato la schiavitù e la segregazione razziale per i neri, esultato per il genocidio dei palestinesi.
Non sono abbastanza buono, buonista, santo. O forse, semplicemente, non abbastanza ipocrita.

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