12.2.05

Dove è la nostra democrazia e la nostra libertà?

                                                       I giornali e gli operai
                                                          di Antonio Gramsci
                                                        "Avanti!", ediz. Piemontese, 22 dicembre 1916

" Sono i giorni della réclame per gli abbonamenti. I direttori e gli amministratori dei giornali borghesi rassettano la loro vetrina, passano una mano di vernice sulla loro insegna e richiamano l'attenzione del passante (cioè del lettore) sulla loro merce. La merce è quel foglio a quattro o sei pagine che va ogni mattino od ogni sera a iniettare nello spirito del lettore le maniere di sentire e di giudicare i fatti dell'attuale politica, che convengono ai produttori e venditori di carta stampata. 

Vogliamo tentare di discorrere, con gli operai specialmente, dell'importanza e della gravità di quell'atto apparentemente così innocente, che consiste nel scegliere il giornale cui si vuole abbonarsi. E' una scelta piena di insidie e di pericoli che dovrebbe essere fatta con coscienza, con criterio e dopo maturata riflessione. 

Anzitutto l'operaio deve negare recisamente qualsiasi solidarietà col giornale borghese. Egli dovrebbe ricordarsi sempre, sempre, sempre, che il giornale borghese (qualunque sia la sua tinta) è uno strumento di lotta mosso da idee e da interessi che sono in contrasto coi suoi. Tutto ciò che stampa è costantemente influenzato da un'idea: servire la classe dominante, che si traduce ineluttabilmente in un fatto: combattere la classe lavoratrice. E difatti, dalla prima all'ultima riga, il giornale borghese sente e rivela questa preoccupazione. 

Ma il bello, cioè il brutto, sta in ciò: che invece di domandare quattrini alla classe borghese per essere sostenuto nell'opera di difesa spietata in suo favore, il giornale borghese riesce a farsi pagare... dalla stessa classe lavoratrice che egli combatte sempre. E la classe lavoratrice paga, puntualmente, generosamente. 

Centinaia di migliaia di operai, danno regolarmente ogni giorno il loro soldino al giornale borghese, concorrendo così a creare la sua potenza. Perché? Se lo domandate al primo operaio che vedete nel tram o per la via con un foglio borghese spiegato dinanzi, voi vi sentite rispondere: " Perché ho bisogno di sapere cosa c'è di nuovo". E non gli passa neanche per la mente che le notizie e gli ingredienti coi quali sono cucinate possono essere esposti con un'arte che diriga il suo pensiero e influisca sul suo spirito in un determinato senso. Eppure egli sa che il tal giornale è codino, che il tal altro è palancaio, che il terzo, il quarto, il quinto, sono legati a gruppi politici che hanno interessi diametralmente opposti ai suoi. 

Tutti i giorni poi, capita a questo stesso operaio di poter constatare personalmente che i giornali borghesi raccontano i fatti anche più semplici in modo di favorire la classe borghese e la politica borghese a danno della politica e della classe proletaria. Scoppia uno sciopero? Per il giornale borghese gli operai hanno sempre torto. Avviene una dimostrazione? I dimostranti, sol perché siano operai, sono sempre dei turbolenti, dei faziosi, dei teppisti. Il governo emana una legge? E' sempre buona, utile e giusta, anche se è... viceversa. Si svolge una lotta elettorale, politica od amministrativa? I candidati e i programmi migliori sono sempre quelli dei partiti borghesi. 

E non parliamo di tutti i fatti che il giornale borghese o tace, o travisa, o falsifica, per ingannare, illudere, e mantenere nell'ignoranza il pubblico dei lavoratori. Malgrado ciò, l'acquiescenza colpevole dell'operaio verso il giornale borghese è senza limiti. Bisogna reagire contro di essa e richiamare l'operaio all'esatta valutazione della realtà. Bisogna dire e ripetere che quel soldino buttato là distrattamente nella mano dello strillone è un proiettile consegnato al giornale borghese che lo scaglierà poi, al momento opportuno, contro la massa operaia. 

Se gli operai si persuadessero di questa elementarissima verità, imparerebbero a boicottare la stampa borghese con quella stessa compattezza e disciplina con cui la borghesia boicotta i giornali degli operai, cioè la stampa socialista. Non date aiuti di danaro alla stampa borghese che è vostra avversaria: ecco quale deve essere il nostro grido di guerra in questo momento che è caratterizzato dalla campagna per gli abbonamenti fatta da tutti i giornali borghesi. Boicottateli, boicottateli, boicottateli! "

Per esser stato scritto nel 1916 quest'articolo rappresenta l'angoscia che avverto da anni nella faziosità dei giornali. I mezzi d'informazione sono per il 90% di Lui e la Rai è schiacciata, controllata, nel giro di 3 anni ha perso la sua egemonia sul pianeta televisivo italiano, vi siete mai chiesti perchè? Una rete che da merdate più di prima. Un informazione pilotata che toglie le voci fuori dal coro, De Bortoli, Luttazzi, Biagi e Santoro, sono i nomi più eclatanti senza contare l'assurdità delle dimissioni di Mentana, capo fondatore del Tg5, rammentate quando nacque? Come farà a spostare i guadagni sulle Sue reti, in maniera legale e pulita? Rispondete alla mia domanda, se una rete perde ascolti, cosa perderà anche? Ding dong, complimenti ha chi di voi ha risposto finanziamenti dovuti allo spazio pubblicitario, e secondo voi dove si spostano questi benedetti soldi ? Bravi la risposta la sapete da voi, secondo voi perchè sono così incazzato? Perchè il mio paese non è più una democrazia ma una dittatura "legale"? Perchè nel mio paese non si può parlare? Dove i diritti civili sono carta da culo Lo scontento è massimo e quando qui nelle mie strade ritroverò l'Argentina di poco tempo fà ci sarà solo una cosa da fare:

                                                       Scendere in piazza !

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