IL PAESE DOVE CI SI DIMETTE PER LE OPINIONI MA NON PER MOLESTIE SUL LAVORO


Il Fatto Quotidiano    23 Oct 2023  SILVIA TRUZZI

DIARIO DEL PORNO.


Il caso Giambruno non ha solo risvolti personali e pubblici per la presidente del Consiglio (che ha mostrato un coraggio e una risolutezza encomiabili) e non ha solo risvolti politici (i rapporti tra l’azienda dei Berlusconi, il partito dei Berlusconi e le altre forze di maggioranza). Ci sono questioni giuridiche ed etiche: i fuorionda di Andrea Giambruno svelano un contesto di lavoro agghiacciante, profondamente sessista e lesivo della dignità delle lavoratrici. In più occasioni e con diverse persone il conduttore de “Il diario del giorno” si lascia andare a gesti e frasi che non sono “spiacevoli”, sono inaccettabili e sono molestie. “Posso toccarmi il pacco mentre vi parlo?”, domanda mentre si dà una scrollatina. “Sai che io e XXX (il nome è stato volutamente censurato da “Striscia la notizia”, ndr) abbiamo una tresca? Lo sa tutta Mediaset, adesso lo sai anche tu... Però stiamo cercando una terza partecipante, facciamo le threesome. Anche le foursome con XXX, che generalmente va a Madrid a ciulare”. E ancora quando l’ex compagno della premier, tra il serio e il faceto, dice a una collega “se vuoi far parte del nostro gruppo di lavoro devi dare qualcosa in cambio”, lei risponde “la mia competenza”. Ma lui imperterrito: “Ti piacerebbe? C’è un test attitudinale. Si scopa”. Venerdì Mediaset ha fatto sapere che Giambruno si era autosospeso dalla conduzione per una settimana. I siti hanno scritto che i legali di Cologno Monzese erano al lavoro per verificare possibili violazioni del codice etico aziendale a cui potrebbe seguire una lettera di contestazione e il coinvolgimento degli organi sindacali. In un Paese in cui si chiedono le dimissioni di chiunque per le opinioni espresse e in cui il diritto del lavoro conta sempre meno, chiedere il licenziamento di qualcuno è un’azione che consideriamo spregevole. Però i fatti sono gravi e non si può pensare che questo disgustoso spettacolo finisca con una letterina di richiamo. Che esempio dà Piersilvio Berlusconi? Qual è il messaggio alla società, che si può ricattare le donne? Va a finire che Moni Ovadia si dimette dal Teatro di Ferrara per aver detto che Israele ha fatto marcire la situazione palestinese, e uno che molesta le colleghe abusando della sua posizione se la cava con una tirata d’orecchie.

PERTINI VIA. A Lucca la minoranza di centrosinistra ha presentato una mozione per intitolare una strada all’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini. Peccato non ci abbiano pensato quando
governavano, certo, ma la notizia è un’altra: la maggioranza di destra ha detto no (“l’amministrazione ha fissato una road map che contiene priorità differenti”, ha spiegato in aula un consigliere di Forza Italia). Il sindaco Mario Pardini, che ha come assessore un ex leader locale di Casa Pound, ha poi spiegato di non aver nulla - bontà sua - contro Pertini: si tratta di una questione di metodo, pare, c’è una commissione toponomastica e l’intitolazione delle vie deve passare di lì. E dire che nel suo (splendido) discorso d’insediamento (8 luglio del 1978) Pertini aveva chiarito: “Da oggi cesserò di essere uomo di parte. Intendo essere solo il presidente di tutti gli italiani, fratello a tutti nell'amore di patria e nell'aspirazione costante alla libertà e alla giustizia. Viva l’italia!”. Non abbastanza patriottico?


PROMOSSI FALLO NERO.

Accade in Veneto che Fabio Barbisan - imprenditore agricolo, consigliere regionale della Lega – si trovi ospite di una trasmissione in una tv locale. Interrogato sulla complessa questione dei migranti che scappano da guerre e fame, ha definito i migranti belli pasciuti, “più sgionfi de mi” (‘più gonfi di me’, ndr). Sostiene il Barbisan che “clandestini, migranti sono portatori di morte e di droga”. E poi, rivolto a una collega del Pd: “I ragazzotti neri, bisogna dirghe di colore adesso, alle donne forse piacciono perché hanno un’altra dote sotto”. Dopo la polemica, le immancabili scuse: “Sono profondamente rammaricato. Quelle parole non rappresentano i miei valori”. La Lega lo ha (sacrosantamente) espulso: c’è chi ha una dote in più sotto e chi una in meno sopra. Per una volta bisogna promuovere la Lega.

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