2.9.15

“Tutta colpa del Whisky”. Chiacchierata -intervista con Cristian A. Porcino Ferrara

    musica  in sottofondo   
Giovanni Lindo Ferretti - Per Me Lo So (Video Lyric Ufficiale)   versione    del  Brano tratto dall'album: Giovanni Lindo Ferretti in concerto A Cuor Contento


Per  chi aveva nostalgia  delle mie interviste eccovene una fatta  di recente    con Cristian Porcino sul suo  ultimo lavoro  Il libro in vendita su www.amazon.it     m'incuriosisce  eccoti alcune domande 

   1) Come mai questa  alternanza  fra prosa  e poesia?

 Non è la prima volta che mi cimento in libri del genere. Proprio l’anno scorso è stato pubblicato da una casa editrice americana  il mio primo libro in lingua inglese: Born too late to a world too old. In quel caso il libro era suddiviso in poesia e prosa. Tale ripartizione è necessaria perché la poesia è istintiva, sgorga dal profondo dell’essere, mentre la prosa è più ragionata ma non meno incisiva.»

2) Come è stato passare  dal linguaggio filosofico, delle tue  opere precedenti,  a  quello   letterario   che usi  nell'ultimo ?

Per me letteratura e filosofia non sono due sorellastre in gara perenne per farsi apprezzare da un burbero capo famiglia. Entrambe fanno parte dello stesso nucleo familiare. Sfido chiunque a considerare Shakespeare o Pirandello solamente degli scrittori. Le loro opere, ad esempio, sono intrise di filosofia.  Quindi per me è stato un passaggio del tutto naturale.»

3) In Servi dell'orinale   si denota  un po'  di populismo  \ qualunquismo   come  mai  tu  che nelle tue opere precedenti  te  ne sei tenuto alla larga?

Sinceramente ho sempre rifiutato le etichette. Il pensiero libero non può essere catalogato. In un certo qual modo mi lusinga la tua critica e la rispetto, in quanto diversi scrittori, del passato e presente, sono stati accusati di populismo soltanto perché si sono ribellati al sistema vigente. Penso a Balzac, Zola, Maupassant, Moravia, Pasolini, Vassalli, Bradbury e molti altri. Ciò che tu chiami qualunquismo è il grido d’indignazione di un cittadino che non accetta più  di buon grado la corruzione di chi governa e amministra la Res publica. Parlare ancora oggi di qualunquismo e populismo mi fa venire in mente la risposta che Mario Martone fa dire nel film “Il giovane favoloso” al suo Giacomo Leopardi: “Pessimismo, ottimismo…che parole vuote”. Ecco io considero qualunquismo e populismo parole vuote. Il populista cerca di accalappiare facili consensi e nella mia attività non ho mai scritto nulla per compiacere qualcuno, se mai il contrario. Sono stato querelato per aver detto il vero. Nel nostro Paese è la verità che viene punita e non la menzogna!

 4) Cosa intendi   per  umano disumanizzato in  Disumano ?

Premetto che ogni termine non può essere rivelato prima di essere letto; però posso anticiparti che intendo ciò che conduce un individuo a ripudiare la propria umanità. Quando si annienta l’empatia, che è connaturale alla nostra specie, allora tutto diventa una parodia dell’umano. Non basta vestirsi con giacca e cravatta per definirsi esseri umani. Purtroppo questa sottospecie di esercito di cyborg dell’indifferenza mostruosa avanza sempre più.

5) Disprezzi  il genere  umano,  come ti consideri  allora?

Caro Giuseppe io non disprezzo nessuno. Se mai, per parafrasare Socrate, io sono semplicemente un tafano che punge la cavalla e spero di non dover bere anch’io la cicuta. Come ti dicevo prima disdegno chi annienta la propria umanità e si riduce ad automa. Poi il discorso si estende alla mancanza di educazione e all’ossessione per il tu vedi L’Elogio del Lei, o all’ignoranza vedi  L’Oriana e la mistificazione surreale dello scandalo Elogio del Piffero. Pier Paolo Pasolini affermava: “L’uomo tende a addormentarsi nella propria normalità, si dimentica di riflettersi, perde l’abitudine di giudicarsi, non sa più chiedersi chi è. È allora che va creato artificialmente, lo stato di emergenza: a crearlo ci pensano i poeti. I poeti, questi eterni indignati, questi campioni della rabbia intellettuale, della furia filosofica”. Noi letterati manifestiamo nelle opere che pubblichiamo la nostra indignazione verso un sistema che non può più essere tollerato. La nostra rabbia intellettuale, che tu prima hai definito qualunquismo, io la chiamo proprio come Pier Paolo: furia filosofica

  6) In La virtù degli sciocchi    s'intravede  un riferimento  a idiot  wind di Bob Dylan   o sbaglio? 

Apprezzo la liricità dei testi di Dylan ma confesso che non è mai stato un mio punto di riferimento musicale. Quindi non posso dirti se esistono dei richiami con le sue canzoni. Il Vero Sapere comprende ogni ramo dello scibile umano e non solo, quindi  si possono scorgere ovunque e in modo inconsapevole tracce del proprio percorso artistico.

7) Ho trovato ottimo in  Selfami, una delle  mie preferite,   una corrosiva   risposta   alla  mania  dilagante  dei  selfie *  .... ehm.... autoscatti (  scusa ma  preferisco usare   visto che  esiste il termine  italiano contro l'imperante     abuso     dei termini  anglo \  americani  ).   E'  nata   come  immagino   dallo spazio dedicato in rete  e sui media  agli autoscatti   dei vip  e  non solo ?

Come affermo ne  L’elogio del Lei io non seguo le mode e me ne tengo alla larga. Le mode servono per la massa. Il popolo vuole essere indirizzato dalle lobby per uniformarsi al gregge. La società odierna vive del riflesso dei social network. Come direbbe Giorgio Gaber vediamo: “Una specie di massa senza più l’individuo”.  Per quanto riguarda la questione della terminologia straniera con me sfondi una porta aperta. Trovo avvilente per un popolo mortificare la propria lingua cioè la propria essenza per prendere termini in prestito da altre culture. Prova ad andare in Francia, Germania, Inghilterra e Usa e vedi quanto termini italiani trovi nel loro lessico familiare. Nessuno!

8) Oltre gli evidenti   richiami diretti    a Catullo in  Odio e  amo  ad  Allen Ginsberg , alla  beat  generation,  a  Gramsci,  ecc  ed indiretti a   Charles Bukowski  in Maestri dell'esistere    quali sono  i  tuoi  punti di riferimento in  Tutta  colpa del wisky ?

Nessuno in particolare. Chi legge e recensisce un’opera, solitamente, è portato a fare paragoni e a intravederne tributi e similitudini. Talvolta ci azzeccano, ma nella stragrande maggioranza non corrispondono al vero. Quando scrivo un libro non ho in mente nessun testo pubblicato da altri. Ascolto solamente la mia voce interiore.  Ne I maestri dell’esistere ho reso omaggio a coloro che per me sono stati dei veri maestri e maestre. Io li ho definiti, infatti, maestri dell’esistere; con le loro opere mi hanno insegnato a vivere e a sviluppare il mio talento ed un percorso artistico indipendente. Non ci sono mitizzazioni.

9) Quale  genere   musicale  e  quali gruppi  o cantanti  
sceglieresti   per  questo tuo  ultimo saggio ?

La musica è la mia principale fonte d’ispirazione. Ogni genere musicale è utile ad accompagnare la lettura del mio libro. Dai compositori contemporanei come Sakamoto, Glass alla musica pop e rock. Non a caso nei ringraziamenti finali è citato Miguel Bosè.

10) Classico  o moderno   visto che    hai affermato << Al nuovo che avanza preferisco il vecchio che arretra! Non è l’età anagrafica che determina la novità, ma la giovinezza e onestà intellettuale che si possiede. >>

Classico e moderno camminano insieme e non possono essere separati. L’onestà intellettuale, però, non dipende dall’età anagrafica. Pasolini scriveva: “Ciò che spinge a tornare indietro è altrettanto umano e necessario di ciò che spinge ad andare avanti”.

11)  Concludendo   con questa  proposta,    visto il  tuo potenziale   nel destreggiarti nell'inserire  la filosofia  fra   le arti,   ha mai  pensato di riversare   i tuoi  pensieri  in  un fumetto? o  di scrivere   per  dylan dog  o  orfani  , opere letterarie  e  filosofiche ( io  ho imparato  di più  da  DD    che    da  una barbosa   lezione   liceale  di filosofia)  allo stato puro?

Da anni dipingo e disegno, diciamo sin dall’età di sei anni. Ho già all’attivo diverse mostre e realizzazioni di copertine, inclusa quella di Tutta colpa del whisky. Quindi non escluso tale possibilità, anzi. Anch’io da ragazzino leggevo Dylan Dog e Topolino, poi durante l’adolescenza i miei interessi si sono rivolti altrove e ho smesso di frequentarli. Ciò non toglie che i fumetti possono assolutamente occuparsi di filosofia. Bisogna solamente trovare un editore che non rifiuti a priori tale opzione perché poco commerciale.


 




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