DADAVIAJEM mostra di danile castiglia sul viaggio in sud d'america te,mpio pausania 21-30\9\2015

mia recensione precedente
la  pagina  fb   con alcune delle foto  messe  in mostra
l'album di  flickr  con foto  del viaggio


Oggi  mentre aspettavo il mio turno   del barbiere   sono andato  a rivedermi DADAVIAJEM  mostra  di daniele  castiglia  sul viaggio in sud  d'america
Confermo quanto  ho detto nel  post  precedente  ( vedere  sopra  url  ) . Una mostra molto bella   che   si può riassumere  panello introduttivo  gentilmente   concesso   dall'autore


Confesso.

Confesso che ho viaggiato.

Mi piaceva tanto questo titolo, lo avrei scelto se avessi deciso di

scrivere un libro di viaggio. Un titolo che parafrasa volutamente quello

dell'autobiografia di uno dei maggiori poeti del mondo, il cileno Pablo

Neruda, Confesso che ho vissuto.

Un altro grande sudamericano, Garcia Marquez, diceva che la vita non

è quella che abbiamo vissuto, ma quella che ricordiamo, e poi come la

raccontiamo. Così è il viaggio, o il racconto di viaggio. Narrare ciò che

è avvenuto durante un periodo fuori di casa, ritagliato dentro la propria

quotidianità, è come raccontare una vita intera. Occorre scegliere,

selezionare, trovare un filo, un senso.

In quasi nove mesi, 257 giorni, trascorsi da un ostello all'altro,

mangiando sempre in posti diversi, lungo venticinquemila chilometri

attraversati per lo più in autobus, attraverso 8 nazioni, dai ghiacciai

eterni della Terra del Fuoco alle spiagge brasiliane di Bahia, di

esperienze se ne accumulano tante, di persone se ne incontrano a

centinaia, ma ciò che resta è unicamente una serie di sensazioni,

immagini, suoni ed echi di parole. Una mostra di fotografie non è che

una difficile selezione tra migliaia di scatti, un vano tentativo di

condivisione, ma è anche tutto ciò che si può fare, tutto ciò che resta.

È una storia che diventa il viaggio stesso.

Confesso.

Un viaggio ha bisogno di soldi, del consenso di chi si ha intorno, di un

po' di coraggio. Nel mio caso, io avevo la possibilità di chiedere un

aspettativa dal lavoro, i soldi li ho chiesti in prestito (ipotecando senza

alcun rimpianto i prossimi dieci anni), ho parlato chiaramente con le

persone care, dopo di che il coraggio si è trasformato in entusiasmo. Il

resto è stato facilissimo.

Sì, perché, pur se si parte da soli, in viaggio non si è soli mai. In giro

per il mondo si trovano migliaia di persone che, in un modo o nell'altro,

stanno facendo la stessa esperienza. Persone che vanno dai venti ai

settanta e più anni, maschi e femmine, all'avventura senza soldi o con

una carta di credito senza limiti, ma sempre per strada, in cammino,

una grande comunità in movimento.

Ci si incontra, si stringono amicizie, si scoprono affinità, si saldano

sodalizi eterni (almeno fino al bivio successivo), e poi si ride, si resta

sorpresi ad ogni passo, ad ogni voltar d'angolo, perché è sempre tutto

nuovo, inaspettato. È l'oblio di se stessi negli altri, nel paesaggio di

fronte.

Confesso.

Temo le utopie, e perciò mi sono accontentato di realizzare un sogno.

Quel tipo di sogno che può trasformarsi in idea e quindi in progetto da

concretizzare, affinché diventi il trampolino per nuove visioni, maggiori

ambizioni; un divenire più che un traguardo.

Un viaggio, soprattutto un lungo viaggio, da immaginare, progettare e

attuare, è sempre una nuova possibilità; una via di fuga, forse, ma

anche il modo per ritrovare la strada.

Sono partito il 6 settembre 2013 e sono tornato il 21 maggio 2014.

Dopo essere sbarcato in Brasile ho visitato il Paraguay, l'Argentina,

l'Uruguay, il Cile, la Bolivia, il Perù e l'Ecuador, per poi tornare in

Brasile e chiudere il cerchio. Mi ci è voluto più di un anno per

sedimentare questa esperienza.

Spero, con queste poche foto, di condividere qualcosa di questo

viaggio, un po' di questa vita.

ISTRUZIONI PER L'USO: Non sono un fotografo. Quelle esposte sono

immagini di un percorso, scatti senza la pretesa di una perfezione tecnica,

che a volte acquisiscono o completano il loro senso solo se osservati dopo

averne letto la didascalia.

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