19.9.19

finalmente un ente inutile come quello dei giornalisti punisce un giornalista sessista ....

... speriamo che non sia  un caso isolato   o  tanto per  fare  visto  che  esso  è   talmente palese  , rispetto ad  altri più subdoli   e su  cosa  tale ente     nonostante  : << (....)  Dal 2014 l’Ordine dei giornalisti, la Federazione nazionale della stampa e i Corecom regionali hanno realizzato corsi di formazione e si contano diverse pubblicazioni e convegni organizzati sul tema. Nel giugno del 2018, D.i.Re ha organizzato il convegno Comunicare la violenza con una trentina di interventi fra cronisti, giornaliste, attiviste e attivisti per i diritti delle donne, operatrici dei centri antiviolenza, scrittrici, blogger, ricercatrici, sindacaliste che si sono confrontate sulle criticità del linguaggio e hanno indicato buone proposte sulla comunicazione (ho dato un piccolo contributo raccontando la mia esperienza di attivista attenta al linguaggio della stampa, nella pubblicazione scritta insieme a Luca Martini Le parole giuste. Come la comunicazione può contrastare la violenza maschile contro le donne). .... >> ( continua  nel precedente post del nostro blog dedicato a tale tematiche )

Stavolta     visto  l''importanza  dell'argomento anziché  metterli a fine post  metto ora  i  leggi anche \ per approfondire    li metto qui    sotto


  1. Caro Vespa, continui a non capire che il femminicidio riguarda (prima ancora delle donne) noi uomini (di L. Tosa)
  2. Con l’intervista da Vespa, Lucia è stata vittima per la seconda volta”: la scrittrice Giulia Blasi a TPI

Ma  ora  bado alle ciancie    ed  ecco l'articolo    a  voi ogni  opinione in merito


L’Ordine dei giornalisti contro Bruno Vespa: procedimento disciplinare per l’intervista a Lucia Panigalli


Di Veronica Di Benedetto Montaccini  di https://www.tpi.it/cronaca/
Pubblicato il 19 Set. 2019 alle 17:10 Aggiornato il 19 Set. 2019 alle 18:36

Procedimento disciplinare OdG per Vespa per l’intervista a Lucia Panigalli



Bruno Vespa è stato deferito al Consiglio di Disciplina del Lazio per l’intervista a Lucia Panigalli, donna vittima di violenza, andata in onda su Rai Uno durante la trasmissione Porta a Porta. La richiesta di procedimento disciplinare è partita dall’Ordine dei Giornalisti nazionale, ma anche dall’Odg del Lazio.La Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei giornalisti e le commissioni Pari Opportunità del sindacato – Fnsi e Usigrai, sono inoltre intervenute con dei comunicati congiunti.
I comunicati che attaccano Bruno Vespa
“La commissione – si legge nella nota – deplora contenuti, toni e linguaggio utilizzati nella trasmissione Porta a Porta del 17 settembre 2019, durante la quale il conduttore Bruno Vespa ha reiterato un atteggiamento ambiguo, scorretto e irrispettoso nei confronti di una donna già vittima di violenza”.
Poi la nota continua: “La commissione chiede una maggiore attenzione alla Rai nella verifica delle trasmissioni dal contenuto particolarmente sensibile come questo, anche alla luce dell’adesione dell’azienda al Manifesto di Venezia per una corretta informazione contro la violenza sulle donne”.
L’Usigrai invece scrive: “Di fronte ai continui episodi di violenza contro le donne la Rai dovrebbe essere promotrice di cambiamento culturale. E invece dobbiamo assistere all’ennesima intervista che mette sotto accusa la vittima”.
L’intervista di Bruno Vespa a Lucia Panigalli: cosa è successo
“Signora, se avesse voluto ucciderla l’avrebbe fatto”. Questa è soltanto una delle frasi pronunciate dal “mattatore” della tv pubblica nella puntata di martedì 17 settembre.
Bruno Vespa lo dice con un ghigno divertito alla donna che gli siede di fronte e fa per questo discutere e indignare sui social. La rabbia degli utenti si appunta sui toni utilizzati dal conduttore durante la conversazione e sul suo presunto sorriso “beffardo” e sul tono “paternalistico”.
Ma, soprattutto, sotto accusa finisce una frase che Vespa pronuncia dopo il racconto di Lucia del tentato omicidio subito in casa: “Se avesse davvero voluta ucciderla, l’avrebbe uccisa”. Il conduttore replica e si definisce “sorpreso e indignato”.
Lucia Panigalli oggi ha 62 anni e vive in un casolare alle porte di Ferrara. Il 16 maggio del 2010 stava tornando a casa dopo una serata passata con gli amici a festeggiare la notizia che stava per diventare nonna, quando è stata aggredita da un uomo con un passamontagna. Spinta in casa, riesce a scoprire il volto dell’aggressore.
L’uomo, invece, l’ha trascinata per terra e le si è messo sopra a cavalcioni, provando a colpirla alla gola con un coltello. Non riuscendo a ucciderla, l’ha colpita ripetutamente con dei calci sferrati con pesanti scarpe da lavoro.
“Servizio pubblico non attento alla rappresentazione della violenza”
L’intervista, che sugli schermi nazionali si è trasformata in un interrogatorio, è ora al vaglio dell’Ordine dei Giornalisti: “Ci chiediamo come sia possibile, alla luce del ruolo che la Rai svolge al servizio delle cittadine e dei cittadini, che possa venire tollerata una tale, distorta, tossica rappresentazione della violenza contro le donne. Diciamo all’Amministratore Delegato Fabrizio Salini e al Consiglio di Amministrazione che quanto abbiamo visto nelle due puntate citate è in palese violazione non soltanto delle norme deontologiche e del Manifesto di Venezia, ma del contratto di servizio”, conclude la nota dell’OdG.


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