20.8.06

Senza titolo 1405

 buone  nortizie per il cane   del post precedente 


Lucky Pablo ha una nuova casa
Adottato da una coppia di sassaresi il cane lanciato dal finestrino di un’auto e salvato da due spagnoli
Tantissime le richieste che sono arrivate da tutta l’Italia















FEDERICO SPANO




 SASSARI.
Ha già trovato casa. Lucky Pablo, il cucciolo lanciato dal finestrino di un’auto in corsa giovedì notte, nella superstrada Sassari-Alghero, è fortunato in tutti i sensi. Dopo essere stato salvato da due turisti spagnoli e ricoverato nel canile della Lida, ieri sera è stato adottato da una giovane coppia sassarese, che abita in una casa di campagna, a Molafà. Prima di raggiungere i nuovi padroni, però, Lucky Pablo dovrà attendere almeno tre giorni. I veterinari che collaborano con la Lida (Lega italiana difesa animali) dovranno vaccinarlo e sverminarlo, inoltre il cucciolo, un bell’incrocio di Labrador di cinque mesi, dovrà essere microcippato. Solo allora potrà raggiungere la suo nuova casa, dove troverà una nutrita compagnia. I suoi nuovi padroni, infatti, possiedono altri tre cani. Questo particolare è stato determinante per l’affidamento di Lucky. I responsabili della Lida, che hanno ricevuto tantissime richieste da tutta Italia (Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna), hanno deciso di dare in adozione il cucciolo a due sicuri amanti degli animali. Inoltre, l’abitazione di Molafà, garantirà al cagnolino una vita all’aria aperta.
 L’episodio di giovedì scorso ha destato grande scalpore, la notizia del cucciolo lanciato da un’auto in corsa ha fatto il giro d’Italia. E così è scattata la corsa all’adozione. Ciò che sorprende e rattrista i responsabili dei canili, e gli amanti dei cani in genere, è il fatto che la gente si ricordi degli animali senza un padrone, soltanto quando sono protagonisti di un episodio particolare, magari di un fatto di cronaca, e comunque quando ne parlano stampa e tv. In città esistono due canili e un ricovero gestiti da tre associazioni: «Lida», «Qua la zampa» e «Amico cane». I cani in attesa di una famiglia, soltanto in città, sono circa 700. Una cifra enorme, soprattutto se si considera che molti animali sono diventati «anziani» dentro una gabbia. Da quando la «Nuova Sardegna» pubblica la rubrica settimanale sui cani curati dalle associazioni cittadine, le adozioni sono state numerose. Anche due alla settimana. Una goccia, però, in un oceano di abbandoni. D’estate, sembra quasi scontato dirlo, in tanti si disfano dei cuccioli adottati per fare contenti i figli, ma troppo fastidiosi quando si parte per le ferie. «Ciò che abbiamo notato è che la gente è diventata più crudele - afferma Maria Carboni, presidente della Lida -. Prima i cuccioli venivano semplicemente abbandonati per strada. Di recente abbiamo assistito a episodi terribili, con animali scaricati dentro cassonetti, legati a cancelli e lasciati sotto il sole per giorni». Lucky non è stato l’unico a essere lanciato dal finestrino di un’auto in corsa. L’anno scorso un altro cane, molto meno fortunato, è stato lanciato da una macchina sulla «131» e investito dall’auto che seguiva. Per lui non c’è stato niente da fare, nonostante l’intervento dei veterinari e dei volontari.
 Fino a pochi mesi fa, molti avevano l’abitudine di abbandonare gli animali proprio accanto ai canili cittadini. Un fenomeno che è stato eliminato grazie ai numerosi controlli delle forze di polizia. Questo non vuol dire che gli abbandoni siano diminuiti. Tutt’altro. E all’origine di questa piaga, che alimenta il randagismo e crea non poche difficoltà a chi della salvaguardia dei cani ha fatto una ragione di vita, c’è un problema culturale. «La gente non è abituata a sterilizzare gli animali - spiega Angela Onida, presidente dell’associazione “Amico cane” che si occupa del ricovero a Li Gadduffi -. In molti pensano che sia una crudeltà, ma in realtà è esattamente l’opposto, altri non hanno neanche idea dell’importanza di questo intervento. E il discorso vale anche per i gatti».
 Il problema principale delle associazioni che gestiscono i canili sono le scarse risorse economiche. Rispetto al 2005, la Regione ha ridotto i fondi, e sfamare tanti animali diventa un’impresa, al punto che chi fa parte delle associazioni è disposto anche a indebitarsi personalmente pur di non far mancare il cibo ai cani. Fortunatamente da tempo i panifici cittadini consegnano ai canili il pane che avanza, lo stesso fanno ristoranti e supermercati che danno ai volontari gli avanzi o i prodotti appena scaduti.
 Lucky Pablo ha già trovato una casa. Altri 700 cani, soltanto a Sassari, aspettano da anni una vita “normale” e un padrone che si prenda cura di loro. Un padrone da amare, senza condizioni.









Speriamo  solo  che  i padroni lo facciano perchè lo sentano  realmente  , e  non perchè và di moda  o peggio per lavarsi la coscienza 

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