voglio iniziare scusatemi , ma sentendo i tg , sull'ulteriore ampliamento della guerra in Siria , non riesco a farne a meno . Il primo è una famosda poesia , fatta studiare a scuola mi pare alle elementari
La guerra che verrà
non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
(Bertolt Brecht)
La seconda è un estratto dalla prima puntata o quanto meno una delle prime di Rumiz : << Sono due mesi che viaggio su questo fronte, due mesi col sole e col vento, il fango e la neve, e ancora non riesco a riprodurre la percezione del macello, il fiato corto, le scariche di paura. Non ce la faccio a entrare in quelle scarpe e in quei vestiti di panno rancido. È come se, di trincea in trincea, questa guerra anziché avvicinarsi diventasse più lontana e inconcepibile. Ho davanti a me il paradigma dell'inumano e dell'insensato, qualcosa che è vano cercar di rivivere. Forse, come mi ha detto un bravo generale, alla mia umana percezione manca l'unica cosa non riproducibile. L'odore. >>
dopo il toccante racconto a puntate pubblicato dal 4 agosto al 4 settembre ( eccetto la domenica ) concluso oggi .
Potete trovare qui tutte le puntate del reportage di Rumiz e qualche estratto video , il 10 settembre uscirà in edicola in dvd con Repubblica da martedì 10 settembre 2013,Il film Qui racconta il viaggio di Rumiz raccontato in 27 puntate nell'agosto 2013, e si tratta di un'ora e mezza di materiale inedito, di cui i lettori di Repubblica hanno avuto un assaggio attraverso le pillole del backstage pubblicate quotidianamente su repubblica . esce il dv di tale viaggio Di ritorno da un lungo viaggio attraverso i luoghi della Grande guerra, Paolo Rumiz scrive una lettera ai suoi figli, ripercorrendo racconti, leggende, piccole grandi storie tramandate da custodi della memoria incontrati durante il percorso
Luoghi di straordinaria bellezza, teatri di sanguinose battaglie ora sepolte tra le cime delle montagne. Una linea infinita di pinnacoli, camminamenti, trincee e fortini, balaustre su un'Italia stupenda e selvaggia.
Un percorso che comincia dal 1914, quando Trieste era ancora asburgica e austriaci di lingua italiana andarono a combattere in Galizia per l'Impero Austro-Ungarico e prosegue attraverso tutto il fronte italo-austriaco, tra Trieste e lo Stelvio, dal Pasubio al Pal Piccolo, tra l'Ortigara e il Grappa, alla ricerca di segni di un tempo che sembra lontano e invece è vicinissimo.
La storia del primo conflitto raccontata anche dalla parte dei vinti senza la retorica stucchevole nazionalista che si celebrerà dall'anno prossimo fino al 2018 . E di cui in cui , insieme alla passione per la storia e le storie delle persone ( in quanto la storia siamo noi come dice anche una famosissima canzone poesia ) sono stato impregnato da bambino in quanto : 1) i rituali del 4 novembre e per i 80 e poi 90 anni della brigata Sassari e del primo conflitto mondiale , infatti la mia città è stata quella che ha dato i natali il 1° Marzo del 1915 151° ( l'altro il 152° fanteria,venne creato a Sinnai (CA) ) fanteria della brigata Sassari ., 2) I racconti indiretti dei miei nonni paterni ( del 1905 e del 1911 ) e materni ( 1910 e 1914 ) . Ho avuto dei prozii da parte di madre : uno che parti appena 18 enne e mori neppure un mese dopo a caporetto saltando su una mina e si trova al Sacrario di Redipuglia ., ed un altro che mori ( io avevo 1-2 anni ) a 93 anni . 3) le letture scolastiche e non : Emilio Lussu un anno sull'altipiano e le poesie de il porto sepolto di Giuseppe Ungaetti , opere come Addio alle armi , Niente di nuovo sul fronte occidentale , Gli intrepidi sardi della brigata Sassari di Leonardo Motzo , fanterie sarde all'ombra del tricolore di Alfredo Graziani il tenente scopa del libro di Emilio Lussu , e per finire storia della brigata Sassari di Giuseppina Fois regalatomi da un amico di babbo ex generale della Sassari e la storia d'italia a fumetti di Enzo Biagi , in particolare Da Napoleone alla Repubblica italiana. Grande rumiz cosi la storia dovreebbe essere insegnata a scuola . Solo cosi si ha e si può parlare di memoria condivisa
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