MARCELLO DELL’UTRI E LE BUONE MANIERE
di Piero Ricca
10/12/2004, pomeriggio.
Alle 11 di questa mattina si apriva presso i padiglioni della Fiera di Milano la prima edizione del Salone del Libro Usato, organizzato dal senatore Marcello Dell’Utri.
Ci sono anch’io in compagnia del mio amico Paolo [...]
Si parla di giornalismo culturale, la famosa Terza Pagina.
Daverio si scaglia contro il trash.Dell’Utri gli dice "Bravo!".
[...]
Avvicino Philippe. "Professore mi è piaciuto il suo richiamo alla funzione intellettuale. Ma non le sembra un po’ strano riscuotere il consenso di uno come Dell’Utri?".
"Beh, bisogna distinguere... Io poi sono uno che parla con tutti".
"Fa bene, non discuto. Ma dei paletti etici bisogna pur metterli. Esiste cultura senza etica? E non le sembra che l’apparato Mediaset-Forza Italia, macchina di affari consenso censura e impunità, c’entri qualcosa con la compressione del pensiero critico?".
"Io distinguerei etica e morale. Io sono per il rischio e per l’errore".
"Sa che quel signore andava a cena con la Famiglia Bontade?".
"Davvero?".
Dopo cinque minuti ritorna il gruppone con in mezzo Dell’Utri.
"Philippe, mica mi stai rubando i libri?", il Senatore sfotte il Professore.
Mi si avvicina a trenta centimetri lanciandomi un’occhiata di sbieco.
A questo punto non posso più tacere. Riprendo le distanze e chiedo, con tono garbato ma fermo:
"Senatore, mi scusi: mi può togliere una curiosità intellettuale?" .
"Prego mi dica" .
"Ho letto che lei avrebbe affermato una volta che la mafia da quel che le risulta nemmeno esiste. Conferma o smentisce?".
"Io non l'ho mai detto. Lei queste cose le legge su giornali che raccontano solo menzogne".
"D'accordo, ma secondo lei la mafia esiste o no?".
"Ma perchè mi fa questa domanda?" .
"Vorrei che lei ora smentisse quella affermazione che reputa falsa. La mafia esiste o no?".
"Ma questa è una domanda del cazzo, la vada a fare a sua sorella!".
"Non ho sorelle, grazie. Mi può dire almeno se è d'accordo con l'on. Miccichè il quale ha detto che i romanzi di Andrea Camilleri rovinano l'immagine della Sicilia perchè parlano di mafia".
"Io di Camilleri ho letto solo un libro, "La concessione del telefono". Ma anche questa cosa non è vera. L'avrà letta sui soliti giornali".
La scorta dà segni di impazienza. Chiedo a uno dei vigilantes: "Vuole la mia carta di identità?". Non risponde, ma mi guarda con disprezzo.
"Mi permetta di insistere. Vorrei che Lei, Senatore, mi dicesse se la Mafia di cui tanto si parla esiste o è un'invenzione dei romanzieri".
"Ma va' a cagare!". Letterale.
"Senatore, si risponde così a un cittadino che la interpella su un grave problema del Paese?
"Vada a cagare!".
"Auguri per il processo!".
Interviene Paolo: "Impari l’educazione! La prossima volta facciamo un bel convegno sulla Famiglia Bontade".
"Come ha detto?".
"Sì con la Famiglia Bontade! Ha perso la memoria?".
Il Senatore non risponde più. E si intruppa nel gruppone.
Ma alcuni guardiani rimangono: "Ora andatevene, smettetela di insultare il senatore!".
Ne segue un surreale parapiglia con vari interlocutori. In molti sono convinti che io abbia aggredito e insultato il Senatore della Repubblica Marcello Dell'Utri, che mi ha appena mandato "a cagare" per avergli fatto una domanda sull’esistenza della mafia.
Altri smentiscono indignati.
Nel Salone tutti tendono le orecchie.
L'organizzatrice chiama la vigilanza. "Basta! mandateli fuori, son venuti qui a far casino! Mi stanno rovinando sette mesi di lavoro!".
A questo punto urliamo brevemente le nostre ragioni e poi ce ne andiamo.
"Paolo non stiamo sognando, mi ha mandato a cagare quando gli ho chiesto se la mafia esiste o no, confermi?".
"Mi sa proprio di sì".
Fonte: www.wema.it
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