Campolongo 22 luglio 1915: A S. Maria la Longa oggi hanno benedetto le Bandiere e io non sono potuto essere presente alla cerimonia. Sono stato mandato a cavallo qui avanti, col sottotenente Attilio Solinas da Sassari del 152° e con dodici ciclisti, per preparare gli alloggiamenti alla Brigata che arriverà più lardi. Alle 17.20 abbiamo pausato sulla strada di Visco il vecchio confine. Intenti a riconoscerne da un momento all'altro il segno indicatore, se mai vi fosse ancora, seguivamo l'itinerario sulla carta, ad andatura di passo. V'era, difatti, la tabella gialla e nera, abbattuta sul fossato
della strada, inutile, vinta: irreparabilmente. Solinas è stato il primo a scorgerla e a indicarla a tutti; e come il cuore ci batteva più forte per subita gioia, siamo entrati nel territorio sino a ieri nemico gridando: Viva l'Italia! e incitati contemporaneamente i cavalli, abbiamo proseguito di corsa, con i ciclisti appresso, anelanti di percorrere presto il più possibile del suolo dai nostri fratelli già riscattato.
della strada, inutile, vinta: irreparabilmente. Solinas è stato il primo a scorgerla e a indicarla a tutti; e come il cuore ci batteva più forte per subita gioia, siamo entrati nel territorio sino a ieri nemico gridando: Viva l'Italia! e incitati contemporaneamente i cavalli, abbiamo proseguito di corsa, con i ciclisti appresso, anelanti di percorrere presto il più possibile del suolo dai nostri fratelli già riscattato.
Filanda di Sdraussina, 24 luglio 1915: All'alba siamo partiti da Campolongo e ci siamo trasferiti a Romana. Abbiamo incontrato durante la marcia i resti dì un reggimento della brigata Regina che ha lasciato la linea, dove si è battuto meravigliosamente. Pochi soldati e qualche ufficiale attorno a una bandiera: riposavano sui margini della strada. Laceri, incolti, coi segni della stanchezza sul viso
o negli occhi smarriti ancora le tragiche visioni degli orrori vissuti. Soli, abbandonati : meriterebbero di essere portati
in trionfo. Sull'imbrunire il maggiore Fapanni, il mio comandante di battaglione,ha dato l'ordine a noi ufficiali di dare le sciabole in custodia al carreggio e di levarcii distintivi di grado dalle controspalline: una necessità un po' triste. Abbiamo mangiato in silenzio, in piedi. Poi verso le otto abbiamo ripreso la marcia. L'oscurità era fitta, la pioggia continua. Sull'Isonzo ci hanno raggiunto le prime cannonate,poiché gli Austriaci tiravano sui ponti. E ci siamo fermati a Sdraussina, in questa filanda, all'addiaccio. E' freddo. Oggi è l'onomastico di mia madre.
(Ricerche di M. Pirrrigheddu in collaborazione con l’Associazione Brigata Sassari)
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