Perché mi piaceva #giannirivera? Di Daniela Tuscano

  Beh, innanzi tutto perché mio padre tifava #inter: la rivalità era scontata, anzi doverosa. Poi perché #mazzola mi era antipatico mentre Gianni aveva lo stesso sorriso ironico e rassegnato del mio primo flirt, suo corregionale (lui di #vercelli, Rivera di #alessandria). Terzo perché quando calciava non pareva un calciatore ma un poeta. Gli altri giocatori, anche eccelsi, stavano tutti lì, nel rettangolo verde, al massimo nelle #figurinepanini, rigidi e spesso aggrondati. Rivera - benché talvolta nel nominarlo lo confondessi con #riva - aveva qualcosa di più e di diverso. Una vita sfuggente e sbarazzina - a #sanremo nella mia spiaggia veniva #elisabettaviviani, grande scandalo all'epoca, il #goldenboy allevato dai preti che aveva una figlia da una soubrette... e non intendevano sposarsi! -, non priva di interessi intellettuali, e poi lo sport, certo. Potevi fregartene del calcio - io ero fra quelli - ma non di Rivera, che se avesse studiato forse si sarebbe affermato in campo artistico. Sempre in punta di filo, come un azzurro #rococó, ma dentro, sangue caldo; sangue rosso(nero). Il #milan di Rivera non era americano come quello di #berlusconi: era un Milan di case e #barsport, ma tanta roba, tanta #italia: il Milan di #nereorocco, con la stella e quel nome da dio greco, da polverizzare qualsiasi spacconata a suon di quattrini. Anche tanta #famiglia, sì, pure Rivera ne ha avuta più d'una, ma non ne ha mai disgregato l'idea, tutt'al più ne ha messo in piazza la complessità, senza nascondersi. Oggi compie 80 anni. Non è "vecchio", nel bene e nel male, e meno male.

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