29.9.05

Senza titolo 831


In America si è rianimato, anche in termini grotteschi, il dibattito sulla Teoria dell'Evoluzione, o meglio, mascherato in termini biologici, su due interpretazioni antitetiche del Reale: Causalità versus Finalismo.


Non riviviamo null'altro che le discussioni più o meno profonde o fondate, che accompagnano l'Occidente dai tempi in cui gli Ateniesi passeggiavano per l'Agorà


Vi è un dato: il mutare della Vita nel Tempo. Una rappresentazione: una Teoria, che con alcuni limiti  e punti oscuri, permette una descrizione efficiente, semplice, robusta e non contraddittoria del Reale. Che soddisfa le condizioni di verificabilità e, con i modelli ecologici sviluppati dal computer, di simulabilità, versione debole della replicabilità.


E poi vi sono le interpretazioni, il creare simboli ed analogie. Per i sostenitori del Disegno Intelligente, l'utopia rinascimentale, condivisa da principio antropico, che l'Uomo sia fulcro e centro dell'Universo. Dell'armonia tra Microcosmo e Macrocosmo.


Dinanzi a questo, alzano le spalle gli evoluzionisti tradizionali. Eppure esaminiamo la descrizione che danno del divenire dell'Animale Uomo.


Un eroe (il misterioso antenato scimmiesco) che si allontana dall'eden (la foresta), che deve combattere le avversità (la savana, i predatori, la glaciazione), che trova o riceve un dono (la deambulazione, bipede, il linguaggio, gli utensili, l'intelligenza a seconda del paleoantropologo) e con questo trionfa (si trasforma in un consulente perditempo, blogger e un poco reazionario).


Null'altro delle strutture mitiche descritte da Propp nella Morfologia della Fiaba. E Gould, che ironizzava su tale approccio non fa altro che tradurre il politicamente corretto, con la rinuncia del concetto di competizione e feedback tra ambiente e specie a favore di quello del Fato, in termini biologici.  Al posto della linearità del Tempo, la sua ciclicità, basata sull'alternarsi di catastrofi.


Causalità versus Finalismo non è che un'antinomia di tipo kantiano. A favore dell'una o dell'altra alternativa  è possibile addurre argomenti logicamente cogenti , cioè privi di contraddizione interna: ma ciò dipende esclusivamente dal fatto che il concetto di mondo , cui si applicano le diverse argomentazioni e contro argomentazioni, cade al di fuori di ogni esperienza possibile.


Prediligere un'interpretazione della Natura rispetto all'altra non è un atto di Ragione, ma di Volontà e Fede.

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