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20.11.25

UN ALTRO GRANDE FIASCO DELLE FEMMINISTE – MA QUALE PATRIARCATO: IL GRUPPO FACEBOOK “MIA MOGLIE” ERA GESTITO DA…UNA DONNA

 Ecco un caso  do donna  stronza come un uomo * ha ragione lo stesso Dagospia, anche  se con un linguaggio da maschio alfa al limite della misogenia

 da dagospia 
Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa per “la Repubblica”

https://roma.repubblica.it/cronaca/2025/11/20/news/donna_amministratrice_gruppo_mia_moglie-424992145/

 

gruppo mia moglie

È una donna la persona che, secondo la procura di Roma, avrebbe gestito il profilo "Mia Moglie". È lei al centro di un'indagine per diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, insieme a un cogestore, un uomo, che avrebbe collaborato alla pubblicazione e alla moderazione dei contenuti. 

La novità emerge dalle ultime acquisizioni della polizia postale: i due amministratori avrebbero utilizzato cellulari intestati a terze persone, acquistati con sim card anonime, nel tentativo di rendere più difficile l'identificazione.

 

il gruppo facebook mia moglie 1

L'indagine prende avvio il 19 agosto, quando viene scoperta l'esistenza di un gruppo Facebook nel quale migliaia di iscritti si scambiavano foto delle proprie compagne […] 

[…]  Il gruppo, che contava 32 mila membri, raccoglieva utenti di ogni tipo, ex politici, militari, lavoratori, disoccupati. […]











* Voglio Una Donna - Roberto Vecchioni in Vecchioni Studio Collection (1998)

25.8.25

Diario di bordo n 144 anno III cosa implicano i gruppi mia moglie e simili ., perchè il caso marta sardo per una presunta molestia mentre Valentina Murenu minacciata di fare la fine di giulia cecchetin ha meno visibilità ?

immagine creata     tramite  meta IA
Questo   numero della  rubrica non periodica  diario  di bordo  approfondisce  e  replica alle contestazioni  sui  due  fatti salienti della  scorsa settimana   ma  che ancora   ache  se  in  misura  calante   tngono banco   sui  social e   sui media 1)    la  pseudo chiusura  ,  visto che continua  su telegram o snapchat del  gruppo (  mandrillli  arrati )  mia  moglie ., 2)  della  dubbia  molestia   denunciatra  da  Marta Sardo  e la  scarsa  visibilità social e mediatica      delle minacce  queste serie e  preoccupanti  << ti faccio fare la  fine  di Giulia  Cecchetin , ecc >>  fatta a  Valentina Murenu 
Inizio    il  primo   post  suggerendo a  voi lettori    quest interesante  e notevole articolo  del portale www.vistanet.it/ che   dovrebbe     rispondere   alla domanda  che sorge da    casi    come questi  : 
Cosa può fare in concreto una vittima? L'abbiamo chiesto a uno dei maggiori esperti di diritto penale dell'informatica, Francesco Paolo Micozzi . Ora lo so che m'ero promesso di non parlarne più . Ma ho ricevuto email in cui mi s'accusa d'essere bigotto e un falso libertario ,  che  non si può  trasgredire  ,   ecc . Ora rispondo che ciascuno di noi è libero di fare con il proprio partner ciò che gli s'aggrada perchè ciò che per ciò che magari per te va bene non va bene per me o viceversa . Ma l'importante come ho detto nei  post  precedenti soprattutto in particolare questo ci dev'essere consenso reciproco fra i due membri della coppia . Infatti Il gruppo ( eufemisticamente parlando ) "Mia moglie" e simili sollevano gravi implicazioni sociali, tra cui:

1. Violazione della privacy e del consenso
Infatti la condivisione di immagini intime senza consenso costituisce una violazione della privacy e della dignità delle persone coinvolte.
2. Cultura dello stupro e misoginia
Il gruppo sembra promuovere una cultura che oggettifica le donne, riducendole a oggetti di piaceremaschile senza riguardo per il loro consenso o dignità.E quindi si puo parlare di stupro virtuale
3. Perpetuazione di stereotipi dannosi
La comunità del gruppo sembra sostenere stereotipi sessisti e misogini, come l'idea che il valore di una donna sia legato al numero di partner sessuali avuti.come i peggiori film /video erotici / porno

idem precedente
4. Impatto sulla salute mentale
Le donne lo stesso dovrebbe valere nel caso di noi uomini ) coinvolte potrebbero subire gravi danni psicologici, come ansia, depressione e trauma, a causa della violazione della loro privacy e della condivisione non consensuale delle loro immagini.
5. Normalizzazione della violenza virtuale  e magari di quella  fisica \  reale 
La diffusione di contenuti intimi senza consenso può normalizzare forme di violenza virtuale e contribuire a una cultura in cui tali comportamenti sono visti come accettabili.
6. Sfide per la giustizia e la legge: La chiusura del gruppo su Facebook e la sua migrazione su piattaforme come Telegram evidenziano le sfide nella regolamentazione e nella persecuzione di tali comportamenti illegali online.

In sintesi, il gruppo "Mia moglie" rappresenta un fenomeno complesso che tocca questioni di consenso, privacy, cultura sessista e impatto sulla salute mentale, richiedendo una risposta multifacética per affrontare queste implicazioni sociali negative.

Per  il secondo    argomento  concordo tranne   nella  difesa ad  oltranza  del medico con quanto dice Maria vittoria dettoto ( trovate l'articolo sotto ) . Nonostante Io sono sempre dalla parte delle donne, e non smetterò mai di ribadirlo. Il rispetto è fondamentale in ogni contesto e le battute fuori luogo non vanno mai giustificate credo che ultimamente si stia andando un po’ oltre.Capiamoci: una frase idiota può ferire, soprattutto in momenti delicati, ma non possiamo definirla molestia. Usare parole così forti per episodi che restano comunque di maleducazione o scarsa professionalità rischia di essere un’offesa per chi ha subito davvero violenze o abusi.  Per questo   sono stato :  attaccato, accusato   di  essere  da @winylovecraft di thereads   d'essere  GianCazzo  ( riferimento all'ex  della  Meloni )  di  fare  mansplaining   solo perchè  ho messo il lik  del  post  precente    come  commento ad  un altro  in  cui le  vittima  di molestie  \ battutine simili  sempre  in ospedale   e il cui  cui chirurgo anni dopo   è stato arrestato per  violenza  di genere sulle  elle  pazienti ., di incorerenza visto  che  tratto    e denuncio in più post  femminicidi  , violenze  digenere  ,  sessismo , ecc    per  aver  espresso dubbi  nel post precedente   sulla  denuncia    di Marzia  sardo  . Soprattutto che  ho minizzato il  caso    considerandolo    semplicemente  come battuta sessista  . Vero . Il   problema  è    come  chiamare   certi comportamenti  per  quello  che  sono    visto  il  labilissimo  confine  \  limite   tra  :  molestia, insulto ,battuta sessista  Nel caso in questione    vero o falso che sia  questa frase, detta in un contesto medico, ha violato il confine tra professionalità e rispetto. Anche se non c’è stato contatto fisico, la frase ha avuto un impatto emotivo forte sulla  ragazza , tanto da spingerla a denunciare pubblicamente l’accaduto. È un esempio di come una “battuta” possa essere percepita come molestia verbale, soprattutto se detta da una figura in posizione di potere. Quindi   mi  chiedo  : <<  Cosa distingue una molestia da un insulto o da una battuta sessista ? >> .  La domanda  elucubratroria   non è solo teorica. Ecco cosa  mi ha  risposto  **** È urgente, concreta, e ci riguarda ogni volta che qualcuno dice “era solo uno scherzo”.Il caso di Marzia Sardo, che ha denunciato una frase sessista ricevuta durante una TAC (“Se ti togli il reggiseno ci fai felici tutti”), ha sollevato un polverone. Alcuni l’hanno definita “esagerata”, altri hanno parlato di “molestia verbale”. Ma cosa rende una frase molesta🔍 Non è solo questione di parole Una molestia non è definita solo dal contenuto, ma dal contesto, dal ruolo di chi parla, e soprattutto dalla percezione di chi riceve. Una battuta sessista, detta in un ambiente medico da un operatore sanitario, non è solo fuori luogo: è una violazione del rispetto dovuto alla persona. Non serve il contatto fisico per sentirsi violati. Basta una frase che trasforma un momento vulnerabile in uno spazio di imbarazzo o paura. In un  tuo post  su  fb   hai citato Valentina Murenu, minacciata di “fare la fine di Giulia Cecchettin”. Una frase che evoca violenza esplicita, eppure ha ricevuto meno attenzione mediatica. Perché? Forse perché la molestia “sottile”, quella che si maschera da ironia, ci riguarda più da vicino. È più diffusa, più quotidiana, e ci costringe a guardarci allo specchio.

Dove sta scritto che siccome sono una donna devo per forza prendere le parti di un’altra donna? Per me le donne vittime di violenza sono altre, non Marzia Sardo



In riferimento a quanto dichiarato dalla sottoscritta dalla prima ora sul “caso” della presunta molestia sessuale subita al Policlinico Umberto I da Marzia Sardo, vorrei sottolineare alcune cose.


Primo:
 non è scritto da nessuna parte che siccome sono una donna, devo per forza difendere o prendere le parti di un’altra donna, nella fattispecie Marzia Sardo, se quanto da Lei dichiarato o il suo comportamento successivo alla pubblicazione del suo video, non mi ha convinto dal primo minuto.


La mia esperienza di donna di quasi cinquant’anni al di fuori del mio lavoro di cronista, mi insegna che sopratutto nei casi di violenza sessuale occorre conoscere entrambi le versioni, della vittima e del presunto aggressore. In questa vicenda al momento conosciamo solo quella della signora Sardo che ha diffamato pubblicamente e messo alla gogna un professionista di fronte a tutta Italia e di questo si assumerà le responsabilità. In sede civile e penale.


Personalmente continuo a stare dalla parte del tecnico.

Secondo:
In nessuno degli articoli/post/video inerenti la suddetta giovane ho criticato la donna in merito alle sue scelte sessuali o politiche, che non mi interessano e non concernono il tema trattato nel suo video diventato virale Tantomeno ho postato sue foto alludenti ad atteggiamenti o espressioni sessuali usati dalla ragazza nei suoi profili social che tutti abbiamo visto e non mi interessano. Ognuno della sua vita fa quello che vuole, non sta certo a me criticarla o giudicarla in merito a questo.

Ma non fatene una vittima.

E questo è il terzo punto che ha la stessa importanza del primo. Da anni e anni come donna, madre, cronista mi occupo di violenza di genere sulle donne. Che sia fisica o psicologica per me hanno sempre avuto lo stesso peso.

Sul tema ho promosso manifestazioni, convegni, raccolte fondi per le donne vittime di violenza, scritto centinaia di articoli su donne violentate, derise, ammazzate. Prendendo le loro parti anche quando lavoravo per conto di altre redazioni o direttori. Esponendomi pubblicamente sempre a fianco delle donne realmente vittime di violenza e facendo di questo una battaglia personale.
Per me vittima di violenza è Tina Sgarbini la donna e madre di tre figli uccisa strangolata avantieri.. E’ Giulia Tramontano, e’ Giulia Cecchettin, e’ Francesco Deidda.
Di questi cognomi ne abbiamo una lunga serie in Italia perché come ho sempre detto non abbiamo pene sufficientemente dure nei comfronti degli assassini, molestatori o stalker.Non certo Marzia Sardo.


Ora Il fatto che la  ragazza  studi recitazione non significa che stia necessariamente  fingendo come dicono molti . Io non so se è vero quanto dice la ragazzae  chi  abbia  ragione  o meno  , ma se è vero il tecnico in questione dovrebbe essere quantomeno ammonito e se  recidivo  cacciato 
 Il problema non è lo scherzo, ma le parole che si usano in esso  perché ognuno di noi ha una sensibilità diversa e ci sono luoghi  e posti che dovrebbero essere protetti e tutelati . Tra questi c’è anche l’ospedale. Il fatto che lei manifesti la propria preferenza sessuale non significa che la gente sia autorizzata ad utilizzare frasi sessiste e, onestamente, poco divertenti per le donne . Se fosse stato un uomo le avrebbero detto la stessa cosa? Credo che non sia giusto prendere parte in una situazione del genere, soprattutto perché se si prende posizione e poi si scopre che ciò che è accaduto é vero ancora una volta si sta dando la colpa alla vittima. Sarà chi di competenza a fare le dovute indagini, evitiamo di giudicare prima di sapere, mettendo sempre forza dalla parte di chi (in teoria) é in torto. Quindi   non si sa se  tale  accusa  sia vero o meno  e   su  cui  ho espresso dubbi vedere post   precedente  , visto che al momento abbiamo sentito solo la dichiarazione della ragazza. << A me delle sue scelte sessuali non interessa nulla>>---  sempre la Dettoto  -- << tant'e' che non ne ho parlato da nessuna parte. Ho preso la parte del medico perché se anche avesse avuto la ragione nel sentirsi offesa, con il comportamento che ha avuto sputtanando il medico pubblicamente, deridendo chiunque la pensasse diversamente da lei, è passata dalla parte del torto e a giudicare dalle migliaia di persone che l'hanno criticata, non sono la sola a pensarla in questo modo. >>  . Come  lei   , anche   se   non  al suo livello  << Mi batto da tutta la vita con azioni, scritti, convegni, raccolte fondi contro la violenza sulle donne. Ed il comportamento di persone come questa ragazza poi fanno mettere in dubbio anche chi la violenza la subisce veramente è non viene tutelata. Né prima, né dopo la denuncia. >>
Ma  soprattutto,e qui chiudo  almeno spero  su questa  vicenda,mi fa specieed rabbia   che Valentina Murenu, dopo aver ricevuto serie minacce (  vedere sotto il video   scaricato dalla  rete  ) durante la sua diretta Istagram, non abbia avuto la stessa "visibilità" sociale mediatica   avuta   dalla Sardo . 



Non voglio sminuire il malessere di nessuno, ma a una le hanno detto che l'avrebbero bruciata con l'acido e tanto altro, l'altra racconta un fatto accaduto. Una non piange, sta zitta e ascolta, dice solo che tutto quello che viene detto sarebbe stato materiale in più per la denuncia, l'altra non denuncia subito,ma  lo fa   due  ore  doopo  pubblicando  un video . Il mondo dei social e dei media   è veramente strano .  ecco  cosa    ho  imparato  da   questo  caso  e  dela discussione   avuta    vedere righe precedenti   che  🧠 Serve una nuova grammatica del rispetto . Non possiamo più permetterci di archiviare certe frasi come “goliardia”. Serve una nuova grammatica del rispetto, che tenga conto del contesto, del potere, e della sensibilità. Serve ascoltare chi dice “mi sono sentita violata” senza metterlo in discussione.Soprattutto  riuscire  a  distinguere  quando  è  vero è  falso  o  quando   lo  si  fa per  avere notorietà  Ma  sopratutto 
 
 
[....]

  co questo  è tutto  

22.8.25

in una relazione quando non c'è consenso non c'è gioco che conta ., amicizia vera ., orgogio sportivo fotonsimbolo dibautocensura

Avevo   deciso di autocensurarmi e  lasciare     che  questa storiea  finisse  nell'oblio  per il bene   delle  vittime  e per  evitare  che  diventasse  morbosità   ma  soprattutto  perchè non avevo  altro d'aggiungere  a quanto detto nei precedenti 
post  :   il primo ( questo limitato da blogger nostate Non ci sono parole troppo oscene e non solo parolacce fra i contenuti sensibili quindo per leggerlo cliccatre su ok voglio leggerlo )  ma  soprattutto il secondo   
Ma per il  fatto  che  ,  purtroppo   da il Fq   d'oggi  


“Mia moglie” chiuso da Fb riapre subito su Telegram
M. LAI


Fidanzate, mogli, compagne, amiche e sconosciute immortalate di nascosto, in momenti intimi, dall’obiettivo invadente dello smartphone e poi offerte dai propri partner, come carne da macello, sul gruppo Facebook “Mia moglie”. A condividere e commentare le immagini, diffuse senza il consenso delle donne fotografate, 32 mila utenti, tutti uomini, che però, nella giornata di mercoledì, si sono visti chiudere la pagina dalla Polizia Postale di Roma. La chiusura, scattata a seguito di diverse segnalazioni, non ha tuttavia scoraggiato la pratica e, nel giro di poche ore, sono sorte decine di gruppi alternativi e canali Telegram per raccogliere “l'eredità” del gruppo Facebook, attivo dal 2019. Dopo che il caso è esploso – finendo anche sul sito del Financial Times – molte donne finite a loro insaputa sul gruppo si sono riconosciute e hanno sporto denuncia. I reati a carico dei sedicenti membri della comunità online – i cui nomi sono oggetto di una dettagliata informativa della procura – vanno dalla diffamazione alla diffusione di materiale intimo senza consenso. Al centro degli interessi perversi dei maschi della community, tuttavia, non c’era solo il corpo delle donne in quanto tale, ma anche la loro vita sessuale, perché si sa, nella cultura dello stupro, meno rapporti sessuali una donna ha avuto e più acquisisce pregio agli occhi del maschio. “Una body count 1 (l’espressione allude al numero di partner sessuali, nda) ha un valore aggiunto che non la rende scambiabile” scrive infatti un utente. Le polemiche scatenate dalla vicenda si sgonfieranno con gli ultimi strascichi di agosto, ma il tema dell’educazione sessuale e affettiva torna, ancora una volta, al centro del dibattito pubblico e politico italiano


Ma soprattutto   oltre all'articolo citato sopra a farmi cambiare idea  e  desistere dall'autocensurami   sono state :


                                             Foto simbolo di autocensura


 La lettura su fb non ricordo su quale account mi  pare di Lorenzo Tosa   che riporta   il post threreads  della   testimonianza    di una  delle  vittime    su   ( vedere  sotto  )  e questo  commento  sulla  bacheca  dello  stesso  Lorenzo Tosa 
Non si ha più il senso del pudore, i social e la realtà virtuale hanno distrutto ogni etica morale...non si è più capaci di vivere una vita fatta di normalità e quotidianità. La mia paura è più grande è per i nostri figli, stiamo lasciando loro un mondo marcio...

oltre  a  chiedermi Ma quanto può sentirsi devastata una donna di fronte ad una roba del genere? E siccome hanno capito, continuano da un'altra parte. Che schifo! A volte davvero meglio sole che accompagnate a esserei di così bassa lega . Ma soprattutto commentando, come jessica.novaro, la storia sotto : ‹‹ Belli di mamma ma perché se è solo un gioco lo fate di nascosto? » ho deciso di continuare a parlarne per un ultima volta .


No, non è solo “un gioco”.
E non è neppure solo una pagina virtuale in cui tutto nasce e finisce lì, come molti avevano creduto, sperato d continuano a credere Dietro gruppi come “Mia moglie” e simili ci sono le vite delle persone. C’è, ad esempio, una donna, Anna (nome di fantasia),



due figli e dieci anni di matrimonio alle spalle, che si è ritrovata sbattuta lì sopra a sua insaputa nella sua intimità violata, stuprata virtualmente da suo marito e da decine di migliaia di maschi ..... perversi E, quando ha chiesto spiegazioni al marito (come se potessero esistere delle spiegazioni), lui ha risposto con una frase agghiacciante nella sua banalità del male: “Era solo un gioco”.Un “gioco”.Questa non è la risposta di un mostro ma di un maschio analfabeta affettivo, spaventosamente incapace di concepire un rapporto sessuale e affettivo sano e funzionale ma soprattutto consensuale da schiavo e dipendensente della pornografia Ed è un problema enorme, esteso, diffusissimo e infinitamente più grande e complesso per una società. Spero arrivi ad Anna, in questo momento, un abbraccio forte, umano. Che sappia che non è sola.


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Ci tango a ringraziare le decine di migliaia di persone che ieri hanno letto ed apprezzato la condivisione  dell'articolo    di cronachedellasardegna   di maria  vittoeria  dettoto   lo trovate  sul  suo sito e  o  da  noi.    su Jakub Jankto.
E ribadisco un concetto: se Jankto è stato il primo calciatore professionista della serie A che si è pubblicamente dichiarato omosessuale, il Cagliari calcio è stata la prima squadra che gli ha dato fiducia e rinnovandogli il contratto dopo il suo coming out ha creato,  speriamo  sia  seguito  da  altre squadre , un precedente, una forma di integrazione  ed  inclusione  risettosa  e non ipocrita  \  pulicoscienza della quale tutti/e noi dobbiamo andare fieri/e.
Grazie dunque al Cagliari calcio ed ancora tanti auguri a Jakub per un futuro roseo con suo figlio a Praga.

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Il sassarese Spissu scende in campo con Polonara: la maglia "33" in onore dell’amico che sta affrontando la leucemiaUn legame di vicinanza e affetto nato alla Dinamo e rimasto ben saldo negli anni

Marco Spissu con la 33 di Achile Polonara (foto Italbasket)



L'amicizia è nata a Sassari, ai tempi della Dinamo, ed è rimasta ben salda anche dopo, tanto che i due vengono chiamati dai tifosi Gaspare e Orazio. E Marco Spissu alla vigilia del torneo amichevole di Atene di stasera tra Italia e Lettonia (ore 19) ha deciso di mettere da parte l'abituale numero 0 per indossare la maglia numero 33 di Achille Polonara.
Un gesto significativo per l'ala che ha scoperto di avere la leucemia e si è sottoposto alle cure che gli impediscono di essere con la squadra azzurra agli Europei. Di affetto Polonara ne ha ricevuto tantissimo, a cominciare dal ct Pozzecco, suo coach a Sassari, per finire ai giocatori non solo italiani e ai tifosi.
L'iniziativa del play sassarese Marco Spissu va però oltre: è come dire che Polonara scende in campo con la nazionale.

Destinazioni lontanissime da raggiungere a velocità moderate: viaggiare in scooter è un’esperienza unica, diversa da tutte le altre

in sottofondo Vespa 50 special - Cesare Cremoni Culture Club - Karma Chameleon