Ulisse Bezzi: il contadino/fotografo Ravennate che a 90 anni conquista New York Da Matteo Rubboli - ott 17, 2015 su http://www.huffingtonpost.com e Miroslav Tichý artista fotografo e vagabondo








Ci sono favole che sembrano fatte apposta per essere lette. O essere scritte. Quella di Ulisse Bezzi è una di queste, e ci riporta in una realtà contadina che non esiste più, quella della Romagna degli anni ’50 e ’60. Il Bezzi (l’articolo determinativo prima del cognome in dialetto è obbligatorio) è un lavoratore agricolo come allora ce n’erano moltissimi, immerso nella nebbiosa campagna di San 
estratto dal video  documentario del 2006 di Alessio Fattori ed Enrico M. Belardi
riportato sotto  a  fine  post
Pietro in Vincoli, un paese fra Ravenna e Forlì dove l’evento più importante è la tombola di fine anno al Bar Sport. Dove lavorare d’estate sotto il sole significa essere costantemente immersi nel sudore, e dove d’inverno la neve colora la sconfinata pianura di un bianco pallido illuminato soltanto dai pochi raggi di sole che riescono a vincere la perenne cortina di nuvole e nebbia. Ma la straordinarietà, a volte, nasce proprio dove gli eventi della vita si ricordano in base ai decenni, tanto sono rari.Il Signor Bezzi ha una passione viscerale per la fotografia, in un periodo in cui per scattare delle foto bisognava comprare i rullini, e per vederle era necessario trasformare casa propria in un laboratorio di stampa. Le macchine fotografiche usate da Ulisse sono una Retinette Kodak 24X36 e una Rolleiflex 6X6, due pezzi che oggi affollano le bacheche degli appassionati di fotografia vintage. Alla fine delle lunghe giornate di lavoro o alla domenica passa parte del suo tempo ad immortalare quella realtà contadina in procinto di sparire, 


 quei volti di persone che ormai non esistono più, quelle rughe di fatica che oggi si vedono (quasi) soltanto sulle facce dei braccianti emigrati in Italia alla ricerca di fortuna. Ulisse documentava la campagna ma anche il porto di Ravenna, e realizza anche splendidi ritratti di vita dei propri conoscenti.





Gli amici lo convincono a spedire le immagini ad importanti rassegne nazionali ed internazionali, come quella di San Paolo nel quale risulta vincitore. Ha una carriera fotografica di un certo livello, ma come la sua ce ne sono molte, le sue fotografie rischiavano di finire dimenticate fra gli oceani del tempo e delle immagini. Poi, qualche settimana fa, alla soglia della rispettabile età di 90 anni, arriva la chiamata di Keith De Lellis, uno dei galleristi più famosi di New York e del mondo. L’imprenditore invita il fotografo/contadino a New York, ma Ulisse declina, pensa forse ad uno scherzo. Allora, con pervicacia, De Lellis si reca personalmente a San Pietro in Vincoli ed esamina le centinaia di scatti realizzati da Bezzi, acquistandone alcuni per una mostra sulle fotografie vintage in corso nella sua galleria in Madison Avenue.

Adesso, raggiunta la vera celebrità, c’è solo da sperare che quelle fotografie, conservate accuratamente in casa, trovino la via per essere ammirate dagli appassionati di tutto il mondo…

Sotto, un documentario del 2006 di Alessio Fattori ed Enrico M. Belardi :



Meglio tardi che mai !!!!!!!  queste  foto sarebbero  rimaste  nascoste     e difficilmente  se  non per    culo .. ehm  .... fortuna    sarebbero state riscoperte o  scoperte  dai più come  https://it.wikipedia.org/wiki/Vivian_Maier  di cui  ho  già  parlato qui    sul blog  da  qualche parte   e  per  cui vi rinvio   per chi volesse  saperne  di più   a  consultare  il link riportato  nelle  righe precedenti 









L'uomo che vedete nella foto in alto è Miroslav Tichý, nato il 20 novembre del 1926 a Kyjov ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Praga. Durante il regime comunista era considerato un dissidente, dopo la fuga dalla polizia cecoslovacca iniziò a vivere come un vagabondo. Fu considerato folle e fino alla sua morte visse una vita di autosufficienza e di libertà dagli standard della società.
Tichý realizzò di nascosto dal 1960 al 1985 migliaia di foto di donne nella sua città natale di Kyjov, Repubblica Ceca, con macchine fotografiche costruite artigianalmente con tubi di cartone, lattine e altri materiali.



La maggior parte dei suoi soggetti non erano a conoscenza di essere fotografatipoiché non si rendevano conto che la parodia della macchina fotografica che portava con se era reale.


Le sue foto in soft-focus e gli scorci fugaci delle donne di Kyjov risultano oblique, macchiate e mal stampate; viziate dai limiti della sua attrezzatura primitiva e una serie di errori in fase di sviluppo deliberate voluti con lo scopo di aggiungere imperfezioni poetiche.
Dei suoi metodi Miroslav Tichý ha detto: "Prima di tutto è necessario avere una macchina fotografica scadente" e "Se vuoi essere famoso, è necessario fare qualcosa peggio di chiunque altro al mondo".
Le sue fotografie rimasero sconosciute fino al 2000, fino quando non venne scoperto da un critico d'arte, Harald Szeemann che gli organizzò una mostra alla Biennale di Arte Contemporanea di Siviglia nel 2004. Miroslav Tichý acquisì grande prestigio e le sue opere furono esposte a Madrid, Palma di Maiorca, Parigi e presso la prestigiosa galleria ICP di New York.
Morì il 12 aprile 2011 a Kyjov, Repubblica ceca.


Su youtube sono presenti due video degni di nota, il primo mostra le foto realizzate da Miroslav Tichý, mentre il secondo è un documentario in cui viene ripreso all'interno della sua abitazione e mentre è all'opera, purtroppo non è in italiano.

Commenti

Post popolari in questo blog

"Meglio in cella che testimone senza scorta" Ex pentito della banda di Is Mirrionis ruba un furgone e si autodenuncia in questura

la canzone preghiera dei cugini di campagna racconta di Jole ed Ettore, i fidanzatini sassaresi lei morì di leucemia, lui si uccise

s-come-selen-sposa-s-come-sara-sex due destini che s'incrociano