da repubblica online del 4\3\2013
Uno studio olandese afferma che la condizione psicologica è un fattore determinante nei regimi per perdere peso; sentirsi 'trasgressori' ci spinge a consumare alimenti più grassi e fa fallire l'obiettivo del dimagrimento
ROMA - Il senso di colpa fa
ingrassare: consumare un pasto come se si stesse commettendo un reato
contro la propria linea aumenta le possibilità di fallire nell'obiettivo
di dimagrire sul lungo periodo. E' la tesi che conclude uno studio
condotto da un team di ricercatori dell'Utrecht University in Olanda. La
ricerca, pubblicata sulla rivista Psychology & Health, rivela che
non è importante soltanto mangiare in maniera più sana per perdere
qualche chilo in più, ma che conta anche lo stato d'animo con il quale
ci accostiamo al cibo.
Se dunque ci sentiamo in qualche modo
responsabili di una trasgressione quando, in regime di dieta, consumiamo
un pasto o mangiamo un alimento in particolare, questa condizione
psicologica ostacolerà tutte le nostre buone intenzioni, ribaltando
l'esito del nostro progetto: vogliamo dimagrire e invece saremo
destinati a veder crescere il nostro peso.
Secondo la ricerca
olandese, ciò avviene perché sentirsi colpevoli mentre si mangia induce a
mangiare di più e a mangiare cibi più grassi. Questa tendenza
all'assunzione di un numero maggiore di calorie, di fatto, aumenta se ci
concentriamo sulle potenzialità "ingrassanti" del pasto che ci
apprestiamo a consumare e ci sentiamo successivamente colpevoli di aver
"remato" contro l'obiettivo dimagrimento. La conclusione della ricerca è
semplice: serve equilibrio nell'approccio al cibo, ma ci vuole anche
serenità; altrimenti la perdita di peso resterà un miraggio
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