La ragazza del video studia in un istituto tecnico. Vede ritornare indietro la scena sul suo telefonino. È uno scambio virale. A scuola tutti commentano. Fino a quando un professore - anche lui testimone della forsennata condivisione - convince la vittima ad andare alla polizia. Ieri mattina, la denuncia ha sortito i primi effetti: tre ragazzi e una ragazza, fra i 20 e i 22 anni, sono stati iscritti nel registro degli indagati per divulgazione di materiale pedopornografico. Sono figli di famiglie normalissime. Si dice sempre così, ma è proprio vero. Studenti. Belle case. Incensurati.
Le perquisizioni sono scattate alle sette di mattina. I genitori, lette le carte, li hanno difesi a spada tratta. Un padre è arrivato a dire: «Se quella è un tr..., che c’entra mio figlio?». Questo hanno sentito con le loro orecchie gli agenti mentre sequestravano telefonini e computer. (... )
Mi chiedo chi è più incosciente se queste nuove generazioni che
( .... sempre da dagospia )
C’è tanta nuova ancorché assurda normalità nella storia dell’adolescente torinese filmata e rilanciata da migliaia di telefonini mentre fa sesso con un «trombamico» nei bagni di una discoteca. Se a fine millennio (non scriverei «ai miei tempi» nemmeno sotto tortura) non era poi così strano avvilupparsi tra adolescenti negli anfratti di un locale, oggi è possibile allestire accoppiamenti acrobatici persino nei gabinetti della scuola. Se una volta era normale, anche se sgradevole, vantarsene con gli amici, adesso è diventato normale per entrambi i sessi vantarsene con il mondo intero, tramite un video o una foto.
Basta
leggere quanto la ragazzina scrive su Ask.fm, discettando di
«trombamici», letti sfondati ed eccitazioni assortite per capire che
siamo di fronte a una normalità parallela, in cui il sito youporn mette a
disposizione di chiunque centinaia di migliaia di video senza alcun
senso del proibito. Una realtà banale come il male. Se gli adulti la
giudicassero, si potrebbero soltanto scandalizzare. E quei ragazzi li
guarderebbero come noi guardavamo le nostre nonne quando si
scandalizzavano per chi non arrivava vergine al matrimonio.
Quella
dei «trombamici» che usano la bomba atomica dei telefonini con la
stessa inconsapevolezza con cui noi brandivamo la fionda dei bigliettini
anonimi rappresenta per molti adolescenti (non per tutti, ovviamente)
la nuova normalità. Per la nostra generazione certi video incarnano la
gogna eterna, per la loro una modalità di espressione che utilizzano fin
da bambini. Riconoscerlo non è una resa, ma il punto di partenza di
un’impresa ai limiti dell’eroico. Comunicare. (....)
o i genitori degli indagati che vista la loro reazione : << Se
quella è un tr..., che c’entra mio figlio? » o non capisco un cippa di internet o non sanno educare i figli al rispetto e alla legalità con l loro permissivismo assoluto anzi dissoluto
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