21.3.05

Senza titolo 620

Il silenzio di questa camera ha il sapore di fumo secco,di ricordo esperto e senza letto,dopo sbarre e voci confuse,mi ritrovo a vagare negli stessi meandri vagabondi,nel riflesso sempre acceso della ragione altrui.....Cosa voglio non lo so,non lo capisco,vivo nel continuo ripiegarmi in me stesso,nell'ombra sempre accesa del mio infantilismo,non cresco,non muoio,ma non sono eterno.Mi vedo crescere nelle mie lacrime,nelle rughe di mia madre e nelle parole di mio padre,ma lo specchio è sempre lo stesso.Il vuoto che sento dentro è sempre lo stesso,mutuato nel lamento,nell'incomprensione di tutto quello che è esterno,non so,non capisco,non voglio.A volte mi illudo di essere un poeta,uno scrittore,ma è solo una illusione,un'onda in mare che si sperde nella paura di arrivare al porto,leggo altri,leggo molti,ma non li apprezzo,a mia voglia mi voglio fare apprezzare,ma solo sgomento,solo parole sfruttate per adattamento,per ipocrisia,ciò che proviamo ci rende unici e credere di capire gli altri ci accomuna e ci rende schiavi dello stesso teatro,mentre scrivo,qualcosa scivola tra le pagine,nelle strade oltre le fogne........Siamo ciò che non leggeremo mai,solo epitaffi d'effetto che svirgolano il silenzio,o forse lo sono solo io e cerco di accomunarmi agli altri per sentire meno il peso della mia alienazione,mia,come la solitudine delle frasi scaltre che non decoro.Anche queste sono parole che non sapranno trovare terreno fertile,solo semi nel deserto di coscienze aride,ipocrisia ad oltranza pur se esanime,critica sterile e senza ricorso se contrapposta al vostro orgoglio,alla vostra ragione,graffi scordati su di unafinestra in attesa d'infrangersi su se stessi.Anche nelle parole mi ritrovo silenzioso,a colmare gli attimi di fiato con palpebre socchiuse,sguardi che si perdono lontano e mani che scavano nelle tasche e poi si parla di arte,artefici e malefici,ma solo io conosco il sapore di vetro rotto e bottiglie rotte,bicchieri capovolti ed alcooliche visioni,solo io,io solo,nel silenzio che cerco e che trovo.Poi mi sveglio,sempre nei miei occhi,sempre nei miei sogni,nella speranza di grattarmi e ferirmi nei bisogni,ma non cambia nulla,tutto è una passata di spugna nel giorno che muore e sull'alba che spunta,mentre gli altri si sanno lamentare,come canzoni e rime baciate,torno a pensare alle sbarre di un manicomio,di una stalla,d'un granaio senza speranza;alle mura in cui mi chiudo senza stanza,alla pazienza che conosco in ogni vertebra ed in ogni arroganza,chi se ne frega?Voi?Non credo proprio,vi ho voluto soltanto annoiare con ciò che sono,tanto siete già troppo pieni di voi stessi,dei vostri versi e sberleffi,che rimane,se non continuare a farmi odiare,nell'incomprensione labile che a vicenda ci fa amare...........


Ed alla fine son solo pazzo,perchè provo ciò che provo e non me ne vergogno,perchè sono ciò che sento e non abbandono,chi se ne fotte voi avete ragione ed io son un altro ladrone senza decoro,sbrigatevi la fine del mese sta arrivando,fatevi inculare finchè potete il salario ne vale la pena.ma non le mie vene.........

Nessun commento:

Eros Socal, il funerale all'alba del pasticcere (come voleva lui): «Così verrà solo solo chi ci tiene veramente»

E' stato celebrato oggi alle 6 del mattino, come da testuali volontà, l’addio a  Eros Socal , il pasticcere di  Possagno  scomparso i gi...