LEGGENDE GALLURESI.
La potenza della felce maschio
Un bandito, il giovane più fiero della Gallura che nemmeno la giustizia aveva potuto catturare, si era posto in mente di avere i tre fiori della felce maschio, perché se si avevano questi tre fiori, non si poteva morirne, quando si era colpiti dal piombo. Per avere questi tre fiori, bisognava andare in un fiume lontano lontano donde non si poteva intendere canto di gallo e bisognava andare il primo giorno di agosto. Questi fiori sarebbero sbocciati a mezzanotte, ma non bisognava avere nessuna paura per qualunque cosa si fosse presentata. Dunque questo bandito, il primo giorno d’agosto, si pone in cammino per andare a questo fiume; quando era uscito, la nottata era proprio bella, ma a mezzanotte si scatena la tempesta: grandine, lampi, tuoni, baleni, lingue di fuoco da tutte le parti, sopra il capo, nei piedi, ed egli fermo, aspettando a sbocciare il fiore. Ecco che alla luce d’un lampo,
vede sboccire il fiore, lo raccoglie e aspetta il secondo. Egli aspetta senza spaventarsi per vedere passare tori, vacche, cinghiali che cercavano di fargli del male. Ecco che arriva un serpente; questo comincia a stringergli la caviglia, la coscia, e a poco a poco arriva al collo e sembra che lo voglia strangolare; egli crede di essere proprio all’estremo, quando il serpente lo guarda fisso negli occhi e manda un fischio stridente, scompare e sboccia il secondo fiore. Il bandito è tutto contento e, credendo di poter liberare così subito subito l’uomo dal piombo, aspetta il terzo fiore. Passano pochi minuti, quando in mezzo a quel silenzio, s’intende grande frastuono di cavalli e di uomini armati; nel principio il bandito con la speranza è rimasto fermo al suo posto, ma quando vede accostarsi una frotta di carabinieri, teme, crede di essere stato scoperto e tira un colpo d’archibugio. Il terzo fiore certamente non è sbocciato, peggio per l’anima dell’uomo che non ha resistito, e il piombo, per conto suo, continua a fare il suo cammino.
La potenza della felce maschio
Un bandito, il giovane più fiero della Gallura che nemmeno la giustizia aveva potuto catturare, si era posto in mente di avere i tre fiori della felce maschio, perché se si avevano questi tre fiori, non si poteva morirne, quando si era colpiti dal piombo. Per avere questi tre fiori, bisognava andare in un fiume lontano lontano donde non si poteva intendere canto di gallo e bisognava andare il primo giorno di agosto. Questi fiori sarebbero sbocciati a mezzanotte, ma non bisognava avere nessuna paura per qualunque cosa si fosse presentata. Dunque questo bandito, il primo giorno d’agosto, si pone in cammino per andare a questo fiume; quando era uscito, la nottata era proprio bella, ma a mezzanotte si scatena la tempesta: grandine, lampi, tuoni, baleni, lingue di fuoco da tutte le parti, sopra il capo, nei piedi, ed egli fermo, aspettando a sbocciare il fiore. Ecco che alla luce d’un lampo,
( Nella foto il bandito Luigi Fresi.) |
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