Io, Abu 'Inan, re della dinastia dei merinide, valoroso guerriero e brillante sapiente, non disdegnavo le donne, come si addice a ogni credente che si rispetti. Il destino permise, che io mi lasciassi conquistare da una cortigiana di facili costumi.
Tutto avvenne, durante una di quelle feste danzanti che non terminano mai prima dello spuntar dell'alba e dove la poesia e la musica andaluse rivaleggiavano con la scienza e l'erudizione più sfrenate, per il mio unico sollazzo di regnante annoiato. Le era stata assoldata dal mio vizir per intrattenere gli ospiti e, non appena la vii, le chiesi (anzi, le ordinai) di sposarmi.
Tutti i presenti si trovarono d'accordo nel censurare un'unione così scandalosa che avrebbe costituito una vera e propria violazione di atavici costumi. Per non parlare dei pettegolezzi e delle maldicenze che presero a ronzarmi attorno come mosche fastidiose su un piatto di mandorle e miele. Le nozze furono comunque celebrate.
All'atto del mio matrimonio, diedi disposizione di costruire una scuola coranica su di un terreno che, fino al giorno prima, aveva ospitato nientemeno che una discarica pubblica, piena di indescrivibili e maleodoranti sozzure. Attinsi senza remore alle casse del regno e mi adoperai affinchè, una volta acquistati i materiali migliori, venissero incaricati all'uopo gli artigiani più noti di tutto il Maghreb. In un breve volgere di tempo, la costruzione della più raffinata madrasa di Fes fu portata a compimento, nella generale soddisfazione.
Il giorno dell'inaugurazione del nuovo edificio sacro, espressi il desiderio che alla cerimonia prendessero parte tutti gli imam e tutti i religiosi della città. Dopo la preghiera di rito e le solite formule, chiesi a loro apertamente se l'opera in questione fosse conforme o meno alla legge. I sapienti inturbantati risposero all'unisono in modo affermativo.
Al che osservai:
"Nello stesso modo che una discarica è diventata un luogo di culto, non vedo perchè una donna di piacere non possa diventare la moglie del sultano"
Ecco come, secondo la leggenda, io, Abu 'Inan, il merinide, riuscii a zittire le malelingue e come da un amore scandaloso, trassi motivo per rendere omaggio al Signore dei mondi, l'Eterno, non senza dare prova di astuzia e insieme di commiserazione per il pregiudizio umano
Angelo Iacovella
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