Qualcuno\a di voi si chiedera ma che cos'hanno in comune queste due storie ? ribellione e libertà oltre il suo fascino e la loro Utopia . Infatti la vendetta per quanto comprensibile possa essere non è mai legale anche quando avviene nella legalità . Idem per la fuga da un carcere , a
meno che la condanna non sia ingiusta o ci sia rinchiuso da una dittatura . Tali elementi li sto ritrovando sia nella I serie di Orfani nella II serie Orfani - Ringo della Bonelli .
Ma basta con le spiegazioni e veniamo alle storie vere e proprie
La prima è quella di Monika Ertl passata ala storia per aver vendicato Ernesto che Guevara . Oltre i link e l'articolo sotto trovate uan suia biografia in La ragazza che vendicò Che Guevara. Storia di Monika Ertl di Schreiber Jürgen .
La seconda è la famosa Fuga da Alcatraz . Inizialmente credevo fosse solo un film più precisamente Il film, girato proprio nella stessa prigione di Alcatraz 16 anni dopo la sua chiusura permanente . Poi ho scoperto che esso si basa sul libro omonimo di J. Campbell Bruce, e descrive la vera storia dell'evasione di tre detenuti: Frank Morris e i fratelli John e Clarence Anglin, avvenuta nella notte dell'11 giugno 1962. Fuga fallita per morte dei protagonisti ma poi ..... lo leggerete sotto .
Ma ora bado alle ciancie e veniamo al post vero e proprio .
PRIMA
da
La seconda è la famosa Fuga da Alcatraz . Inizialmente credevo fosse solo un film più precisamente Il film, girato proprio nella stessa prigione di Alcatraz 16 anni dopo la sua chiusura permanente . Poi ho scoperto che esso si basa sul libro omonimo di J. Campbell Bruce, e descrive la vera storia dell'evasione di tre detenuti: Frank Morris e i fratelli John e Clarence Anglin, avvenuta nella notte dell'11 giugno 1962. Fuga fallita per morte dei protagonisti ma poi ..... lo leggerete sotto .
Ma ora bado alle ciancie e veniamo al post vero e proprio .
PRIMA
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- http://www.lotta-continua.it/storia/storiografia/115-la-donna-che-vendico-il-che-monika-ertl.html
- http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/21/quella-pistola-di-feltrinelli-che-vendico-che.html
- immagine realizzata da Carolina Grosa - blog http://carotina.me/]
Monika aveva 34 anni quel primo aprile 1971, quando si presentò al consolato boliviano ad Amburgo, dicendo di vole...r chiedere un visto e parlare col console. Entrò nel suo ufficio, gli puntò contro la pistola, sparò tre volte. Quintanilla cadde ucciso sul colpo. Sul petto, tre fori a forma di V, forse per dire "Vittoria". Sulla scrivania, Monika lasciò un biglietto con scritto "Vittoria o morte", lo slogan dell' Eln, l'Esercito di liberazione nazionale dei guerriglieri boliviani.
Monika era nata nell'Alta Baviera ma cresciuta in Bolivia, figlia di Hans Ertl, tedesco emigrato compromesso con il nazismo. Fin da giovane, era scossa dalle spaventose ingiustizie sociali in
Bolivia; il padre, che pure la adorava "come fosse un figlio maschio, lei che sa sparare come un uomo", la invitava a lasciar perdere. Monika sposò un ricco boliviano-tedesco, ma nel 1969 divorziò e lasciò la famiglia. Divenne l'amante di Inti Peredo, l'erede del Che. "E' un Cristo con la pistola", diceva innamorata. Anche Inti cadde, ucciso dal torturatore Quintanilla, che si fece fotografare fiero accanto al suo cadavere.
Monika giurò a se stessa di vendicare il Che e Inti. Fuggì in Germania, ebbe alloggio in una comune dell' ultrasinistra in un appartamento nello stesso palazzo del consolato boliviano. Laggiù la dittatura militare aveva messo al sicuro Quintanilla come console. I generali temevano la maledizione di Fidel Castro, che aveva detto "gli assassini del Che, li voglio tutti morti". Temevano i commandos del Ministerio de la Seguridad cubano, non una giovane bavarese. Sparò con una pistola procuratagli da Giangiacomo Feltrinelli attraverso la rete internazionale dell' ultrasinistra, poi fuggì in Bolivia e fu tradita e uccisa nel 1973 in un' imboscata organizzata dal criminale nazista Klaus Altmann Barbie.
Invano il padre, informato della morte di lei, chiese la consegna della salma. Gliela negarono, forse per non mostrare se era stata torturata prima dell' uccisione. Monika rimase una combattente senza tomba caduta nella giungla. Si dice che i suoi resti riposino “simbolicamente” in un cimitero di La Paz; in realtà si trovano in qualche luogo sconosciuto della Bolivia, in una fossa comune senza croce ne nome.
Così è stata la vita di questa donna che, secondo la destra fascista di quegli anni, ha militato combattendo “nel comunismo” e pertanto “nel terrorismo” in Europa; per alcuni il suo nome è rimasto inciso nei giardini della memoria come guerrigliera, assassina o forse terrorista, per altri come donna coraggiosa che ha compiuto una missione e vissuto una vita all'insegna dell'obiettivo rivoluzionario. Noi siamo tra questi ultimi e per questo le rendiamo il più alto onore.
La Seconda
Fuggire da Alcatraz è impossibile"
caso in oggetto è quello dei fratelli Clarence e John Anglin e del
loro compare Frank Morris. Evasi nel giugno 1962, in un modo tanto
incredibile da aver dato ispirazione al film "Fuga da Alcatraz" con
Clint Eastwood: dopo aver scavato con i cucchiai un buco dietro al wc
delle loro celle, hanno atteso la notte. Quindi hanno infilato sotto le
coperte dei fantocci, con tanto di testa realizzata con scarti di gomma e
capelli veri, per poi infilarsi nel tunnel e darsi appuntamento in un
ambiente inutilizzato dietro alle pareti perimetrali, da dove era
possibile aggirare le mura. Una volta fuori hanno raggiunto la spiaggia e
con impermeabili e materiale di fortuna hanno messo insieme una
zattera. Poi si sono
messi in mare.
Bolivia; il padre, che pure la adorava "come fosse un figlio maschio, lei che sa sparare come un uomo", la invitava a lasciar perdere. Monika sposò un ricco boliviano-tedesco, ma nel 1969 divorziò e lasciò la famiglia. Divenne l'amante di Inti Peredo, l'erede del Che. "E' un Cristo con la pistola", diceva innamorata. Anche Inti cadde, ucciso dal torturatore Quintanilla, che si fece fotografare fiero accanto al suo cadavere.
Monika giurò a se stessa di vendicare il Che e Inti. Fuggì in Germania, ebbe alloggio in una comune dell' ultrasinistra in un appartamento nello stesso palazzo del consolato boliviano. Laggiù la dittatura militare aveva messo al sicuro Quintanilla come console. I generali temevano la maledizione di Fidel Castro, che aveva detto "gli assassini del Che, li voglio tutti morti". Temevano i commandos del Ministerio de la Seguridad cubano, non una giovane bavarese. Sparò con una pistola procuratagli da Giangiacomo Feltrinelli attraverso la rete internazionale dell' ultrasinistra, poi fuggì in Bolivia e fu tradita e uccisa nel 1973 in un' imboscata organizzata dal criminale nazista Klaus Altmann Barbie.
Invano il padre, informato della morte di lei, chiese la consegna della salma. Gliela negarono, forse per non mostrare se era stata torturata prima dell' uccisione. Monika rimase una combattente senza tomba caduta nella giungla. Si dice che i suoi resti riposino “simbolicamente” in un cimitero di La Paz; in realtà si trovano in qualche luogo sconosciuto della Bolivia, in una fossa comune senza croce ne nome.
Così è stata la vita di questa donna che, secondo la destra fascista di quegli anni, ha militato combattendo “nel comunismo” e pertanto “nel terrorismo” in Europa; per alcuni il suo nome è rimasto inciso nei giardini della memoria come guerrigliera, assassina o forse terrorista, per altri come donna coraggiosa che ha compiuto una missione e vissuto una vita all'insegna dell'obiettivo rivoluzionario. Noi siamo tra questi ultimi e per questo le rendiamo il più alto onore.
A mio parere, concordando con http://www.lotta-continua.it/, la siua vicenda << (...) è la costola femminile di
una rivoluzione che ha lottato per le utopie della sua epoca e che,
vista con i nostri occhi, ci obbliga a riflettere ancora una volta su
questa frase:.“Mai sottovalutare il coraggio di una donna” >>
La Seconda
Fuggire da Alcatraz è impossibile"
Il computer dimostra che non è vero
Uno
studio riscrive la storia della più celebre evasione dalla prigione di
San Francisco, quella che ispirò il film con Clint Eastwood. I tre
evasi, dati per dispersi, potrebbero avercela fatta.
Solo
due detenuti (nel 1937) sono riusciti a fuggire da Alcatraz e ad
arrivare vivi a San Francisco. Gli altri 34 che ci hanno provato sono
tutti morti nella traversata della Baia, annegati o vittime di
ipotermia, uccisi dalle guardie oppure riacciuffati. Un nuovo studio,
però, realizzato con le più moderne tecnologie, potrebbe riscrivere la
storia delle evasioni dal carcere più famoso del mondo, portando a
cinque il numero di prigionieri riusciti nell'impresa, quasi
impossibile, di lasciare l'isola e di arrivare sulla terraferma,
superando le insidiose, gelide e mortifere acque dell'Oceano Pacifico.
Il
l'isola di Alcatraz |
CHE FINE HANNO
FATTO? - Le autorità non hanno mai certificato che fine abbiano fatto,
tanto che a tutt'oggi vengono dati ufficialmente per "dispersi", anche
se per esperti e storiografi non ci sarebbero dubbi: sono annegati
durante la traversata. Il nuovo studio, realizzato in Olanda, dà invece
un'altra versione. E' stato calcolato al computer che quel giorno, tra
le 23.30 e mezzanotte, ora della fuga, maree e correnti avrebbero non
solo consentito, ma addirittura agevolato la traversata dei tre
fuggitivi. Che sarebbero dunque riusciti ad arrivare a San Francisco, e
precisamente nella parte nord del Golden Gate Bridge. Riconquistando di
fatto la libertà.
CACCIA RIAPERTA - Alla luce dello
studio, dunque, le stesse autorità hanno deciso di non archiviare il
caso, ma di mantenere aperto sui tre un mandato di cattura. E
addirittura sono state diramate foto dei tre evasi invecchiate grazie al
computer, per consentire a chiunque li riconosca di denunciarli alla
polizia. Se così fosse, la conclusione del caso sarebbe ancora più
rocambolesca della fuga.
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