Senza titolo 801

La Rai commissaria la Ventura  Il leghista Moncalvo responsabile di «Quelli che il calcio»Una decisione destinata a inasprire le polemiche dopo sole due puntate
 
 ROMA. La Rai «commissaria» Simona Ventura, nominando Gigi Moncalvo, ex direttore de La Padania, responsabile di «Quelli che il calcio». «Non sarò un controllore o un censore, piuttosto il capostruttura che farà da parafulmine per l’azienda, visto che Simona Ventura è una star esterna all’azienda», assicura però Moncalvo. Ma la sua nonima, avvenuta a solo due puntate dell’inizio della trasmissione e dopo clamorose polemiche, lascia i più perplessi. In Rai il partito degli ottimisti è pronto a rassicurare i fan del progranmma spiegando che è stato scelto un direttore responsabile giornalista per poter evocare il diritto di cronaca, aggirando le clausole del contratto Lega-Mediaset sul campionato. A scegliere Moncalvo è stato in ogni caso il direttore di Raidue, Massimo Ferrario, anche lui leghista. Domenica, alla fine di Quelli che il calcio, Ferrario ha convocato nel suo ufficio milanese tutta la squadra del programma, a cominciare da Gene Gnocchi e dalla stessa Ventura, per dargli comunicazione della promozione di Moncalvo a dirigente responsabile. Dalla ripresa del campionato molte sono state le polemiche scoppiate intorno alla trasmissione. Nel mirino, oltre alla querelle con Mediaset e la Lega calcio sulla legittimità di dare in tempo reale i goal, le imitazioni che già durante l’estate avevavo tenuto banco con Flavio Briatore intercettato al telefono con Stefano Ricucci, furioso per aver scoperto che Max Giusti lo avrebbe impersonato in tv. Ora a fare arrabbiare il vertice di Raidue, e non solo quello, sarebbero state, secondo il sito spazzutura  Dagospia, le imitazioni di Piersilvio Berlusconi e le ironie sull’intervento al meeting di Cl del presidente del Senato, Marcello Pera, immaginato tra i Pera boys con picciolo in testa. E' solo l'ennesimo  colpo di codda  duimun regime mediatico  ormai strisciante  oppure  un anticipazione di quello che  succederà  a chi farà satira o  difenderà  l'interesse pubblico a scapito di quello  privato  ,in vista delel elezioni   di settembre  , mala tempora currunt  prepariamoci gente   .

Ora  se  questo  è  l'italia   ,  negli altri paesi  atlantici   dove non esiste il conflitto d'interessi  e  dove in teoria  ma non  in prstivca   coi dovrebeb essere una situazione migliore che   in Italia     , la situazione    soprattutto dopo l'11 settembre  2001 , iìnon  p dele migliori  .  Leggete qua 

Al bando lo spot delle star Una versione è andata in onda anche sulle reti italiane  L’autorità inglese su Make Poverty History: «Troppo politico»
 
 ROMA. Star planetarie, da Brad Pitt a Emma Thompson, da Annie Lennox a George Clooney, che schioccano le dita ogni tre secondi, a simboleggiare la frequenza con la quale un bambino muore di fame da qualche parte nel mondo: lo spot di Make Poverty History, la campagna contro la povertà che aveva culminato a luglio con il concerto mondiale Live 8, è stato messo al bando. Il provvedimento è stato adottato dall’autorità britannica sulla pubblicità che ha ritenuto lo spot «troppo politico». Ofcom, questo il nome dell’authority, ha deciso il bando perchè la campagna pubblicitaria «mira a cambiamenti importanti nelle politiche del governo e in quelle di altri governi occidentali» e quindi viola le regole della pubblicità in tv, che dagli anni Cinquanta può essere solo partitica, come in caso di elezioni, ma non può veicolare messaggi politici. L’organismo ha riconosciuto gli intenti encomiabili della campagna, ma ha affermato di «non poter far eccezioni tra buona e cattiva politica» e di dover quindi proibire lo spot. «Make Poverty History» ha reagito con sdegno: «Siamo molto delusi da questa decisione. Abbiamo fatto di tutto per far sì che lo spot rispettasse le regole della pubblicità. La campagna semplicemente sottolineava che ogni tre secondi muore un bambino per cause curabili, a causa della povertà. I milioni di persone che portano al polso il braccialetto di Make Poverty History non lo vedono come una causa partitica. Lo vedono come un tema morale del nostro tempo». Versioni diverse dello spot sono state trasmesse in Spagna, Giappone, Francia, Irlanda, Usa, Canada, Germania, Italia, Australia, Belgio e Brasile.

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