6.12.07

Senza titolo 2358

Dopo una serie di incubi  sono riesco a parlare  di un film  a noleggio preso per  il  fine settimana  e  visto domenica  .
Domenica  non avendo voglia di studiare   il paragrafo   parole semplici e parole  complesse  per  l'esame di  glottologia  , mi sono messo  a vedere   " La  masseria delle Allodole "  dei fratelli Taviani



Se  avete dopo la  scena  ancora un po' dio coraggio e lo stomaco forte   ci sarebbe quest'altro video  oppure quest'altro video tinyurl.com/2jqfym  del film con drammaticità in misura riodotta rispetto al precedente che è una risposta a questa dichiarazione di viltà politica di bush e degli Usa su tale genocidio 
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Esso è  un film  stupendo , un intensa  storia  d'amore  e  famigliare  . Un film che descrive senza pregiudizi  io  genogidio   del popolo armeno  . Infatti    gli autori   : << (....) Genocidio
Per noi il termine esatto è genocidio, anche se devono essere gli storici a stabilirlo. Ammettiamo la nostra ignoranza, all'inizio neanche noi sapevamo molto del genocidio della minoranza armena avvenuto in Turchia nel secolo scorso, almeno fino al momento in cui non abbiamo deciso di fare questo film. Parliamo dell'uccisione di due milioni di persone. È una parte della storia recente che non trova molto spazio nei libri di scuola e di cui si possiede pochissimo materiale fotografico. Noi parliamo di una tragedia e con il nostro film non vogliamo formulare nessuna tesi. Nei Balcani, in Ruanda, nel Sudan si sono verificati drammi analoghi. Noi conviviamo con l'orrore e abbiamo finito per farci l'abitudine. Il terrore può verificarsi sempre e dovunque, perché tacere allora la tragedia armena? La masseria delle allodole non è un film contro la Turchia o contro i turchi. Sono sicuro che tra qualche anno il film verrà proiettato nelle loro scuole. Nel nostro film c'è spazio anche per la speranza: Nazim, il mendicante, da delatore diventa personaggio salvifico e il soldato turco, interpretato da Moritz Bleibtreu e innamorato della fanciulla armena, è lo stesso che al processo testimonierà le brutture commesse dai soldati turchi. Mi piaceva l'idea che un film drammatico si concludesse con la parola amore. Trasposizioni e testimonianze Il nostro film è liberamente tratto dal romanzo omonimo di Antonia Arslan, successivamente abbiamo studiato su testi di storia, abbiamo letto il libro di Marcello Flores, "Il genocidio degli armeni" e ci siamo recati nella capitale armena, Erevan, dove abbiamo parlato con parecchie famiglie. Ma nonostante gli studi, non ne sapremo mai abbastanza, siamo ignoranti ed è ignorante la cultura europea e internazionale sulla tragedia che ha colpito il popolo armeno nel 1915. La Arslan nel suo libro racconta le vicissitudini di una famiglia italiana, parla di casa nostra e da casa nostra parte alla volta della Turchia. Come abbiamo sempre fatto, da Tolstoj a Pirandello, ringraziamo gli autori per l'ispirazione ma poi diciamo "ciao" e prendiamo la nostra strada. Partiamo sempre da un personaggio che come il film corre verso l'inevitabile. 
da www.mymovies.it/cinemanews/2007/1977/  >>
Ecco perchè   non sono d'accordo che la  turchia entri  nella Cee . ciò non vuole dire  che io sia   slle stesse posizioni dela  Lega  o Di An  , ma  anche se noi Europei non possiamo  dare  lezioni  di diritti umani   visto che a  parole  siamo contro il regime  della  Birmania  ma  poi  continuiamo a  farci affare  come  dice  la  ML disarmo di peacelink 


26/09/2007 23:29
rossana@comodinoposta.org
disarmo-request@peacelink.it
Le imprese Ue riforniscono l'esercito birmano attraverso l'India

bene. Dopo la notizia di sei monaci morti, i paesi democratici compreso il nostro, chiedono l'intervento dell'ONU
Soldati birmani contro i monaci: vittime  dal corriere   della sera  (  tinyurl.com/2h43ep )

Cominciamo a raccontarla tutta, allora.

DIRITTI:
Le imprese Ue riforniscono l'esercito birmano attraverso l'India David Cronin


BRUXELLES, 1 agosto 2007 (IPS) - Per quasi 20 anni, l'Unione europea ha vietato la vendita di armi alla Birmania per protestare contro la brutale dittatura militare nel paese. Secondo gli attivisti per i diritti umani, questo embargo rischia di risolversi in un nulla di fatto, dato che le imprese di diversi paesi dell'Unione europea sono coinvolte nella costruzione di elicotteri militari destinati alla Birmania.
Dalla fine dello scorso anno, l'India sta negoziando con la giunta di Rangoon, per la vendita di una partita di moderni elicotteri leggeri.
Gli elicotteri sono stati costruiti dalla Hindustan Aeronautics Ltd (HAL), insieme all'impresa tedesca Eurocopter Deutschland. Tra i componenti ci sono razzi, armi da fuoco e motori provenienti dalla Francia; lanciarazzi dal Belgio; sistemi di freni dall'Italia; serbatoi di carburante e trasmissioni dalla Gran Bretagna, e dispositivi di autodifesa dalla Svezia.
La vendita di questi elicotteri sembra infrangere l'embargo Ue sulla vendita d'armi alla Birmania. Questa misura legalmente vincolante si applica ai trasferimenti sia diretti che indiretti, e comprende sia sistemi di armi completi che componenti.
Il divieto venne introdotto per la prima volta nel 1988, l'anno in cui l'esecuzione di alcuni studenti che manifestavano in Birmania suscitò un forte clamore internazionale.
Fu poi rafforzato nel 1996, nell'ambito di una 'posizione comune' dell'Unione europea, ancora rinnovata nel 2002 e lo scorso anno. I governi dell'Unione hanno formalmente espresso il loro disappunto per le continue violazioni dei diritti umani e la mancanza di progressi nel trasformare la Birmania in una democrazia, rinnovando la loro posizione.
Hanno criticato in particolare i lunghi anni di prigionia di Aung Saan Suu Kyi, arrestata dopo che il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, aveva ottenuto la maggioranza alle elezioni generali del 1990, un risultato poi annullato dalla giunta militare.
Secondo Mark Farmaner, della Campagna britannica per la Birmania, è sconcertante che l'embargo sulle armi sia sotto minaccia, quando sembrava essere una delle poche sanzioni imposte dall'Unione contro Rangoon rimasta ancora in piedi.
"Era l'unico aspetto della posizione comune europea che pensavamo fosse stato effettivamente attuato', ha detto all'IPS. "C'è un divieto sui visti, ma i generali possono ancora viaggiare. E c'è un divieto sugli investimenti, che non ferma gli investimenti. Se adesso scopriamo che il divieto sulle armi non verrà attuato, allora potremmo anche fare i bagagli e tornare a casa".
L'India è attualmente il quarto maggiore partner commerciale della Birmania. I governi di Nuova Delhi e di Rangoon hanno fissato l'obiettivo di raggiungere un volume di scambi del valore di 1 miliardo di dollari tra i due paesi nel 2006-07.
La crescente collaborazione militare tra i due paesi è stata accelerata sia per le affermazioni dell'India su alcuni gruppi di ribelli birmani che starebbero operando nell'India nord-orientale, sia per le preoccupazioni sulle attività commerciali della Cina in espansione nel Sud-est asiatico.
Le Nazioni Unite hanno raccolto diverse prove secondo cui gli abusi dei diritti umani, come la tortura, le esecuzioni sommarie e il reclutamento di bambini soldato, sarebbero pratiche sistematiche in Birmania. A febbraio, l'inviato speciale dell'Onu Paulo Sérgio Pinheiro ha riferito che in Birmania più di un milione di persone sarebbero state sfollate tra il 1996 e il 2006. Il funzionario ha calcolato che durante quel periodo si sarebbero verificati oltre 3.000 episodi di distruzione, abbandono o ricollocazione di villaggi nella regione.
Farmaner ha esortato i governi Ue ad opporsi con più forza agli abusi dei diritti umani in Birmania, in particolare facendo pressione sul governo indiano perché metta fine alla sua collaborazione con Rangoon. "Questo deve essere fatto ai più alti livelli", ha spiegato. "Non è una cosa che può essere lasciata in mano a dei giovani funzionari pubblici".
Saferworld, un gruppo di consulenza sulla risoluzione dei conflitti, ha pubblicato un rapporto all'inizio di luglio sulle vendite di armi alla Birmania.
Nel documento si sottolinea che non esiste nessun sistema di controllo esteso all'intera Unione europea per monitorare l'applicazione dell'embargo Ue. Alcuni governi sono riusciti in qualche modo ad aggirare i divieti, aggiunge il dossier; come per esempio la Francia, secondo la quale i motori costruiti dall'impresa francese Turbomeca per gli elicotteri indiani sarebbero dispositivi civili e non militari.
Saferworld ricorda poi che gli Stati Ue sarebbero obbligati ad assicurare che i componenti costruiti dalle imprese sul territorio nazionale non vengano venduti ad un altro paese per poi essere ri-esportati verso un regime con precedenti di repressione.
Roy Isbiter, attivista di Saferworld, ha osservato che l'embargo "afferma esplicitamente che non deve essere fornita nessuna attrezzatura militare, sia direttamente sia indirettamente, che potrebbe essere usata nel Myanmar", nome ufficiale della Birmania.
"Che senso ha avere un embargo sulle armi se poi non viene applicato", ha chiesto.
Secondo Helen Hughes, di Amnesty International, gli Stati Ue dovrebbero verificare con maggiore efficacia la destinazione finale dei componenti militari costruiti dalle imprese occidentali. "Altrimenti, questi paesi potrebbero ritrovarsi indirettamente coinvolti nel sostenere un regime brutale che loro stessi hanno condannato, e le cui violazioni rappresentano veri e propri crimini contro l'umanità", ha aggiunto.
Harn Yawnghwe, direttore dell'Ufficio Euro-Birmania a Bruxelles, sostiene che l'Ue dovrebbe cercare di persuadere l'India, la Cina e l'Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) ad adottare una posizione comune nell'opporsi agli abusi dei diritti umani in Birmania.
"Senza un consenso e una cooperazione internazionale, l'esercito birmano continuerà ad approfittare delle differenze mettendo un paese contro l'altro", ha detto all'IPS.
"La vendita di armi al regime militare in Birmania è inaccettabile, poiché contribuisce al protrarsi delle sofferenze del popolo birmano. Ci auguriamo che l'Ue incoraggerà l'India ad unirsi agli altri paesi vicini e alla comunità internazionale, per lavorare all costruzione di una democrazia inclusiva in Birmania".
"Vorremo vedere l'Ue usare i propri mezzi per convincere il governo indiano che la sua campagna per supportare i generali birmani vendendo armi e collaborando nelle operazioni militari non porterà nessun beneficio". (FINE/2007)
http://www.ipsnotizie.it/nota.php?idnews=974


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IO sono chi  non rispetta   i diritti dele minoranze  come nel caso di  un altro genocidio   o repressione   come  quella dei Curdi 

per  chi volesse  approfondire  gli argomenti  trattati   eccovi alcuni siti 

Genocidio Armeno 


Curdi







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Meloni e company facessero leggi più serie anzichè Vietare le parole «handicappato» e «diversamente abile» nei documenti ufficiali. un linguaggio più inclusivo non si fa per via legislativa

  se invece  di  fare  una legge  per una   cosa di poco conto   visto che  la  sostanza  non cambia   facessero leggi  o  almeno modificase...