16.7.15

vinciamo i pregiudizi e li stereotipi . Anche il velo ( non quello integrale, non il burka ma quello simile alle nostre donne e del sud d'italia ) riguarda la libertà di scelta individuale. la storia di la studentessa londinese musulmana Hanna Yusuf.

Come dal titolo questa è la risposta a chi dice che il velo da intendersi quello classico ovvero il << hijab il normale foulard che copre i capelli e il collo della donna, lasciando scoperto il viso [...] >> da https://it.wikipedia.org/wiki/Tipi_di_velo_islamico e non il burka e gli altri da intendersi ( io lo intendo cosi ) una interpretazione fondamentalista e capziosa del corano in quanto  sempre  secondo wikipedia  e ad  altri studi   sull'islam   
nel Corano la parola venga utilizzata in maniera generica, oggi è diffusa per indicare la copertura minima prevista dalla shari'a per l'uomo e soprattutto per la donna musulmana. Questa copertura prevede non solo che la donna veli il proprio capo (nascondendo fronte, orecchie, nuca e capelli), ma anche che indossi un vestito lungo e largo, in modo da celare le forme del corpo.
esso  può essere  una scelta    femminista   e non tutte le donne che indossano il velo sono costrette a farlo  come  , dice la studentessa londinese musulmana Hanna Yusuf.

in  questo  video  tratto  dal  http://www.theguardian.com/





 Per  chi volesse  i sottotitoli  (    downloadhelper  mel lo dava  in un formato   non visualizzabile  con excplorer  )   lo trova    su   http://www.internazionale.it/video   più precisamente  qui


Ha  ragione l'amica   Daniela  Tuscano   che in una discussione ( la  trovate  qui  )  sul gruppo cattolici progressiti     di facebook  afferma








Daniela Tuscano Il velo non è che un pezzo di stoffa. La paura degli occidentali verso questo indumento è direttamente proporzionale alla smania di denudare le donne. È sempre un punto di vista maschile che guarda la donna unicamente dal lato sessuale.
Tempo fa postai (e poi mostrai a scuola) alcune immagini di donne velate: le prime erano musulmane, le seconde erano donne del Sud Italia in abiti tradizionali e nessuno capì le differenze.
Sempre a scuola ho avuto alunne velate che non erano per niente sottomesse. Alcune poi erano molto eleganti.
Ha solo un valore simbolico, per noi qui sulla Terra. Basterebbe ricordare cosa disse Piccarda Donati (che al mondo fu "vergine sorella", cioè suora, poi però rapita dai fratelli e costretta a un matrimonio con un uomo violento per cui morì di crepacuore: un caso di femminicidio, e non l'unico, in verità, nella Commedia) in proposito.
È nato come imposizione maschile per distinguere le donne "perbene" dalle prostitute ma poi si è tramutato in simbolo anche di rivalsa femminile e, perché no, femminista.
Di certo non è più umiliante del nudo commercializzato e di quello chiassoso e colonialista delle Femen, che fortunatamente per tutti/e non si sentono da un po'.
Quando ci occuperemo degli indumenti maschili, o meglio ancora quando non ci occuperemo più di queste storie sarà meglio per tutti. Adesso, se una ragazza vuol velarsi (e molte lo fanno di loro sponte) senza per questo che il suo gesto simboleggi un disprezzo dei valori democratici lo faccia pure.
Preferisco di gran lunga loro a certe studentesse col sedere mezzo fuori che mi capita di vedere nelle aule.
Ad ogni modo, suggerisco un gruppo, anche se in inglese: Muslim Women Against Femen. Sono tutte femministe, musulmane e velate. Ma non schiave.


Aggiungo  solo al  già  chiaro ed  efficace  post  di Daniela   anche all'ignoranza  della propaganda   dei  malpancisti  seminatori  d'odio (   e di conseguenza    di coloro  che ci  credono prendendo per  oro  colato   quello che dicono   )  che   mettono sullo stesso piano




Aggiungo  solo al  già  chiaro ed  efficace  post  di Daniela   anche all'ignoranza  della propaganda   dei  malpancisti  seminatori  d'odio (   e di conseguenza    di coloro  che ci  credono prendendo per  oro  colato   quello che dicono   )  che   mettono sullo stesso piano  :

  • Niqab: erroneamente confuso con il burqa, il niqab è il velo che copre il volto della donna e che può (nella maggior parte dei casi) lasciare scoperti gli occhi. Ne esistono di due tipi: quello saudita e quello yemenita. Il primo è un copricapo composto da uno, due o tre veli, con una fascia che, passando dalla fronte, viene legata dietro la nuca. Il secondo è composto da due pezzi: un fazzoletto triangolare a coprire la fronte (come una bandana) e un altro rettangolare che copre il viso da sotto gli occhi a sotto il mento.
  • Abaya (Golfo Persico), lungo dalla testa ai piedi, leggero ma coprente, lascia completamente scoperto il volto.
  • Chador (Iran): generalmente nero, indica sia un velo sulla testa, sia un mantello su tutto il corpo.
Cincludo rispondendo a chi   sicuramente mi dirà : <<  ma  ti piace  se vengono qui  e  t'impongono  il velo (  io più estremisti )   o di coprirti i capelli ( i  più moderati  ) . 

  con  
  • Burqa: per lo più azzurro, con una griglia all'altezza degli occhi, copre interamente il corpo della donna. Tecnicamente, assolve le funzioni del niqab e del khimar.







Concludo rispondendo a chi   sicuramente mi dirà : <<  ma  ti piace  se vengono qui  e  t'impongono  il velo (  io più estremisti )   o di coprirti i capelli ( i  più moderati  ) .  >>  che   a me  i  vari tipi di velo  , eccetto il Nijab  saudita  e  il Burqua   che coprono il viso  che mi sembrano  troppo esagerati  ed  una interpretazioni fondamentalista  e   radicale    o fanatica della religione islamica     non  danno  se  usati   liberamente   e senza  costrizione \  obbligo   fastidio .  IL loro uso  , se   spontaneo  e  facoltativo  , non  mi turba  e  per    un certo verso  indifferente   perchè  :  nel sud  d'italia  ed parlo n  particolare la mia regione si portava  ed  ora   l'uso  islamico  mediato dai cattolici orientali   \ bizantini   e   dagli  Aragonesi \  Spagnoli che riprendono un influenza   della  dominaziona araba dell'Andalusia   (  ho spiegato   qui  sul blog  perchè la sardegna  dev'essere considerato sud   e  non italia  centrale  ) per  conoscenza  diretta ( uso del fazzoletto  e  dell'abito nero  del lutto   da parte di mia nonna materna  e il vedere  passare  le anziane del paesi  con i fazzoletti in testa e  con il vestito  nero del lutto   abito simile   al  Abaya  e al  chador   )  e ed  indiretta  (  racconti  dei mie  genitori  )    

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