Fugge dalla guerra in Ucraina incinta al nono mese: nasce a Rho la piccola Nikole, "germoglio di pace"La giovane donna è riuscita ad arrivare in Italia con l'altra figlia di otto anni mentre il marito è rimasto a combattere. In Lombardia vive sua madre: così appena arrivata è andata in ospedale e ha partorito
di Alessandra Corica
E' riuscita ad arrivare in Italia dopo tre giorni di attesa al confine con la Polonia, al nono mese di gravidanza, soltanto con la sua bambina di 8 anni per mano. Ad accoglierla, a Udine, ha trovato la mamma, che da tempo vive in Lombardia, dove sono andate tutte insieme. Ed è qui che il 28 febbraio in ospedale a Rho, dove dopo ore di travaglio - alle 00.42 dell'1 marzo - ha dato alla luce la sua seconda figlia, Nikole. Che il papà, costretto a rimanere in Ucraina perche obbligato a combattere, ha potuto vedere per la prima volta solo in videochiamata.
Benvenuta Nikole.
All’ospedale di Rho è nata la prima bimba rifugiata ucraina in Italia. La mamma ha fatto il viaggio al nono mese di gravidanza, dalla sua città alla Lombardia, dove già vive la nonna.
Le ho mandato dei fiori da parte di tutti i lombardi.
La giovane donna vive con il compagno e la figlia di 8 anni, a Ternopil. Fino a qualche settimana fa una vita come tante.
Poi il 24 febbraio inizia la guerra, il compagno viene richiamato alle armi e decide subito di far partire moglie e figlia verso il confine della vicina Polonia, per poi cercare di raggiungere la nonna in Italia.
Ci vogliono tre giorni per superare il confine con la Polonia, in un viaggio che normalmente richiederebbe poche ore. Superato il confine riesce ad arrivare in Italia e a congiungersi con la madre.Il 28 febbraio la donna viene ricoverata in travaglio presso l’ospedale di Rho e poco dopo la mezzanotte nasce una bellissima bambina di 3000 gr, il papà le ha viste in videochiamata. Spero che tutta la famiglia si possa presto riunire, a casa, in pace.Nel frattempo, qui loro sono al sicuro.
E' la storia di Maria (nome di fantasia, ndr), una donna ucraina di 31 anni, che viveva con il marito e la figlia maggiore a Ternopil, una cittadina dell'Ucraina che dista appena tre ore dal confine con la Polonia. Una vita ordinaria, come quella di chiunque altro, fino al 24 febbraio scorso, quando a seguito dell'invasione della Russia, il compagno è stato richiamato alle armi: per questo Maria, con lui e la figlia, si sono messi in auto e si sono avviati verso il confine, nella speranza che almeno madre e figlia riuscissero a lasciare il Paese. Alla frontiera, però, hanno trovato 15 chilometri di coda. E il compagno è stato costretto (visto l'obbligo di combattere, che attualmente vige in Ucraina, per gli uomini tra 18 e 60 anni, che per questo non possono espatriare) a restare lì. Maria, allora, si è chiusa in auto con la sua bambina e il suo pancione. Ed è riuscita a passare il confine dopo tre giorni.
Arrivata in Friuli, ha trovato la mamma ad accoglierla. E nel giro di 24 ore ha dato alla luce, nell'ospedale di Rho, la sua Nikole, che pesa 3 chilogrammi e adesso aspetta di poter conoscere di persona anche suo padre, rimasto distante per combattere. "Le ho mandato dei fiori da parte di tutti i lombardi - ha scritto su Facebook il governatore lombardo Attilio Fontana - Spero che tutta la famiglia si possa presto riunire, a casa, in pace. Nel frattempo, qui loro sono al sicuro".
"Un lieto evento, un germoglio di pace, tra le rovine di una guerra sanguinosa - sottolinea sui social la vicepresidente e assessora al Welfare lombardo, Letizia Moratti - La nascita di una bambina, messa alla luce ieri all'ospedale di Rho da una giovane donna profuga ucraina giunta in Lombardia da pochi giorni, è uno straordinario segno di speranza".
Mosca, la repressione non risparmia nessuno: bambini arrestati dopo avere lasciato fiori all'ambasciata ucraina
La denuncia su Facebook della ricercatrice Aleksandra Arkhipova: due mamme e i loro cinque figli fermati dalla poliziaMOSCA - Sono stati tratti in arresto per aver portato dei fiori all'ambasciata ucraina a Mosca. Ekaterina Zavizion e l'amica Olga Alter si erano recate insieme ai figli Sofya e David di 7 anni, Lisa e Gosha di 11 e Matvey di nove, presso l'ambasciata ucraina a Mosca per deporre dei fiori insieme a un poster per la pace disegnato dai bambini. La polizia ha tratto in arresto tutti i bambini e i genitori che hanno dovuto passare la notte in stato di fermo prima di essere liberati. Le immagini sono state riprese all'interno del cellulare della polizia penitenziaria da una delle mamme. La bambina chiede con la voce rotta dal pianto: "Quando andremo via da qui, perché stai la seduta? Quando ti libereranno?", "Non vogliono che le persone si radunino e dicano che sono contro la guerra", risponde preoccupato il genitoreLa repressione in Russia non risparmia neppure i bambini. Due mamme e i loro cinque figli di età tra i 7 e gli 11 anni sono stati fermati ieri dopo aver deposto fiori presso l’ambasciata ucraina a Mosca. La polizia ha arrestato tutti, compresi i bambini.
“Erano andati a deporre dei fiori davanti all’ambasciata ucraina. I bambini avevano disegnato un poster. Sono stati tutti stati arrestati dalla polizia, prima sono stati tenuti dentro a un van della polizia, poi sono stati portati al dipartimento di polizia di Presnenskoe. I telefoni dei genitori sono stati sequestrati, non si riesce più a comunicare. I genitori hanno ricevuto urla e minacce che sarebbero stati privati della patria potestà”, ha denunciato la ricercatrice Aleksandra Arkhipova su Facebook.
Le mamme, Ekaterina Zavizion e Olga Alter, insieme ai figli Lisa e Sofia Gladkova, 11 e 7 anni, e a Gosha, Matvej e David Petrov, 11, 9 e 7 anni, sono stati rilasciati solo dopo la mezzanotte dopo l'arrivo dell'avvocato.Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio, nonostante la durissima repressione, si stanno svolgendo azioni quotidiane di protesta. Secondo l’ong Ovd-Info, sono già state arrestate 6.817 persone in tutto il Paese, 303 in 31 città solo nella giornata di ieri.
Usyk, nella foto il terzo da sinistra |
Crisi Ucraina-Russia, Usyk: "Lottare contro Putin per la libertà viene prima del mondiale di boxe"nella foto il terzo da sinistra
Il campione dei pesi massimi è tornato da Londra, dove stava promuovendo il match di rivincita con Joshua, a Kiev per arruolarsi: "Il mio paese e il mio onore sono più importanti di qualsiasi titolo"
Era a Londra, Oleksandr Usyk, quando al Russia ha invaso la sua Ucraina. In quella stessa Londra dove dieci anni fa, da dilettante, aveva vinto l'oro olimpico battendo in finale Clemente Russo aprendosi la strada per una straordinaria carriera da professionista. Era a Londra per una serie di appuntamenti per il lancio della rivincita mondiale con Anthony Joshua, il britannico da lui battuto allo stadio del Tottenham per il titolo mondiale dei pesi massimi. Una rivincita stellare, con una montagna di quattrini in ballo, ma Usyk non ci ha pensato due volte ed è tornato in patria: "Sono qui per fare il mio dovere di ucraino. La mia carriera viene dopo. Ora devo lottare contro Putin per la libertà del mio paese", racconta dai dintorni di Kiev, dove si è arruolato in un gruppo per la Difesa Territoriale della capitale. Parla alla Cnn, e con un fucile in mano, le voci dei tre figli in sottofondo. Per arrivare a Kiev ha preso un aereo fino a Varsavia, poi ha guidato per 500 km. Vestito di nero e attorniato da commilitoni armati di tutto punto, ha dichiarato: "Il mio paese e il mio onore sono più importanti di qualsiasi titolo di campione e ora sono pronto a combattere. Se vogliono prendersi la mia vita e quella di coloro che mi sono cari, devo regolarmi di conseguenza. Non vorrei sparare e uccidere qualcuno, ma se loro vogliono ammazzarmi allora cercherò di uccidere io loro".
La boxe mi ha aiutato a restare calmo, mentalmente preparato
E quando si affronta il tema della paura: "La mia anima appartiene al Signore, ma il mio corpo e il mio onore appartengono al mio paese, e alla mia famiglia. Non ho paura, il pugilato mi ha insegnato a non averne, a rimanere calmo e ad essere sempre mentalmente preparato. Per questo cerco anche di calmare gli altri. Però mi chiedo come sia possibile tutto ciò nel ventunesimo secolo". "Le bombe? Le sento cadere - dice ancora -, perché i russi proprio non scherzano. A un mio amico un razzo ha fatto crollare il tetto di casa. Ci difenderemo. Credo che in Russia la gente non abbia l'esatta percezione di cosa stia succedendo qui: sono vittime del loro presidente".
Arruolato anche Lomachenko
Anche l'altro fuoriclasse del pugilato, Vasyl Lomachenko, è tornato in Ucraina dalla Grecia, dove si trovava in un monastero ortodosso, e ora fa parte del battaglione di difesa territoriale Belgorod-Dnestrovsky: "Lomachenko è addestrato, armato ed è uno di noi", ha scritto il sindaco della città, Vitaliy Grazhdan.
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