15.9.21

la mia estate e d il mio autunno letterario

Immagginandomi come uno scolaro     che  ritorna    dopo l'estate a scuola   e deve  fare  un  reso conto che  cosa    ha  fatto   durante  l'estate  riporto qui  cosa   ho fatto  quest'estate .  Un estate passata  come potete   vedere  sul  blog  e  su  facebook  oltre  che  1) raccontare  ( in realtà riportavo articoli  di giornali   e di siti   con  qualche  mio  commento ) le  olimpiadi e  le  paraolimpiadi  , 2)  polemizzare   con  no vax e  i no green pass   ne   trovate  anche   nei recenti post   sulla mia  bacheca    gli strascichi   3)  a  prendere  cantonate  vedi il  caso Tortu   3) ad  accompagnare    i  parenti e  gli amici   continentali  sul limbara  ( una  foto   a destra  le  alttre le trovate    sulla  mia  bacheca  di facebook  )  ho letto   molto . Ho letto due   graphoic novel   :   di  Andrea Ferraris il  cui primo : Una zanzara nell’orecchio -Storia di Sarvari traformato in un intervista-  recensione all'autrore che trovate qui e qui  un altra  mai recensione
e la  lingua  del diavolo  


Descrizione

Sciacca, Sicilia, 1831. I fratelli Salvatore e Vincenzo, rimasti orfani, campano di pesca e lavoretti, quando improvvisamente un vulcano riprende l'attività e in pochi giorni il materiale eruttato forma una piccola isola. Salvatore è il primo a salirci sopra, convinto, così facendo, di diventarne di diritto il proprietario. Dovrà invece battersi con inglesi, francesi e infine spagnoli. Saranno infatti i Borboni gli ultimi a intervenire nella contesa, nominando Salvatore governatore dell'isola per conto di Ferdinando II. L'isola, però, non riuscirà a resistere alla forza del mare e pochi giorni dopo si inabisserà. Insieme alla roccia colano a picco le speranze di riscatto sociale accarezzate da Salvatore. Persi la ragazza e il fratello, che non gli perdonerà di essersi "venduto" ai Borboni, a Salvatore non rimane che il titolo di Governatore con cui lo salutano, schernendolo, i paesani.

Ed  la  triologia   Vasco -Dylan Dog    con doppia copertina 



   ogni   numero   aveva  : copertina   con  vasco  rossi   come prima  e   non    come  seconda  , contesto  delle  canzonoi  raccontato da  Vasco  , intervista  a  vasco  ,  esperienze  dell 'autore dela storia   suìcon vasco rossi  , testodelle  canzoni  )  coincidenza  strana  ,  essa    ha  fatto d'apripista  al suo nuovo a lavoro   uscito  qualche   giorno   fa   non erano male   erano  molto belle  . soprattutto  l'ultima   .  Infatti    erano anni   che non leggevo un dylan dog  così angoscioso  . marchette a parte , è uno dei più  belli di questa trilogia.   sembra che abbiano trovato la strada che avevano smarrito da tempo e stua risalendo la china .   finalmente  un numero che non si legge 5/10 minuti  . e che dopo averlo.letto ti viene voglia di rileggerlo da capo per  osservare i disegni .  voto 7

Ho letto  poi  il belllissimo    e promettente     esordio  La rinnegata", l'esordio di Valeria Usala  (  mia  foto sotto al centro comprese le  altre  due  ) 


un romanzo ben scritto , coraggioso , veloce ed asciutto .  senza enfasi senza aggiunte inutili . cronaca ed oralità  si fondano insieme  con la memoria .   un giorno del giudizio in chiave  femmile . vede la Sardegna da fuori ma senza perdere le proprie radici   andando oltre i confini regionali .dettagli nel  passato dinamiche nel presente . rende attuale il passato . N
ostante  del prologo   ti  anuncia  già cosa accadrà alla protagonista  . ma  gli si  può perdonare  visto  che essa  è un esordiente   ed  un autrice  promettete   con la  speranza  che   non diventi    una  scrittrice  con lo stampino    cioè scriva    le  sue opere  successive  uguali  alle precedenti  .   Comunque    ha  mantenuto     sia   quanto  hja  promesso nel  prologo che non   vi  metto   per  non spoillerare  troppo   sia quanto   ha  riportato sulla      quarta di copertina    ( foto sotto ) .
Infatti :  << (....) Siamo davanti a un esordio narrativo sorprendente, che bilancia con grande consapevolezza il bisogno di rispettare la storia che la nonna dell'autrice le ha raccontato e al tempo stesso di avvincere il lettore in una narrazione serrata. Se leggete La rinnegata sarà il sentimento di ingiustizia a possedervi più volte, ma c'è anche speranza in questa storia amara di emarginazione.
La protagonista Teresa ha sempre saputo di doversi guadagnare ogni singolo momento della propria vita: da orfana, ha faticato per riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena e poi per costruirsi insieme al marito Bruno una famiglia, una casa, ma anche un emporio fiorente e la più recente osteria, che gestisce lei stessa, nonostante debba anche accudire i loro tre figli. Dunque, che cos'ha da riproverarsi? Nulla, se non la sua bellezza, che - per quanto mai esibita - non fa che attirare gli sguardi e le parole degli uomini e le malelingue delle loro mogli, gelose. C'è chi come Carlo, minatore che spesso si ferma a mangiare all'osteria, avanza complimenti e proposte apertamente.


 Che cosa può fare Teresa, quando dovrà prendere decisioni da sola? In paese tutti guardano con sospetto la sua indipendenza, che è qualcosa di inaccettabile, eppure Teresa porta avanti con grande dignità e senso dell'onore una battaglia per la legittimità della propria autonomia.(.... da https://www.criticaletteraria.org/2021/04/valeria-usala-la-rinnegata-garzanti.html)

Per  concludere    ho  sul  comodino     in corso di lettura  

  1) 

Quando diciamo: «Prima gli italiani!» cosa intendiamo? Chi ha la cittadinanza italiana o chi in Italia ci abita? Chi parla italiano? Chi ha genitori italiani o chi in Italia ci è nato? E non è la prima volta che ci poniamo questa domanda: ha cominciato Dante con la ‘serva Italia’; poi d’Azeglio con gli ‘italiani da fare’; e ancora, i ‘santi, poeti e navigatori’; gli ‘italiani nuovi’ fascisti o ‘gli italiani brava gente’. Urliamo questo slogan in un paese dai confini incerti, diviso tra nord e sud, est e ovest, città e campagna. Un paese che ha faticato a parlare la stessa lingua, che racconta a sé stesso una storia composta di micromemorie di parte. Un paese in cui i momenti più divisivi della vita pubblica sono proprio le feste nazionali. Ora questa identità frammentata è messa ulteriormente sotto stress dalle generazioni di ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori ‘forestieri’. E negli stadi, con la realtà attorno a smentire l’ennesimo precario schema identitario, si grida: «Non ci sono negri italiani».



2)  

  il terzo  volume   ,  per  sbaglio  ho preso ,  durante  il  festival  di martis  , visto  che  la  raccolta     
completa  costava  troppo per  le mie tasche     ( eh si  amo  in un periodo  di magra   ) 50 € 
 a  caso per risparmiare    fra i libri  sfusi  e  singoli uno   deilla triologia   per   farnmelo    firmare  dall'autore      







3)

  di  Ferruccio Pinotti  Giornalista
Ferruccio Pinotti (Padova 1959), giornali­sta, attualmente è caposervizio Interni al “Corriere della Sera”. Ha collaborato con “la Repubblica”, “Il Sole 24 Ore”, “L’Espresso”, “Il Mondo”, “MicroMega”, “International Herald Tribune – Italy Daily”, “Cnn Finan­cial News”.È autore di molte inchieste sull’Italia con­temporanea. Tra le altre: Poteri forti (Rizzoli 2005), Opus Dei segreta (Rizzoli 2006), Fratelli d’Italia (Rizzoli 2007), Olocausto bianco (Riz­zoli 2008), La società del sapere (Rizzoli 2008), Colletti sporchi (con Luca Tescaroli, Rizzoli 2008), L’unto del Signore (con Udo Gümpel, Rizzoli 2009), La lobby di Dio (Chiarelettere 2010), Non voglio il silenzio (con Patrick Fogli, Piemme 2011), Wojtyla segreto (con Giacomo Galeazzi, Chiarelettere 2011), Vaticano mas­sone (con Giacomo Galeazzi, Piemme 2013), I panni sporchi della sinistra (con Stefano San­tachiara, Chiarelettere 2013). Molti dei suoi libri sono stati pubblicati all’estero.È consulente della Commissione antimafia.


     4) 


5) 

 con questo è tutto  

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