"Mi dicevano ucciditi, invece ho scritto un libro". La rivincita di Erika di quartu sant'elena , 16enne vittima dei bulli

Generalmente quando si parla di bullismo e di violenza fra adolescenti si parla solo delle angherie subite e della prostrazione o del suicidio . Ebbene ecco un caso del suo superamento . questa la storia n riportata sotto è un esempio di coraggio, per tanti bambini che hanno i suo stesso problema ma soprattutot ovviament e senza generalizzare per quei i genitori che non vogliono vedere che i loro figli stanno attraversando l'inferno e loro sdrammatizzano



"Mi dicevano ucciditi, invece ho scritto un libro". La rivincita di Erika, 16enne vittima dei bulli


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"Mi dicevano ucciditi, invece ho scritto un libro". La rivincita di Erika, 16enne vittima dei bulli

Oggi alle 16:44 - ultimo aggiornamento alle 19:16

Prima il baratro, poi la rinascita. Erika Orrù ha 16 anni e vive a Quartu. È una ragazza esile e carina, sopravvissuta a un periodo d'inferno.Sbeffeggiata, maltrattata e umiliata dai suoi compagni di scuola fin dalla prima elementare, arrivata alla prima superiore ha deciso di ritirarsi perché ormai non
mangiava più ed aveva continui attacchi di panico.
"Mi dicevano che ero un mostro. Mi dicevano "ucciditi". Chiedevo a mia madre: "Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?".
Si è allontanata dal precipizio scrivendo un libro "E vissero tutti dannatamente infelici", e lasciando parlare i suoi personaggi: Giada e Marika, vittime di bullismo.
"Adesso mi piacerebbe tanto avere degli amici, non sono mai stata accettata. Quando vedo i ragazzi che escono in gruppo, li invidio".



Prima il baratro, poi la rinascita. Erika Orrù ha 16 anni e vive a Quartu. È una ragazza esile e carina, sopravvissuta a un periodo d'inferno.
Sbeffeggiata, maltrattata e umiliata dai suoi compagni di scuola fin dalla prima elementare, arrivata alla prima superiore ha deciso di ritirarsi perché ormai non mangiava più ed aveva continui attacchi di panico.
"Mi dicevano che ero un mostro. Mi dicevano "ucciditi". Chiedevo a mia madre: "Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?".
Si è allontanata dal precipizio scrivendo un libro "E vissero tutti dannatamente infelici", e lasciando parlare i suoi personaggi: Giada e Marika, vittime di bullismo.
"Adesso mi piacerebbe tanto avere degli amici, non sono mai stata accettata. Quando uando vedo i ragazzi che escono in gruppo, li invidio"





Anch'io mi pongo gli stessi interrogativi di 



Giorgio Pintus Un tema delicato e attualissimo: qualche interrogativo: primo: quali azioni sono state promosse nei confronti di chi stalkerava fino a costringerla a ritirarsi da scuola? Secondo: perché ritirarsi e non cambiare classe o istituto? Terzo: i genitori hanno assistito passivamente a questa gogna? Quarto: in questa intervista quanto pesa la denuncia per la vicenda personale e quanto l'esigenza di propagandare il libro? Resta il fatto che al di là di come sono andate le cose scrivere è un'esperienza straordinaria. Tanti auguri. (...) per natura mi pongo domande su tutto.. anche in questo caso mi sono chiesto come mai , una bambina che è stata, parole testuali (quindi scritte non da me ma dal giornale) '' Sbeffeggiata, maltrattata e umiliata dai suoi compagni di scuola fin dalla prima elementare'', a 6 anni? capito?. a 6 anni da altri bambini che ragionevolmente avevano 6 anni.... ma che cavolo.. tutti lei se li è beccati i criminali in erba? ..''arrivata alla prima superiore ha deciso di ritirarsi'' .. e ripeto fin dalla prima elementare ... (non so quale classe frequentava quando le hanno suggerito di suicidarsi), addirittura è costretta a ritirarsi da scuola ed ecco che, combinazione.. la sua tragedia diventa di dominio pubblico nel momento in cui pubblica un libro.... e negli otto anni della scuola dell'obbligo qualcuno ha tollerato senza muovere un dito, senza reagire, senza denunciare? Ma 'ndo cazzo andava a scuola  ?











vedo i ragazzi che escono in gruppo, li invidio".

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