l'ennessima stupidità psicologica e el politicamente scorretto

 ringrazio i  compagnidistrada  www.censurato.splinder.com




LONDRA
«Cenerentola è costretta a lavare e pulire tutto il giorno e Biancaneve offende i suoi amici chiamandoli “nani”». E allora mamma e papà “censurano” le favole. Secondo un sondaggio condotto su 3.000 genitori, un nutrito gruppo di intervistati considera le fiabe politicamente scorrette. «Sono troppo tristi, non le leggiamo più»: così i classici dei fratelli Grimm o di Perrault, finora sempre molto amati, rischiano di sparire dalle camerette dei bambini. “Biancaneve e i sette nani” è una delle storie più contestate. Un genitore su dieci pensa che il titolo della celebre favola, che racconta di una principessa odiata per la sua bellezza dalla malvagia regina e strega Grimilde, non sia politically correct: «Bisogna modificarlo».
Biancaneve e Cenerentola sono comunque in buona compagnia. Anche Raperonzolo è “troppo crudele”. Secondo l’indagine del sito TheBabyWebsite.com, il 66 per cento di mamma e papà crede ancora che la Bella addormentata, Hansel e Gretel, Pinocchio diano ai loro figli dei messaggi di moralità. Ma, purtroppo, molti altri ritengono le fiabe così inappropriate da vietarle prima della buonanotte. Cappuccetto rosso, per esempio, è “spaventosa”. Vedere una dolce bambina alle prese con un lupo cattivo che mangia la nonna, non aiuta i sogni dei più piccoli. Per il 17 per cento bisogna evitare letture di questo tipo per non creare incubi spaventosi.
«Le favole ci portano in un mondo fatato che stimola la nostra fantasia» dice un portavoce del sito TheBabyWebsite.com . «I bambini – aggiunge- amano farsi raccontare storie diverse ed è vergognoso che i genitori di oggi vietino storie che per secoli sono state raccontate ai più piccoli di tutto il mondo». La guerra alle favole è aperta e molti classici vengono rimpiazzati da storielle come Gruffalo o Winnie the Pooh. I genitori in rivolta hanno già pubblicato una lista “che provoca il pianto”. Ai primi posti Hansel e Gretel, Biancaneve, Cenerentola e Cappuccetto rosso.

Commenti

fenicesulmare ha detto…
Mi sembra assurdo .. le favole sono favole, ed il loro messaggio è universale.. da Esopo in poi...

compresi i 7 nanani e cenerentola e il lupo ed i sette capretti... altro che ai bambini universalmente piacciono.

Comunque.

Ed io personalmente le ho lette e le continuo a leggere, e vi assicuro che le edizioni originali sono davvero cruente.

Come la vita.

Che non è mai politically-correct.

criticomistico ha detto…
.. Sulle fiabe ci sarebbe da fare un discorso complesso, evitando "partiti presi" emozionali..

Propongo qui qualche riflessione: trovo ovviamente stupido censurare o proibire le fiabe ai bambini - ma, d'altronde, c'è da dire che molti di noi le hanno conosciute e continuano a conoscerle (salvo un interesse particolare) in versioni che si potrebbero tranquillamente definire edulcorate e censurate, quelle disney o delle edizioni per l'infanzia comunemente in commercio..

Ma c'è anche da dire che la fiaba (come il mito o la leggenda metropolitana) è un tipo di storia duttile, ricomponibile, riadattabile - che muta a seconda delle evoluzioni della cultura popolare (e questo a prescindere che abbia o meno un autore ben preciso, in partenza).

Dunque, è normale, normalissimo che le fiabe si ri-scrivano.

Piuttosto, per me, è interessante notare come, nella nostra società, si formino processi paralleli che sono contraddittori e financo di opposti "estremismi":

Da un lato, la forma-fiaba è apertamente manipolata e spesso resa "adulta" secondo codici squisitamente attuali e post-moderni(in modi diversi e con esiti artistici diversi: c'è la fiaba che ribalta i propri stereotipi (disneyani, cioè relativamente recenti) e ammicca a un sentire "pop" contemporaneo in qualche modo condiviso da adulti e bambini, come nel cartoon "Shrek" e simili; la fiaba ri-scritta in chiave colta, citazionista e palesemente erotica, come nel fumetto "Lost Girls" di Moore&Gebbie; e infine la meta-fiaba che recupera, in senso anti-politically correct, l'amoralità, la "crudeltà" (..e la ruspante umanità!) di molti personaggi di fiabe diverse, riuniti in una sola, gigantesca vicenda ambientata nell'oggi - si tratta di un altro fumetto "non per bambini", "Fables" di Willingham)

Dall'altro lato, sempre più persone, associazioni e quant'altro protestano, in nome di moralismi di ogni genere, vecchi e nuovi, contro le fiabe, in difesa di una presunta innocenza assoluta dei bambini, "senza se e senza ma", che vieta qualsiasi considerazione ulteriore.. Sembra che il semplicismo della diffusa stupidità contemporanea (che riflette le insicurezze e le fobie dei cosiddetti adulti, oltre che la loro ignoranza) sia incompatibile con la complessità fiabesca..

Io penso che bisognerebbe ammettere (però accettando a braccia aperte invece che rifiutare!) il carattere strutturalmente ambiguo, inquietante, sottilmente sovversivo della forma-fiaba, che scatena le fantasie "senza ritegno", non nasconde il male del mondo (ma lo elabora appunto nella fantasia, permettendo di riconoscerlo, di giocarci disinnescandolo etc), e arriva persino a mettere radicalmente in discussione la giustezza del mondo adulto e dei suoi "valori", tramite l'assunzione del punto di vista "straniante" del bambino e della fantasia infantile, con esiti da satira grottesca e umorismo nero (si veda la prima versione di Alice, o diversi punti di Pinocchio).. La fiaba come forma d'arte, e perciò libera e incensurabile..

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