18.12.14

Mi chiamo Ester, scrivo di 'ndrangheta (a Milano), guadagno 3 euro


Ricolegandomi a quanto già detto nei post precedenti : 1) per il coraggio delle donne , 2) ne vale la pena ?
Eccovi una storia che dimostra come le nuove generazioni non sonomsolo bimbiminkia e basate solo sull'edonismo.  Ma  prima di raccontare  la  storia    vorrei   esprimere  un mio  dubbio  (  poi   sopito  leggendo i  suoi scritti  su fb e  tw   , vedere  i link sotto  )  : se  lei  fosse  al sud   avrebbe lo stesso lo coraggio  come al nord  ?  a  me   sembra  di  si .  Un ultima cosa  prima  d'incominciare



Storie Correlate
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i suoi articoli

i  suoi contatti
 https://twitter.com/Ester_Castano
https://www.facebook.com/EstelleEstella

   Ma  ora  veniamo  alla   storia  della   coraggiosa    Ester Castano, collaboratrice di Altomilanese e redattrice di stampoantimafioso.it

  da   http://www.leiweb.it/a/2012/


foto da http://www.leiweb.it/a/2012/
Da bambina Ester Castano voleva fare la giornalista. Sognava i reportage dal fronte. Ma all'inizio si è dovuta adattare: mascotte di Pro Loco, portavoce di sagre della cassoeula...
Nata il 2 luglio del 1990, segni particolari “rompiscatole”, frequenta lettere all'università Statale di Milano e parla 4 lingue, inglese, francese, tedesco e un po' di ebraico, ama la letteratura (“quindi se non riesco a fare la giornalista mi aspetta un futuro precario nel mondo della scuola o sotto un ponte”). Qualcosina ha già fatto. Pubblicista a 20 anni, a 17 ha iniziato a collaborare con il settimanale Altomilanese, scrivendo di cronaca, eventi e «polemiche politiche dei “miei paeselli”, che mi entusiasmano un sacco”».
In uno dei suoi “paeselli” però ultimamente Ester ha avuto un sacco di guai.A Sedriano, vicino a Magenta, dove vive, il sindaco Alfredo Celeste (Pdl) accusato di avere preso voti in cambio di favori a uomini della 'ndrangheta, e per questo arrestato qualche giorno fa (ora è ai domiciliari) le ha fatto passare un brutto momento. Stanco di vedersi assediato da questa giovane cronista un po' ostinata, sempre lì “a occuparsi dei fatti degli altri” è andato a lamentarsi con i carabinieri.
«I carabinieri mi hanno convocata più volte per comunicarmi che il sindaco mi diffidava dal molestarlo ancora». Ma in che cosa consistevano queste molestie? «Spesso ho chiesto al sindaco di essere ricevuta per intervistarlo sulle cose che fa - o non fa - il Comune». Sedriano è il suo paese, Ester è curiosa e fa la giornalista. Tutto qui. «Il sindaco si è sempre rifiutato di vedermi e di rispondere alle mie domande. Così, un giorno, l'ho visto in piazza e sono andata a fargli qualche domanda anche lì». E lui ha risposto? «No. Si è infilato in un bar e ha chiamato i vigili urbani, per farmi allontanare...». Insomma: queste interviste non s'hanno da fare. Ora che il sindaco è stato arrestato per i suoi presunti rapporti con Eugenio Costantino, uno degli uomini in odore di 'ndrangheta (l'inchiesta è la stessa che ha portato in carcere l'assessore alla Casa della regione Lombardia Domenico Zambetti), Ester vive un momento di inattesa celebrità.
Aveva ragione: in quel Comune c'era davvero qualcosa di poco chiaro. Tra parentesi: Ester è una freelance precaria pagata da 3 a 10 Euro lordi a pezzo. Forse schierarsi contro la 'ndrangheta non è un affare.
 

Essa è una ragazza coraggiosa .Infatti http://www.today.it/media/ di Chiara Cecchini 22 settembre 2014

Ester, giornalista "antimafia" che si guadagna da vivere in un fast food Ester Castano ha 24 anni. Ha svelato i legami con la mafia del suo comune nel milanese. Ha vinto premi e riconoscimenti per le sue inchieste. Però nessuna redazione vuole investire su di lei, che adesso ha trovato lavoro come cameriera




                              Ester Castano con il direttore del Corsera, Ferruccio De Bortoli

 
Ester Castano è una giovane giornalista, si occupa di cronaca locale, soprattutto di infiltrazioni mafiose al Nord. Il suo impegno, la sua tenacia nel denunciare la collusione con l’ndrangheta del comune di Sedriano, primo comune lombardo sciolto per mafia, il cui sindaco le ha fatto la guerra con intimidazioni e querele, le sono valsi sia l’attenzione mediatica sia numerosi premi e riconoscimenti.
Eppure l’unica proposta di lavoro che le è arrivata è quella di una grande catena di fast food, che le darà 650 euro netti al mese per servire patatine e hamburger. È lo scotto da pagare per poter continuare a fare il lavoro che le piace.
“Fare cronaca locale è difficile, il prezzo è insostenibile. Riesco a piazzare pochissimi articoli in giro e ho bisogno non tanto di uno stipendio fisso, ma almeno di poter andare in pareggio con le spese sostenute per cercare le notizie e scrivere. Non ho mai potuto vivere di giornalismo e quindi ora devo integrare. Un problema diffuso e generalizzato di un’intera classe di giornalisti precari”, racconta Ester Castano a Today.
Ho mandato curriculum per qualsiasi lavoro, anche per fare la donna delle pulizie, perché credo che il lavoro è sempre dignità, purché venga pagato. Ma mi fa rabbia sapere di essere una risorsa, una che il lavoro lo sa fare, e che su di me investa un fast food, non il giornale X. Sembra una grande buffonata.
Perché non vai all’estero? “Bella domanda. Ho provato ad andare a Londra, mi è piaciuta l’atmosfera che si respira lì, amo viaggiare e il mio sogno è fare il corrispondente dall’estero. Però adesso ho questa volontà masochista di rimanere e di voler fare qualcosa di più qui perché è qui che al momento ci sono argomenti, vicende e tematiche che mi interessano e che voglio contribuire a migliorare. Perché dovrei lavorare per un altro Paese?”.
Intanto però c’è questo Paese, l’Italia. “Uscire, andare in giro a cercare le notizie richiede tempo e indipendenza economica. Si parla tanto di libera informazione. Ad essere liberi sono gli editorialisti dei grandi giornali, non chi prende dai 5 ai 30 euro a pezzo, perché chi lavora così si trova a dover fare delle scelte, a chiedersi se oggi si può permettere di prendere la macchina per raggiungere il tribunale e assistere a un’udienza, per andare a cercare una storia, delle fonti”.
Il riferimento nemmeno tanto velato è a Curzio Maltese, editorialista di Repubblica e da poco europarlamentare europeo, che proprio in questi giorni ha annunciato che non andrà in aspettativa e continuerà a percepire il doppio stipendio da giornalista e da politico, perché la legge glielo consente.
“Siamo colleghi. Io però non posso più permettermi di fare la giornalista e lavorerò in un fast food. Tu oggi come ti senti?”, ha twittato ieri Ester proprio a Curzio Maltese. Da lui nessuna risposta. “Dov’è la coerenza qui? Come fa uno che dovrebbe rappresentare un’idea di sinistra e poi accetta di prendere soldi da una parte e dall’altra?”, si chiede la giornalista.
Ester scrive da quando aveva 17 anni, parla inglese, francese, un po' di tedesco ed ebraico, a luglio ha finito gli studi e ha pensato, lei come tanti, alla scuole di giornalismo ma alla fine la risposta è una sola: "Per fare questo lavoro bisogna venire da famiglie benestanti”. Da quando sono iniziate le sue inchieste da Sedriano, la qualità del lavoro di Ester è stata riconosciuta da più parti. La lista di premi che questa cronista di 24 anni ha vinto include quello intitolato a Pippo Fava, il premio Mario Francese, il Premiolino, il Biagio Agnese per l’impegno civile. Tanta roba per una giornalista così giovane ma a lei non basta: “Non tengo ai premi, so come funziona e quello che c’è dietro. Non voglio farmi bella dietro a questi riconoscimenti, non è per quello che so di essere una risorsa. Però così non riesco a vivere”.
Ma dai direttori dei grandi giornali, quegli stessi in prima fila alle premiazioni e pronti a stringerle la mano, non è mai arrivata una proposta? “Zero”, è la risposta secca di Ester. “Con alcuni ci sono stati degli scambi di email ma nulla di più, tutto è rimasto sulla carta. Tante parole e poco coraggio”.
Il suo caso è stato sollevato anche da Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, che in un post su Facebook ha scritto: “Ma uno di quei direttoroni che la premiano, uno dei bigs politici che la lodano, una di quelle primedonne della tv che usano il suo lavoro senza mai citarla, un angolino per consentirle di continuare a fare il mestiere che ama e che adora non riescono davvero a trovarlo?”.







La voce di Ester tradisce la delusione e l’insofferenza. “Non abbandono il mio sogno, che poi ora non è più nemmeno tanto un sogno perché questo lavoro lo faccio tutti i giorni ormai. Ma è paradossale che l’unico disposto a investire su di me sia un fast food”.


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