Poi arriva il lockdown e un tempo ‘fermo’, per qualcuna anche la perdita del lavoro. Per tutte una grande occasione di riflettere sul cambiamento da ‘provocare’. «Nella primavera 2020 - raccontano Camille e Viola -, quando ci siamo ritrovate fuori dal lockdown ci siamo chieste: “Perché non lo facciamo davvero?”. Oltre ad essere scontente del lavoro, avevamo in comune anche l’insoddisfazione per l’offerta di abbigliamento per i bambini: capi tutti uguali, con fantasie stereotipate. Se vuoi qualcosa di più particolare, come stoffe di pregio, devi poter spendere. Allora ci siamo dette: proviamo noi a offrire un’alternativa. All’inizio l’idea era di confezionare grembiulini per la scuola, ma poi
abbiamo deciso di avere una visione più ampia». E così nasce il progetto Storie di Stoffa, un laboratorio artigianale di creazione capi per bambini, con un’idea in più: raccontare con ogni maglietta o accessorio una storia, anzi partire dalla storia che viene ideata e scritta dalle tre ragazze – confezionando un libricino che accompagna ogni capo - e poi ‘trasformata’ in una immagine simbolo che riempie lo spazio della maglietta. Un orsetto goloso, i colori che tornano ad abbracciarsi dopo le restrizioni della pandemia e tanti altri spunti creativi. «La storia scritta nel libretto accompagna il bambino quando si veste e, quindi, quel momento diventa un momento di gioco, divertente: i nostri bambini sono i primi a darci una mano proprio per ideare i racconti e poi progettare e scegliere l’immagine simbolo della storia, da far diventare protagonista sulla maglietta». C’è voluto un anno per arrivare alla prima collezione pronta, tra corsi di cucito – Viola aveva già la passione per ago e filo e ha tirato dentro Camille e Claudia – ricerca delle stoffe, progettazione grafica, realizzazione dei capi fatti e finiti. E i lavori precedenti mollati. «Facciamo tutto insieme, ci consultiamo, c’è una grande unione d’intenti tra noi per continuare su questa strada che ci sta già dando soddisfazioni». Lo rifareste? Risposta corale, che scaccia ogni dubbio a chi ne avesse. «Sì, siamo felici e vogliamo mantenere questo spirito di gioia. Siamo tre mamme, tre donne che lavorano, che si aiutano, che vogliono esprimere loro stesse con questa attività e che vogliono trovare anche un nuovo equilibrio tra vita familiare e professionale».
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