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24.10.25

silenziosa ecatombe di mario domina


Non c'è un proprietario con un volto e un nome e un cognome, ma un'anonima società immobiliare (da qualche parte ho letto "di origine albanese") dietro agli sfratti di questa mattina, in via Michelino a Bologna.
Una scena disgustosa, che chiama alla vendetta sociale: la polizia in assetto di guerra che sfonda muri e butta fuori di casa famiglie di lavoratori immigrati con bambini (uno di questi disabile), oltretutto manco morosi: semplicemente la proprietà ha deciso di riconvertire l'immobile a una ben più remunerativa attività di B&B e di lucrosi affitti brevi.


Tutto questo avviene oltretutto nella rossa Bologna, ma poco importa: "la proprietà è un furto", qualcuno disse un tempo, e mai è apparso così vero come in questo caso - una sorta di summa della "questione sociale" che dovrebbe esplodere ma non esplode, proprio mentre la guerra incombe.
In pochi giorni un anziano di 71 anni a Sesto San Giovanni si è lanciato dal sesto piano della sua casa mentre era in corso lo sfratto; poi il tragico evento dei tre fratelli che fanno saltare tutto in aria; ed ora questo, e chissà che altro in giro per l'Italia.
La Costituzione - e la povera gente - calpestata sotto i piedi. Ma senza la socializzazione del disagio, l'auto-organizzazione e la lotta non si andrà da nessuna parte: dove avanzano il privato (e l'avidità) arretra (e perde) il sociale. 

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