26.8.17

Da 'Cosa pensano le ragazze' a 'Lievito Madre': a Venezia il docufilm che racconta le madri del Novecento


uciana Castellina: «Il matrimonio? È il cappello con la piuma che indossai il giorno delle nozze, un’unione che cercai perché volevo avere figli». Natalia Aspesi: «Mi sveglio la mattina e sono calma, serena. So di non avere un futuro, ma ho un presente». Adele Cambria: «No, non avrei mai rinunciato a essere intelligente». Piera Degli Esposti: «Avrei voluto che il sogno rimanesse alla porta». Sincere, allegramente appassionate e serenamente consapevoli, le ragazze del secolo scorso si raccontano in Lievito madre, documentario di Concita De Gregorio ed Esmeralda Calabria che nasce da una costola del progetto Cosa pensano le ragazze, quattro anni di interviste a donne di ogni età pubblicate su Repubblica.it. «L’idea è di risalire alla sorgente dei giorni presenti» spiega De Gregorio, «il racconto di speranze, desideri, paure e dell’idea di futuro delle donne italiane, quando il futuro si è compiuto e sono i loro volti a dirci com’è andata».
 



Il film sarà proiettato sabato 2 settembre alla 74ª Mostra del cinema di Venezia. A fondersi con i racconti delle quindici intervistate su temi pubblici e privati (il lavoro, la politica, il sesso, la solitudine, la presa di coscienza) ci sono i filmini di famiglia, un’Italia che scorre dagli anni Venti ai Novanta, ragazzine a giocare in spiaggia in costume, piccole spose nel giorno della comunione, in braccio alle mamme in giardino, riflessioni ingenue sul futuro. Su vite che sarebbero poi state molto diverse l’una dall’altra. Per dire: Benedetta Barzini modella, Emma Bonino politica, Lea Vergine critica d’arte, Dacia Maraini scrittrice, Giulia Maria Crespi imprenditrice, Esterina Respizzi mondina, Giovanna Tedde contadina.

«Ho avuto molte volte la tentazione di tagliarmi le tette per non farmi riconoscere» racconta Luciana Castellina, «avrei voluto mettere in clandestinità il mio essere donna per non avere imbarazzi, problemi…Ci ho messo molto a capire che il problema non era somigliare agli uomini ma far valere la differenza». Giovanna Marini e l’incontro con le femministe: «Mi chiamarono a Bologna. Sono andata, ho cantato le mie ballate, ma loro trovavano che non erano scritte con lingua femminile… Ho detto: io sono un uomo in realtà, avevo i coglioni e me li hanno tagliati. Mi sembrava molto spiritoso ma a loro non piacque per niente».

E ancora. Nada e il rapporto con il corpo: «Mi piaccio, anche perché in fondo non mi sono mai piaciuta, nel senso che non mi sono mai sentita bella, ma nemmeno brutta. La mia sensazione è di non sentirmi e quindi sto bene, sono libera». La regista Cecilia Mangini e il primo amore: «Avevo 7 anni ed ero innamora del Corsaro nero, per me esisteva veramente. Avevo una tendenza a non tenere conto della realtà che poi mi ha accompagnato per sempre». Inge Feltrinelli e l’adorato figlio Carlo: «Non sono stata una buona madre, ma sono stata una donna divertente».

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