Buone Feste
In attesa di postare le ultime tre tavole del Presepe virtuale, desidero raccontarvi una storia vera accadutami nel lontano 1985. Era il mese di agosto, verso la fine, presi il traghetto a Livorno per la Corsica. Eravamo solo quattro vetture a bordo, ormai le code erano finite. I profumi delle erbe selvatiche portati dalla furia del vento maestrale all'uscita delle Bocche di Bonifacio, mi ripagarono della mia repentina decisione. Per quindici giorni girai l'isola in tutte le direzioni senza stancarmi di riempire i polmoni e appagare il mio spirito per tanta naturale bellezza. In pochi chilometri avevi una perfetta alchimia di terra e mare, i calanchi, le montagne a picco sul mare, all'interno il deserto des Agriatos mostrava tutta la sua arida bellezza. Un giorno mi fermai ad ovest dell'isola, il mare era di un colore alabastro e la parete tagliente a picco ti creava un senso di vertigine, i calanchi imponenti ti incutevano rispetto; tenendomi a un ramo mi sporsi per guardare meglio la parete e vidi alcuni rametti di colore rosso, privi di foglie, sembravano dei coralli fuoriusciti dagli abbissi marini; uno era quasi staccato dalla parete, lo raccolsi e lo misi in un cestino che porto sempre con me durante i miei viaggi. Ogni volta che mi addentro nei boschi raccolgo sempre rametti secchi, sassolini, un pugno di terra e sabbia colorata, poi al ritorno conservo tutto in uno scatola con la scritta: "materiale utile per fare il Presepe." Sin da piccola mi piaceva farlo e già in estate, in primavera ed in autunno raccoglievo materiale per eseguirlo in dicembre. La scatola era preziosa conteneva di tutto e da tutti i miei viaggi, anche dal lontano oriente, portavo sempre via qualcosa per ricordare e rivivere nella memoria quei momenti. Non mi piaceva fare il Presepe andando a comprare al negozio, il mio Presepe doveva racchiudere i profumi della natura e parte della mia vita.
In quell'anno lo feci nel casale della antica terra dei Sabini, sul bordo del camino; misi un po' di sassi del piccolo Tibet per fare la grotta, un po' di sabbia rossa del deserto della Giordania, un po' di erbe secche profumate e aggiunsi il rametto rosso della Corsica, cospargendolo con un pizzico di farina, che rappresentava la neve e per sostenerlo lo misi in una bottiglia di yoga con un po' di terra e sassolini. Ricoprii la base con un po' di muschio, dopo di che il mio presepe era bello e mi sentivo soddisfatta. Passarono i giorni ed il grande camino scaldava la stanza. La notte di Natale il piccolo rametto con mio grande stupore ha messo delle gemme e sono spuntate delle foglioline verdi. Mi piace molto questa storia, io la chiamo piccolo miracolo di Natale, il miracolo della vita. Spesso la racconto, aggiugendo che non bisogna mai disperare, anche quando credi che tutto sia finito, la vita può rinascere. Immagine eseguita con ritagli di giornale, composizione e scritto di Franca Bassi
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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