L'artista Irene Pigozzi non è nuova " agli scandali " e alle provocazioni ( ovviamente non volgari ) artistiche ecco lla sua precedente provocazione
ecco una delle foto in questione
Ora vedendo questa foto sono della stessa considerazione espressa in merigto al fato prima citato da
[.....] Opere semplici, delicate e innocue. Che ritraggono coppie gay nel giorno del loro matrimonio. Due uomini, due donne. Vestiti, vicini, romantici.
Ora io non mi vergogno per la pochezza altrui. Semplicemente la pochezza altrui mi rende furiosa, perché la censura di un'artista dovrebbe far ribollire il sangue, perché spegnere la voce di un'artista significa impedire il contagio della crescita, della bellezza, del pensiero libero. In una città normale, ci si radunerebbe tutti sotto la questura a chiedere che quel progetto sia di nuovo messo a disposizione di tutti. In una città normale, si dedicherebbe spazio a Egle Picozzi e agli artisti tutti.
Mi piacerebbe che Oristano venisse nominata da GianLuca Nicoletti della Stampa per altri edificanti motivi e non per questa squallida censura omofoba di qualche misero mentecatto e dei suoi seguaci puritani. A cui dedico tutto il mio disprezzo. Col mio nome cognome e la mia faccia.
Chissà perché questi stronzi il nome e il cognome non ce lo mettono mai.
e soprattutto come dimostrano alcuni commenti all'articolo dell'unione sarda ( vedere le righe successive ) ) presenti sulla pagina fb del quotidiano . dimostrano come affermo nel titolo come il descrivere la realtà crei ancora scandalo
e soprattutto come dimostrano alcuni commenti all'articolo dell'unione sarda ( vedere le righe successive ) ) presenti sulla pagina fb del quotidiano . dimostrano come affermo nel titolo come il descrivere la realtà crei ancora scandalo
dopo questa premesssa vediamo , alla emìn essima chiusura mentale , anche se qualcosa ( e ci voleva una lettera al papa 😐😔😓 ) pare si stia muovendo . vi terrrò informati
Per ora gli è stato negato ( e qui la decisione di rivolgersi al Santo Padre ) dalla Commissione d'arte sacra della Diocesi di Oristano, nonostante l'assoluto lirismo e la forte sacralità, forse perché ritenuto "osceno"? ... L'artista scrive a Papa Francesco che, nella Cappella Sistina, non nel Duomo di Oristano, così si rivolse alle mamme e ai loro bambini: “Quando un bambino piange perché ha fame, alle mamme dico: se il tuo bambino ha fame, dagli da magiare anche qui,
con tutta libertà”.
L'Unione Sarda.it » Cultura » Allattamento, no all'opera che ritrae in chiesa una mamma col bebè
CULTURA » SAN VERO MILIS
Allattamento, no all'opera che ritrae in chiesa una mamma col bebè
Oggi alle 10:06
Egle Picozzi con alcune opere
Papa Francesco lo aveva detto durante un'omelia: «Quando un bambino piange perché ha fame, le mamme possono pure allattarlo in Chiesa». E l'artista Egle Picozzi prende spunto per un progetto che cullava da tempo: fotografare una donna che allatta in una chiesa della città. Un modo per rendere omaggio e al tempo stesso attualizzare la Madonna del latte , opera consacrata nell'arte con tanti dipinti. Ma per ora è stato possibile realizzare solo un fotomontaggio. La Chiesa sembrava aver negato l'autorizzazione, ma l'artista trentasettenne non si è persa d'animo e ha scritto una lettera a Papa Francesco . E adesso si apre uno spiraglio anche da parte dell'arcivescovo Ignazio Sanna.
IL PROGETTO - "Volevo realizzare un omaggio alla Madonna del latte, rendendo questa icona contemporanea e legata ad un concetto molto alto di libertà - spiega Egle Picozzi - e così ho pensato di ritrarre una donna che allatta in chiesa, il luogo ideale per rappresentare una Madonna del latte: è come riportarla al suo luogo originario".
LE RICHIESTE - L'artista si è rivolta a vari parroci, ma ognuno rimandava all'autorizzazione dell'arcivescovo. "Ho inviato una richiesta all'arcivescovo Sanna - racconta - ma la mia proposta non è stata accolta". E così l'artista decide di rivolgersi direttamente al Santo Padre, spiegando le sue intenzioni in una lettera: "Sono sempre stata affascinata da un tema ricorrente nella storia dell'arte con la Madonna che allatta, un'opera dal carattere intimo e materno che esprime la natura umana e divina insita in Cristo". Egle Picozzi ribadisce che si tratta di uno scatto naturale senza alcuna volgarità che ritrae "un gesto dolce e delicato che da sempre caratterizza la vita". In attesa di un segnale dal Vaticano, l'artista ha realizzato un fotomontaggio esposto in pinacoteca nell'ambito della mostra "The Brig", in occasione del festival Dromos.
Il fotomontaggio con la rivisitazione in chiave moderna della Madonna del latte
L'ARCIVESCOVO - L'arcivescovo Ignazio Sanna intanto chiarisce che è necessario coinvolgere la Commissione diocesana per valutare il progetto. "Forse la fotografa ha interpretato la mia risposta come una negazione dell'autorizzazione, per me personalmente non c'è nessun problema se si volesse realizzare questo progetto". Ma serve appunto il parere della commissione diocesana. Anche don Ignazio Serra, parroco di San Vero Milis, sarebbe felice di accogliere un progetto simile. "Se l'arcivescovo lo autorizza, sono d'accordo - spiega - la nostra Madonna di Spagna è una Madonna del latte. Il gesto dell'allattamento è un gesto d'amore". Anche l'insegnante di storia dell'arte Maria Antonietta Motzo ricorda che il tema della Madonna del latte è frequente nella storia dell'arte: "Ne abbiamo tante testimonianze nell'arte spagnola ma anche in quella italiana - osserva - se il progetto vuole far riflettere e lanciare un messaggio sul ritorno alla naturalità ben venga. Del resto il ruolo dell'arte è anche quello di lanciare provocazioni".
e qui sotto tratto da
il testo della sua bellissima lettera al pontefice
LA LETTERA DI EGLE PICOZZI A PAPA FRANCESCO
diAmbrogio Lorenzetti, Madonna del Latte, 1324-25, |
Egle Picozzi, Madonna del latte, 2017 buil suo per ora fotomontaggio |
Alla Cortese Attenzione Siena, Palazzo Arcivescovile
Sua Santità Francesco
Mi rivolgo a Sua Santità, speranzosa che la mia richiesta venga accolta e valutata positivamente.
Mi chiamo Egle Picozzi, sono una fotografa e sto attualmente lavorando ad un progetto artistico sulla libertà di espressione.
In questo caso, mi rivolgo a Sua Santità, dopo aver tentato di fare richiesta analoga già ai parroci e all’Arcivescovo della mia città, Mons. Ignazio Sanna, ma mi è stata negata la possibilità, con la seguente affermazione:
“La sua proposta non può essere accolta, perché non c’è possibilità di armonica integrazione con l’esistente.”
Mi spiego, l’argomento di mio interesse è l’allattamento materno, esattamente come la storia dell’arte ci insegna, con le sue numerose Madonne del latte.
Sono affascinata dalle raffigurazioni artistiche che parecchi artisti, nel corso dei secoli, hanno dedicato alla Madonna che allatta, opera dal carattere intimo e materno che vuole esprimere la natura umana insita in Cristo assieme a quella Divina, che nel tempo è diventata simbolo di sollievo alle sofferenze delle anime del Purgatorio.
Il mio intento è quello di omaggiare questa importante icona, rendendola contemporanea e legata ad un concetto molto alto di libertà, ritraendo una mamma che allatta il proprio bambino.
Prendendo appunto esempio dalle parole di Sua Santità:
“Quando un bambino piange perché ha fame, donne allattate pure in Chiesa.”
A questo proposito, chiedo il permesso e la possibilità, per questo mio scatto del tutto naturale, privo di volgarità e caratterizzato dall’eleganza del gesto materno, di poter utilizzare come ambientazione l’interno di una chiesa della mia città.
D’altronde non sto violando nessuna legge e nemmeno suscitando atti osceni, si tratta di un gesto dolce e delicato, che da sempre caratterizza il Creato e la stessa Vita.
Il fine di questo lavoro fotografico, è quello di inserirlo all’interno di un contenitore di informazione, sia per quanto riguarda la rappresentazione storica della Madonna del Latte, sconosciuta a molti, sia dal punto di vista contemporaneo della possibilità/libertà di un gesto del tutto amorevole verso il proprio figlio, pubblicandolo nel mio portfolio fotografico.Con la speranza di essere riuscita a spiegare chiaramente il mio intento,non posso che augurarmi in una risposta positiva.
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione e mi scuso se Le ho recato disturbo
Con ogni migliore augurio a Sua Santità.
Un saluto affettuoso,Cordialmente Egle Picozzi
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