10.9.05

Senza titolo 787

 

 

Chi lo  ha detto che  gli eroi  sono solo  quelli  costruiti dai media  o  dal potere . In cui  strumentalizzano  ( indipendentemente dal colore  politico \  ideologico     sia  chi relamente  è  erore  copme  i pompieri del  11  settembre  (  non metton  nessuna  foto   perchè credo  che  visto che domani  è  il  4  anniversario di tale  evento    ci saranno dei vostri post  con magari dele  foto     )   come  quelli di nassirya  . che   con  le  loro  amplicazioni e  falsificazioni nascondono la verità  e quindi   :  <<  Sarebbe bello che ognuno abbracciasse suo fratello,\ che ci sentissimo tutti uguali senza divisioni razziali.\ Non deve esistere il bello,\ il brutto,\ il buono o il farabutto.\ Allora  basta con le guerre per rubare solo  terre  >>  ( Poesia lasciata da Valentina,12 anni, figlia di un carabiniere.  fra i messsaggi per  i caduti   di nassyria  Ansa, 17 novembre2003 ore 19,21  )  i mveri motivi    che  sono all'origine  di  tale  avvenimento  .

A   volte succede  che esitono persone  che    sono come   come il film   " erore per  caso"  o eroi  come   quello    di  questa  storia  di cui riporto   qua   l'articolo   tratto  da  un giornale locale della  mia regione purtroppo (  ormai   come  il 90%  dei  giornali online  a pagamento   )    che  spesso   vengono dimenticati o sminuiti  dai media   mentre  altri   vengono  amplifiati per  coprire   scomode  verità   come    quelle  di  un vero  eroe Calipari  ucciso   secondo la version ne  ufficiale  dal  fuorcop  amcio  (  versione    che viene smentita  anzi  smontata   se  si mettono a  confronto   le  due  versioni  quella  italiana  e  quella   americana ,  ma  se  l'italia non insiste  con gli Usa  finiràò per  diventare  la versione  definitiva  e  il caso archiviato  ) ; Oppure   dimenticati   dall'oblio del  tempo  fenomento   naturale  ,   ma  evitabile   se  noi lo vogliamo  in quanto  un a èpersona  muore  quando  ne  muore  il ricordo  ,  come  Padre  Massimiliano   Kolbe   che  Ad Auschwitz morì prendendo il posto di un condannato a morte. Nel 1982 è stato proclamato santo e martire.  trovate  oltre che  nel collegamento ipertestuale  precedente  qui altre  news  su  di lui     Adesso bado alle  ciancie  e veniamo al l''articlo in questione 

 

 

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Barbone coraggioso muore per salvare l’amica      Si gettò nelle acque del porto, stroncato da una polmonite     Il commosso saluto di parenti e amici all’ex pescatore cagliaritano  

 

Cagliari. Voleva salvarla. Non ci ha pensato nemmeno due volte a buttarsi nell’acqua limacciosa del porto per cercare di riportare a terra sana e salva la sua compagna di vagabondaggio e forse di qualche bevuta. Per ironia della sorte ora lei è fuori pericolo. Ma lui non ce l’ha fatta. Avantieri sera, dopo dieci giorni di ospedale, forse provato dopo l’estremo tentativo di salvare la donna, è deceduto in un letto del San Giovanni di Dio. Si è spento in tarda serata Angelo Cao, 53 anni, ex pescatore, cagliaritano (  foto  a  sinistra  ) . Un piccolo eroe sconosciuto che non ha avuto l’onore della ribalta o la fortuna di vedersi riconosciuto pubblicamente il suo gesto audace e di coraggio. Sono passati circa dieci giorni da quell’incidente. I due stavano passeggiando sulla banchina troppo vicini all’acqua, quando la donna ha perso l’equilibrio ed è finita in mare. Angelo non ha perso tempo, si è gettato in suo aiuto e ha rischiato a sua volta di annegare nelle acque del porto. Solo la prontezza di un vigile del Fuoco del distaccamento del porto, Filippo Serreli, che a nuoto li ha riportati a terra, era riuscito a evitare il peggio. La donna si è ripresa subito, ma le condizioni dell’uomo erano invece apparse gravi. Una volta a terra, infatti, si era resa necessaria la respirazione bocca a bocca. Poi la corsa con l’ambulanza al San Giovanni di Dio, dove l’ex pescatore era giunto in stato di incoscienza. Quel tuffo in mare gli era costato un principio di annegamento. Non era la sua donna, quella ragazza. Solo una semplice conoscenza nata da una chiacchiera a passeggio tra le banchine del Molo Calata Darsena, a pochi metri dalla sua casupola. Del resto era fatto così Angelo Cao, 53 anni, cagliaritano. Aveva un pensiero gentile per tutti. E tutti lo rispettavano al porto: vigili, poliziotti, portuali. Graduati o persone comuni, come lui, che da qualche anno aveva scelto la vita del clochard, senza mai rompere del tutto il legame con la sua famiglia. Mercoledì, dieci giorni dopo quel tragico incidente Angelo è morto forse a causa di quella imprudenza che gli è costata la vita. Due giorni di rianimazione al san Giovanni di Dio, altri nove nel reparto di Patologia Medica, dove è sopraggiunta una broncopolmonite che se l’è portato via. A piangerlo sono accorsi in tanti ieri pomeriggio nella chiesa della Medaglia Miracolosa dove era nato e cresciuto assieme a due sorelle e un fratello. «Era troppo buono, e poi quel gesto eroico, ma i poveri muoiono così, dimenticati da tutti». Paolo, un cugino, ha gli occhi lucidi. E come lui tanti altri: la moglie, che ha accettato con rispetto la sua scelta di vita pur restandogli legata, la madre, i sei figli, quattordici anni il più piccolo, ventinove la più grande, gli amici e parenti. Commossi hanno voluto portargli l’ultimo saluto.Gente brava, dicono della famiglia nel quartiere. Qualcuno un po’ sfortunato. Anche il figlio maggiore, Roberto, che sta scontando al carcere di Is Arenas una condanna a pochi mesi, è riuscito a ottenere il permesso di partecipare ai funerali. «Ciao papino, fai da bravo», hanno gridato tra le lacrime le figlie, quando la salma ha lasciato la chiesa. «Era ben voluto da tutti al porto, Angelo e anche in famiglia - racconta uno zio - aveva un sorriso per tutti. Si era costruito la sua casupola di fronte alla caserma dei Vigili del Fuoco. Lì non dava fastidio a nessuno. Anzi si rendeva utile. Nessuno li lesinava un sorriso o una parola buona». Aveva scelto di vivere così, da clochard. Libero. Vicino ai pescherecci allineati lungo le banchine, piccole imbarcazioni con cui per anni è uscito in mare a pescare triglie e gamberoni. Se n’è andato in silenzio senza clamore né notorietà. Qualche bella corona di fiori adagiata sul carro funebre ed un lungo e sentito applauso ha accompagnato l’uscita della bara dalla chiesa. Come si conviene ad un vero piccolo eroe.


Maria Grazia Marilotti  

 

  non  trovando   frasi ad effetto o citazioni   concludo qui il post  d'oggi    in attesa  dei vostri  commenti  e  delle vostre  cruitiche  .  sempervoster  cdv  ( ulisse *  nei  newsgroups  \ usnet  )

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