9.7.16

ALLE SPALLE di © Daniela Tuscano


Eri lì, con quell'aria timida, provvisoria, ingannevole. La faccia degli studenti quando non son più studenti. Ed è sempre un giorno tiepido, e c'è sempre silenzio.
E ti scoppia nel cuore una gioia vorticosa, un senso di pianto che il mondo non saprà; muori in un attimo, in un attimo risorgi.
E sei adulto, e la vita ti seduce, fatale Armida senza delizie. Sei grande e diventi minimo. I tuoi progetti falliscono; sei costretto a fuggire. Tu, figlio di popoli giovani, guardi oltre le vetrate, nell'aria azzurra, straziante come un addio. Partendo, non piangi. Non ne hai il tempo. Subisci tutto e non sai perché: furto, violenze, percosse. Domani, ripeti, domani sarà finita, appena un poco e tornerò.
Ma non torni. Sei fuggito dal fanatismo, ti uccide il fanatismo. Cioè il nonsenso. Ti aspettava da quel giorno, covava alle tue spalle fra le congratulazioni e i sogni d'avvenire. Era dietro di te. Una croce spessa e nera. Ti sarebbe piombata addosso, l'avresti replicata sotto colpi assurdi, privi di dignità. Sì, una croce nera, nera come te. Nera come il buio. E muta, come il gorgo nel quale sei sceso.

© Daniela Tuscano

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