Il Metodo Kominsky: Il tema della vecchiaia al cinema nell' ultimo decennio. L’intelligenza nel raccontare l’ultima età della vita, dissacrandola e avvolgendola di tenerezza. Con interpretazioni sapien

 chi lo dice che le serie tv su netflix sono solo trash ? dopo la grandissima La regina degli scacchi (The Queen's Gambit) ecco una grandissima ( tre stagioni intense ) il metodo kominsky .
L’interpretazione di Michael Douglas è come sempre maiuscola (eccezionale, in tal senso, il suo monologo sulla morte), così come l’alchimia con la ritrovata Kathleen Turner: insieme, i due sono davvero irresistibili.
La sceneggiatura riesce nell’intento di approfondire argomenti delicati   (   quasi tabù  che solo poche  film e poche  serie     tv    hanno  affrontato  fino in fondo  ) come la terza età senza appesantirsi troppo, facendo un po’ di sana autoironia sullo stato dell’industria cinematografica e non disdegnando temi più contemporanei. Una  film dove   e dramma  e  comicità    si mescolano abilmente  
Infatti


viene da chiedersi << [... ]Cosa distingue la comicità dal dramma? Qual è la distanza tra i due generi? Gli esseri umani parlano, piangono, hanno paura, ridono, s’infuriano. Quali di queste cose è più importante e degna della nostra attenzione? Nessuna. Sono uguali. Non interpretiamo la comicità. Non interpretiamo il dramma. Interpretiamo la verità. Interpretate la realtà del momento. Se devi stimolare una risata, succederà. Non dovete forzarla, anzi forzarla è la cosa peggiore che si possa fare >> da https://www.taxidrivers.it/181688/serie-tv/netflix-serie-tv/il-metodo-kominsky-la-recensione-delle-sue-tre-stagioni.html Questa serie tv , in particolare gli ultimi 6 episodi della stagione conclusiva insegna che non è mai troppo tardi per sognare, per credere in se stessi, per raggiungere quell’obiettivo che si è inseguito per una vita intera. Se l’assenza di Arkin nel primo episodio dell'ultima stagione aveva fatto temere un possibile calo qualitativo e un’inflessione nella capacità comica, nelle dinamiche tra personaggi e nella resa generale della serie con il rischio di far fallire un buon progetto , la chimica tra il solito gigantesco Michael Douglas e Kathleen Turner riesce nel difficile compito di non far rimpiangere il co-protagonista originale e dona all’opera di Lorre una nuova dimensione particolarmente riuscita. E' stato capace di non rovinare una intera serie proprio nell’arco di soli sei episodi e di raccontare una commovente storia sulla terza età, sulle dinamiche di Hollywood, sulla paura di morire o di ricominciare. Una storia di rimpianti e di seconde occasioni, di amicizie indissolubili e di amori complicati, narrata con l’umorismo e la leggerezza (senza però mancare mai di rispetto) tipici di un autore come Chuck Lorre

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