Ripeteteli, non stancatevi, anche se vi sembrano un po' difficili. Ripetete questi nomi: suor Annselna, suor Margarita, suor Reginette, suor Judith. Ripeteteli, imparateli, senza dimenticare le apposizioni (suore, erano suore) né i luoghi d'origine: India, Ruanda, Kenya. Ripeteteli, imparateli, non stancatevi. Perché queste quattro religiose, uccise da uomini armati nella casa di cura mentre servivano la colazione agli anziani, nel martoriato Yemen, l'8 marzo lo meritano tutto.
Ripeteteli, non stancatevi. E non stancatevi nemmeno delle loro fotografie. Sono poche e bellissime. Frontali come icone. Sguardi limpidi, che trasmettono fiducia. Queste quattro figlie di Madre Teresa erano contemplative nell'azione. Presenti dove nessuno andava. Il loro occhio penetrava ciò che la telecamera passava e via.
Donne assolute. Donne di fatto. Consacrate perché donne. Non avevano bisogno di richieste né di suppliche. Già stavano lì. Prevenivano. Non temevano di scendere, dantescamente, umanamente, sulle vite. Su tutte le vite. Su tutto ciò che noi distratti non consideriamo più vita.
Non servivano, amavano. S'intendevano senza parole. Ma voi, noi, siamo a uno stadio molto più basso. Ripetiamone i nomi, che le racchiudono. Ripetiamo quel "suore", che dà loro una solenne, antica consanguineità. Asia, Africa. Quaggiù solo miti, forse esorcismi. Per loro la culla. Ne sono state la tomba.
Sui giornali poche righe. La penna brucia di fronte a quei veli, a quella umanità così totale, così, ecco, cristiana. Cristiana nella scaturigine. Martiri dell'indifferenza, le ha definite il Papa. Ma l'indifferenza non è stata forse preceduta dal rinnegamento, dall'imbarazzo? Da una voluta perdita di significato, da una disforia dell'esistere? Suor Annselna, suor Margarita, suor Reginette, suor Judith: il vostro sacrificio ha dimostrato che i veli autentici li abbiamo noi. I vostri liberano, i nostri occludono. E si vaga a mezz'aria, in un rantolo d'anima. Ripetiamo, oggi, i vostri nomi. Certo siete già qui, ci vivete accanto. Ma i veli dei nostri occhi sono troppo spessi. E, al contempo, nudi. Madri, sorelle, amiche, asiatiche, africane. Donne! Accoglieteci, pur se indegni, nel vostro splendido, unico abbraccio marginale.
© Daniela Tuscano
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