13.12.04

Senza titolo 464

 "Acqua che non si aspetta, altro che benedetta"


Dopo una settimana di pioggie torrenziali si profila un miglioramento del tempo nei prossimi giorni. Ma l'acqua continua a scorrere nel Nuorese, lasciando alle sue spalle una scia di distruzione e morte. Nel mentre è già cominciato il tempo dei bilanci per ciò che è accaduto negli ultimi giorni in Sardegna. Un bilancio oltremodo difficile. Piove sul bagnato dice un detto. Il territorio, da anni governato in contumacia, è in ginocchio. Sarà difficile ricostruire, ma non impossibile, anche se probabilmente i 10 milioni di euro stanziati dal governo non saranno sufficienti per fronteggiare i danni. D'altra parte, sarà necessario comprendere le cause dell'accaduto. La magistratura ha già aperto un'inchiesta per disastro colposo, la quale si profila lunga e non priva di polemiche. Bisognerà accertare la relazione tra il disastro e lo stato di alterazione dei suoli. Quali sono le colpe umane per ciò che è avvenuto?


I responsabili della Protezione Civile hanno dichiarato che l'evento poteva dirsi possibile, ma non prevedibile. Un colpo al cerchio ed uno alla botte, moda tristemente diffusa. Inoltre, ho letto che sempre la Protezione Civile ha dichiarato che indipendentemente dallo stato di alterazione dei suoli non si sarebbe comunque potuto far nulla. Sarà, ma intanto manca la controprova, mentre sono sotto gli occhi di tutti le devastazioni avvenute in quei territori ad opera dell'uomo, dalla distruzione dei boschi, alle alterazioni e deviazioni dei letti dei torrenti. Ho un grande rispetto per il lavoro che la Protezione Civile sta realizzando in questi giorni, ma forse sarebbe meglio essere più cauti con certe frasi.


Francamente non sono molto convinto che manchi del tutto una relazione tra i danni causati dalla natura e le alterazioni compiute dall'uomo. Vedremo. Spero solo che la cosa non debba ripetersi ancora, dato che si sta scoprendo che le zone a rischio sono molto più numerose di quanto generalmente si creda, dalla Gallura al Campidano.


Nel mentre al danno si aggiunge la beffa. Le zone colpite dalle inondazioni sono senz'acqua e i soccorsi cercano di aiutare i paesi in difficoltà con rifornimenti. L'acqua, quindi, diviene un doppio problema. Si è parlato a lungo negli anni scorsi di siccità e desertificazione. In realtà ho sorprendentemente appreso ad un convegno sull'ambiente, che le pioggie hanno un andamento ciclico nell'isola ed il problema dell'acqua non è irrisolvibile. Questo risulta legato fondamentalmente ai problemi di raccolta e distribuzione, i quali per l'obsolescenza delle strutture determinano un fenomeno altissimo di dispersione idrica (mediamente il 40% dell'acqua raccolta si disperde, con punte anche maggiori), con tutto ciò ne consegue in termini di danni per l'agricoltura e disagi per le popolazioni locali e il turismo.


L'ambiente come risorsa è il tema che deve entrare prepotentemente nell'agenda politica. Credo che adesso ci siano le condizioni per farlo. Stava già avvenendo. Spero solo che il dibattito continui tenendo conto che è necessario attuare un reale sviluppo sostenibile che si basi su un principio saggio quanto antico, riconducibile a un detto degli indiani d'America che pressapoco recita così: "il mondo nel quale viviamo non l’abbiamo avuto in eredità dai nostri padri, l’abbiamo avuto in prestito dai nostri figli."



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