Come un vento leggero che pian piano si fa tempesta ed uragano, così la notizia del possibile trasferimento di Monsignor Bregantini, Vescovo di Locri, ha cominciato a farsi più insistente. Dapprima era un semplice mormorio, una voce che circolava tra la gente comune di Calabria, poi è diventata una notizia sempre più fondata che non ha trovato ne conferma ne smentita nelle parole stesse del Monsignore. Segno che nella Chiesa della realtà calabrese si sta verificando un piccolo terremoto. Un terremoto che sta scuotendo le coscienze di quanti avevano visto in Padre Giancarlo (così ama farsi chiamare) una figura di riferimento, un punto fermo religioso e morale per tutti i calabresi, credenti e non credenti,nella confusione che regna sempre più sovrana. Padre Giancarlo è nato in Trentino, ma ha saputo calarsi in questa realtà al punto da essere considerato più calabrese di noi stessi calabresi. Ha capito che non basta predicare ma per incidere ed essere credibili occorre agire, essere d'esempio. Egli ci ha insegnato, col suo esempio, ad essere fieri della nostra terra, arrivando a definirla in una delle sue tante omelie "terra di giardino, perchè così l'hanno fatta le mani sapienti del Padre, riempiendola di colori e di profumi!". Mi piace riportare ancora un altro brano della sua omelia in occasione dell'omicido Fortugno, che ci fa capire la tempra di quest'uomo:
"Più chiara sia la nostra Parola di preti, più vivo il Vangelo che annunciamo, più profetica la nostra testimonianza di cristiani, più consequenziale in tutta la nostra vita. A tutti i preti e a tutti i cristiani chiedo chiarezza di vita, coraggio anche fino al martirio. Alla bellezza della Domenica, aggiungiamo la coerenza del lunedì!"
Mi auguro che queste parole non vadano perse nel vuoto e che la Chiesa di Roma ci ripensi, aggiungendo "alla bellezza della Domenica la coerenza del Lunedi"
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