1.9.13

Costa Concordia,Morto il pompiere-eroe della Concordia Il pompiere in crociera salvò dal naufragio un paraplegico quartese



prima stanno per mesi e mesi triturandoci i coglioni da mattina e sera con speciali e contro speciali su tale argomento quando se ne deve parlare solo qualche trafiletto in cronaca , scommettiamo se fosse morto Schettino o affondata la nave ne avrebbe parlato nelle prime pagine ? mentre di ciò un articolo per giunta su un giornale locale . 




dall'unione sarda del 1\9\2013



STORIE. Sconfitto da una malattia Paolo Rona, rischiò la vita per Davide Ruggeri
Costa Concordia,Morto il pompiere-eroe della Concordia
Il pompiere in crociera salvò dal naufragio un paraplegico quartese



                                                   Paolo Rona con Davide Ruggeri



Paolo Rona, 49 anni, vigile del fuoco a Pavia, è morto sconfitto da un tumore. Aveva rischiato la sua vita sul gigante della Costa che affondava, per salvare Davide Ruggeri, 48 anni. Maresciallo dell'aeronautica in pensione, costretto su una sedia a rotelle, era stato lasciato solo con la moglie nel fuggi fuggi generale.
Rona non lo aveva abbandonato, lo aveva sollevato di peso e accompagnato sino alla scialuppa. Era nata un'amicizia fraterna e indissolubile. Per questo Davide Ruggeri non è mancato ai funerali del vigile del fuoco che, quando gli salvò la vita, non sapeva ancora di essere malato di cancro.
Il vigile del fuoco di Pavia era in crociera sulla Concordia con la moglie. Salvò il paraplegico quartese abbandonato da tutti. Mercoledì è morto.Le luci erano spente da un pezzo, la nave inclinata su un fianco, quando la notte del 13 gennaio 2012 la voce del comandante Francesco Schettino uscì (troppo tardi) dagli altoparlanti per ordinare l'evacuazione della nave da crociera Costa Concordia, da lui condotta su una “secca” all'Isola del Giglio. Per raggiungere le scialuppe di salvataggio, al ponte superiore, se la diedero a gambe tutti. Quasi tutti. Non lo fece il primo maresciallo in congedo dell'Aeronautica militare Davide Ruggeri, 48 anni, perché reso paraplegico da un tumore pur sconfitto. Non lo fece sua moglie Cinzia Cocco, insegnante elementare di 38 anni, che di andarsene non aveva alcuna intenzione benché lui la implorasse: « Salvati almeno tu, vai ». Lo stesso invito non si era reso necessario per la coppia di amici seduti al loro tavolo, che se l'erano squagliata abbandonando i Ruggeri al loro destino («Li abbiamo cancellati», si amareggia Cinzia). Invece rimase la coppia di sconosciuti in viaggio di nozze d'argento seduta al tavolo a fianco, che non lasciò soli i coniugi quartesi, mentre lei piangeva disperata e implorava: « Non abbandonateci ». Una voce calma la rassicurò: «Mia moglie ora va su, ma io non vi abbandono».Era di Paolo Rona, quella voce: vigile del fuoco a Pavia, 49 anni, rischiò la morte con Cinzia per trasportare Ruggeri con tutta la carrozzina al ponte superiore e per scaraventarlo (letteralmente) sulla scialuppa, dando così inizio a un'amicizia con il suo salvatore che sa più di fratellanza. Poi, raggiunta l'Isola del Giglio, tornò indietro per ripescare altri naufraghi (che salvò) e alcuni dei 32 cadaveri di quella tragedia. Infine, stremato, disse: «Mi fa male un braccio, troppo sforzo».Ancora non lo sapeva, Rona, ma era il dolore di una delle tante metastasi che lo stavano aggredendo, e che mercoledì scorso hanno ucciso a Pavia l'eroe della Costa Concordia, conosciuto in tutta l'Italia perché i coniugi Ruggeri hanno partecipato a numerose trasmissioni delle tv nazionali per raccontare a tutti il suo gesto: l'ultima è stata “Eroi per caso”, con Paola Perego, su Raiuno in primavera. C'erano anche gli altri “eroi” di quella puntata, alle esequie, tra cui un carabiniere che si offrì a una banda di rapinatori in cambio del rilascio degli ostaggi: abbracciava Ruggeri, gli ripeteva “Capisco la tua disperazione”.Ai funerali di Rona, celebrati nella sala partenze del Comando dei vigili del fuoco di Pavia, c'erano migliaia di persone. Una arrivava da Quartu: era Davide Ruggeri, che per la prima volta da quando è in carrozzina ha affrontato un viaggio per conto proprio, lontano dalla sua inseparabile moglie: «Volevo vivere questa emozione senza che Cinzia mi assistesse continuamente, come fa sempre. Volevo essere lì solo per Paolo e pensare solo a lui, e poi volevo superare un ostacolo psicologico: io, disabile, in viaggio da solo. Paolo mi ha dato la forza, mi ha aiutato un'altra volta: ora credo di più in me, in quello che posso fare».Il comandante Giordano, i colleghi, i tanti salvati (anche a L'Aquila terremotata) dal pompiere di Pavia, la sua famiglia che non gli ha permesso di andare in albergo ma l'ha voluto a casa: Ruggeri ringrazia tutti. «Due le emozioni più grandi: il suono delle sirene al funerale e un signore che ha detto a Piera, la vedova, che Paolo aveva salvato suo figlio. Sapeva che un figlio di Paolo è disoccupato, e ha detto che lo assumerà lui. Il mio amico-fratello ha seminato amore, e amore raccoglie. Ora il mio scopo principale è fargli ottenere la medaglia d'oro al valor civile: vivrò per questo».
Luigi Almiento

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