Olbia, bimbo autistico fa cadere la maestra: genitori a processo
L’accusa: il bambino è maleducato. Ma il piccolo alunno protagonista della vicenda giudiziaria soffre di autismo
di Tiziana Simula
Bambini e autismo (foto simbolo)
OLBIA. Matteo corre per l’aula, la maestra cerca di bloccarlo, lui le dà un calcio e la spinge. E lei cade. Matteo (nome di fantasia), ha solo otto anni e frequenta una scuola elementare di Olbia. Per quella caduta provocata all’insegnante, avvenuta nel 2014, i suoi genitori sono ora finiti a processo davanti al giudice di pace di Tempio con l’accusa di lesioni colpose. Nel capo d’imputazione viene in sostanza contestato a mamma e papà di «non aver impartito al figlio la dovuta educazione al fine di contenere i comportamenti aggressivi verso se stesso e verso gli altri alunni e insegnanti».
Ma Matteo non è maleducato: è autistico. E il suo comportamento è effetto del disturbo di cui soffre. Per questo, l’altro ieri, in udienza, il difensore dei genitori, l’avvocato Giampaolo Murrighile, ha presentato al giudice un’eccezione preliminare chiedendo il proscioglimento per i suoi assistiti. In mano, la certificazione medica che attesta che il bambino è affetto da “disturbo dello spettro autistico”. Condizione che nel 2014 era in fase di accertamento.
«Ma oggi c’è la certificazione», precisa l’avvocato. Sorpreso e amareggiato per una vicenda giudiziaria singolare, che aggiunge dolore al dolore di una famiglia. «Mi ritrovo a difendere dei genitori che hanno l’unica colpa di avere un figlio autistico».
All’apertura del processo, la maestra (alla quale i medici, a suo tempo, avevano assegnato 15 giorni di cure), si è costituita parte civile. La vicenda giudiziaria, quindi, procede. Ora ad accertare che Matteo sia effettivamente autistico, sarà un consulente nominato dal giudice di pace. L’incarico al psichiatra infantile verrà conferito nella prossima udienza, fissata a marzo. «La vicenda giudiziaria nella sua semplicità è addirittura banale – dice l’avvocato –. Di più grave c’è il fatto che si intenda proseguire nell’offensiva penale contro i genitori pur sapendo ora, se non dal principio, che il bambino è affetto da questa grave disabilità».
La famiglia di Matteo fa parte dell’Associazione autistici “Sensibilmente”. «È un caso emblematico, in cui si evidenzia l’incapacità da
parte dell’insegnante di capire e aiutare il suo alunno – dice la presidente Veronica Asara – All’epoca dei fatti, il bambino era in fase di diagnosi, ma davanti a comportamenti che evidenziano gravi difficoltà, è davvero necessario un certificato o basterebbe un po’ di umana comprensione? ».
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Bambini e autismo (foto simbolo)
OLBIA. Matteo corre per l’aula, la maestra cerca di bloccarlo, lui le dà un calcio e la spinge. E lei cade. Matteo (nome di fantasia), ha solo otto anni e frequenta una scuola elementare di Olbia. Per quella caduta provocata all’insegnante, avvenuta nel 2014, i suoi genitori sono ora finiti a processo davanti al giudice di pace di Tempio con l’accusa di lesioni colpose. Nel capo d’imputazione viene in sostanza contestato a mamma e papà di «non aver impartito al figlio la dovuta educazione al fine di contenere i comportamenti aggressivi verso se stesso e verso gli altri alunni e insegnanti».
Ma Matteo non è maleducato: è autistico. E il suo comportamento è effetto del disturbo di cui soffre. Per questo, l’altro ieri, in udienza, il difensore dei genitori, l’avvocato Giampaolo Murrighile, ha presentato al giudice un’eccezione preliminare chiedendo il proscioglimento per i suoi assistiti. In mano, la certificazione medica che attesta che il bambino è affetto da “disturbo dello spettro autistico”. Condizione che nel 2014 era in fase di accertamento.
«Ma oggi c’è la certificazione», precisa l’avvocato. Sorpreso e amareggiato per una vicenda giudiziaria singolare, che aggiunge dolore al dolore di una famiglia. «Mi ritrovo a difendere dei genitori che hanno l’unica colpa di avere un figlio autistico».
All’apertura del processo, la maestra (alla quale i medici, a suo tempo, avevano assegnato 15 giorni di cure), si è costituita parte civile. La vicenda giudiziaria, quindi, procede. Ora ad accertare che Matteo sia effettivamente autistico, sarà un consulente nominato dal giudice di pace. L’incarico al psichiatra infantile verrà conferito nella prossima udienza, fissata a marzo. «La vicenda giudiziaria nella sua semplicità è addirittura banale – dice l’avvocato –. Di più grave c’è il fatto che si intenda proseguire nell’offensiva penale contro i genitori pur sapendo ora, se non dal principio, che il bambino è affetto da questa grave disabilità».
La famiglia di Matteo fa parte dell’Associazione autistici “Sensibilmente”. «È un caso emblematico, in cui si evidenzia l’incapacità da
parte dell’insegnante di capire e aiutare il suo alunno – dice la presidente Veronica Asara – All’epoca dei fatti, il bambino era in fase di diagnosi, ma davanti a comportamenti che evidenziano gravi difficoltà, è davvero necessario un certificato o basterebbe un po’ di umana comprensione? ».
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