8.12.21

dal dolore e dal lutto rinasce la vita il caso di una vedova del bataclan ed altre storie

Lei è Floriane. Vive a Parigi. Ha 16 anni. Conosce un ragazzo, si chiama Renaud, è bello come il sole. Il primo bacio ha il sapore di zucchero. Floriane e Renaud si prendono per mano, crescono insieme, finita la scuola decidono di sposarsi. È il 2015.
 Manca qualche settimana al matrimonio. Al Bataclan suonano gli Eagles of Death Metal. Floriane e Renaud corrono al concerto. Le prime note sono energia pura. D’improvviso un rumore secco. Attimi di silenzio. Poi il caos. Tutti fuggono, urlano. Floriane intravede degli uomini con i fucili. Il terrore la invade. Non capisce più nulla, si gira, si rigira. Renaud! Dove sei Renaud! Floriane lo cerca disperata, ma è un vortice di corpi, luci, grida. Viene investita da una marea umana, si ritrova in un angolo buio, si acquatta. Le sale il cuore in gola a ogni sparo, il tempo perde consistenza, poi tutto tace. Floriane si alza, il pavimento è ricoperto di qualcosa che la sua testa si rifiuta di registrare. Si trascina verso l’uscita. È pieno di ambulanze e polizia, luci, sirene. Non sa come, a un certo punto si ritrova tra le braccia del padre. Bambina mia, mi dispiace, il tuo Renaud non ce l’ha fatta. Floriane rivede il pavimento. Il dolore le toglie il fiato. Non mangia, non dorme, il ricordo del suo amore lacera le sue povere carni. È il 2017. Floriane è satura, ha bisogno di sfogarsi. Pigia i tasti del computer, affida il suo grido d’aiuto ai social. Qualche giorno dopo riceve un messaggio. Ciao, mi chiamo Johannes, scusa l’intrusione ma le tue parole mi sono risuonate dentro, quella sera anch’io ho perso mia moglie. Si scrivono, all’inizio poche timide frasi. Poi Floriane rompe gli argini, e butta fuori tutto. Rabbia, paura, odio. Tutto il giorno, tutti i giorni. Solo lui può capirla, solo lui conosce quel dolore. Dopo alcuni mesi, decidono di incontrarsi. Un abbraccio, tante lacrime, e un inaspettato bacio dal sapore di zucchero. Oggi Floriane e Johannes sono marito e moglie. Si sono presi per mano e hanno attraversato il dolore. Dal loro amore è nata Berenice. Il suo nome significa vittoria.

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Lui è Kakà. Vive a Porto Alegre, in Brasile. Ha 14 anni. La sua famiglia non ha il becco di un quattrino, Kakà esce da scuola e vende panini agli angoli delle strade. Fa il barista, il fattorino, lo spazzino, trascorre giornate intere davanti all’ufficio di collocamento. Non è schizzinoso, va bene tutto, purché sia un lavoro onesto. Passano gli anni, Kakà porta il suo curriculum ovunque, riceve tante porte sulla faccia, ma non molla. Dorme a casa di amici, a volte per strada, usa i soldi che guadagna per pagarsi gli studi, finché a trent’anni la ruota gira e diventa addirittura assessore comunale. Kakà piange di gioia, finalmente può tirare il fiato. Ma non dimentica. Ogni momento libero lo passa fuori da quel maledetto ufficio di collocamento, offre consigli e un caffè alle persone in coda. È il 2019. Kakà esce dal lavoro, per poco non inciampa in grossi sacchi della spazzatura abbandonati per strada, mezzi aperti. Il marciapiede è ricoperto di cartacce, Kakà le raccoglie una a una. Fa per buttarle, gli cade l’occhio su alcune scritte, resta di sasso. Non è carta straccia, sono dei curricula. Kakà sente un nodo alla gola. Stringe quei fogli tra le mani e torna a casa. Legge ogni singola riga, accarezza le lettere, divora con gli occhi le fotografie. Su una delle pagine è stata aggiunta una scritta a mano. Vi prego assumetemi, ho usato tutto quello che avevo per pagare la copisteria. Kakà batte il pugno sul tavolo. Non è giusto! I giorni successivi li passa a sistemare, aggiustare, riscrivere laddove l’inchiostro è troppo rovinato. A lavoro ultimato, sistema i fogli dentro una cartellina, la infila nello zaino ed esce. Setaccia tutte le aziende che cercano personale, si assicura che quei preziosi documenti arrivino sulla scrivania giusta. Dopo settimane di ricerca, consegna l’ultimo dei sessantadue curricula. Kakà si asciuga le lacrime. Non sa come andrà a finire, ma di una cosa è certo. Dietro ognuno di quei fogli ci sono sacrifici, esperienza, talenti, speranze. Una vita, che va rispettata.

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