Domani è l'8 marzo e non so cosa scrivere che non sia retorico , noioso , ripetitivo . Potrei scrivere qualche storia di donna coraggiosa , ma : 1) ne ho già parlato recentemente qui qui raccontando la storia dell'Obama Sud Africana la compagna di Biko 2) ho poco tempo e voglia di cercarne altre . Potrei parlavi ( ma l'ho fatto l'anno scorso ) ) della mia esperienza con donne che si ghettizzano l'8 marzo anziché celebrarlo con gli uomini o far capire alla maggior parte degli uomini cosa è l'8 marzo cioè che non è solo spogliarelli maschili o pizzate \ cene di sole donne . Potrei ... Ma forse l'idea migliore la sarebbe visti i nuovi lettori \ lettrici che ho su facebook e su plusgoogle fare un post sul perchè io uomo ricordo l'8 marzo e cerco di combattere ( fra alti e bassi e cadute ) il mio maschilismo \ sessismo che è in me ) ma soprattutto come sono arrivato a non considerarlo solo ed esclusivamente festa commerciale .
Inizialmente , nonostante sia cresciuto in una famiglia ( escludendo i miei nonni materni e paterni della generazione pre '60\70 ) progressista e impegnata nella lotta dei diritti civili vedevo tale festa solo come qualcosa di commerciale e retorico . Poi dopo aver letto ,, una rubrica del settimanale topolino , mi pare un succede oggi o qualcosa del genere , in cui si parlava della giornata del 8 marzo ( nell'articolo sotto ulteriori notizie ) e questa storia sagace e divertente di Asterix ( http://it.wikipedia.org/wiki/Asterix_la_rosa_e_il_gladio
la copertina originale |
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quella definitiva |
e gli avvenimenti che determinarono al scelta di tale data simbolica per i diritti delle donne decidetti dal 2004\5 di coltivare la memoria di tale data . Ora Poiche non sono capace di grandi discorsi senza cadere nella retorica lascio la parola ad una donna ( una di quelle non si ghettizzano vedere fra gli url sopra fenomeno sempre più diffuso nelle generazioni del riflusso culturale degli anni 80\90 e del craxismo e berlusconismo ) che sa raccontarlo meglio di me
Dalle operaie di Ny alle sartine di Barletta
di ANAIS GINORI
TRIANGLE era il nome della fabbrica tessile dove lavoravano le operaie di New York che perirono nel rogo del marzo 1911. È in memoria di quelle vittime - per convenzione si dice fossero 146, anche se il numero preciso non si è mai saputo - che si commemora ogni anno, l'8 marzo, la giornata internazionale delle donne, fin dal principio legata alla condizione del lavoro e a una discriminazione che riteniamo oggi scomparsa, almeno in Occidente.
Ci si può rifiutare di partecipare alle celebrazioni un po' loffie, mimose&cioccolatini, di questa giornata dedicata alle donne e ai loro diritti: la parità non c'è ancora, il corpo femminile continua a essere un campo di battaglia e poi gli uomini allora? A loro spettano gli altri 364 giorni all'anno? Tutto vero. Eppure, come in una macchina del tempo, quel 1911 può tornare con sconcertante attualità.
Triangle è infatti il titolo del documentario che Costanza Quatriglio ha incominciato a girare e sarà pronto tra qualche mese. La regista, già autrice del bel film Terramatta, presentato allo scorso festival di Venezia, riallaccia un filo simbolico tra quel rogo newyorchese e quello che è avvenuto, esattamente cento anni dopo, in quel di Barletta, Puglia. Ottobre 2011. Di nuovo un'azienda tessile, cinque operaie vittime nel crollo della palazzina fatiscente in cui erano segregate.
Quatriglio indaga la condizione materiale, psicologica ed esistenziale di queste sartine. Il paragone storico può sembrare azzardato. Un secolo fa le donne non votavano, non andavano a scuola, non potevano divorziare né scegliere se e quando fare figli. "La connessione tra questi due eventi tragici, così lontani fra loro - spiega la regista - è data dalla totale mancanza di percezione dei propri diritti da parte delle operaie".
Dal taylorismo di inizio Novecento al precariato post-globalizzazione degli anni Zero, c'è come un destino circolare che si ripete, in una geometria variabile dell'emancipazione. Può capitare così che in un angolo d'Italia ci siano donne che non riescono ad affrancarsi da quella che Quatriglio definisce "una gabbia psicologica e mentale". Hannah Arendt scriveva: "La libertà va rimessa al mondo ognii giorno". Buon 8 marzo.
con questo sulle note di questa canzone
1 commento:
Asterix e Obelix GRANDI SEMPLICEMENTE THE BEST me li ricordo i primi fumetti che ho avuto a casa (soltanto due per l'esattezza) di Asterix e Obelix me li ricordo a memoria tutte le scene.
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