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La bufala dell'Ici è incostituzionale. Lo dice l'esperto di Tremonti
di red

 «Abolirò l'Ici entro i primi tre consigli dei ministri», ribadisce Berlusconi. Ma è impossibile.

L’arrampicata sugli specchi del ministro Giulio Tremonti per tentate di dare una possibilità alla promessa di Berlusconi sull’abolizione dell’Ici frana in serata ad opera di un so stretto collaboratore. Tremonti aveva detto in mattinata, che abolire la tassa comunale sugli immobili sarebbe potuto diventare anche possibile attraverso un patto con gli enti locali per raggiungere comunque il riassesto dei conti pubblici. Come? Tremonti aveva fatto riferimento alla figura della “tassa di scopo”, una particolare forma di imposizione fiscale legata però alla realizzazione di un’opera o un progetto. E già, dunque, questa sua trovata aveva il tentennamento vertiginoso dell’improbabile. I comuni infatti utilizzano i proventi dell’Ici – essenzialmente quella sulle prime case, visto che oltretutto quella sugli immobili commerciali religiosi è stata abolita – per rimpinguare i magri bilanci e finanziare le spese sociali: asili, servizi domiciliari, assistenza sociale e cose simili. Un’ordinaria amministrazione che è assai difficile far passare con la “tassa di scopo”. In serata poi arriva il baratro: l’abolizione dell’Ici è incostituzionale e lo è proprio in base alla Devolution, la riforma tanto bramata dagli alleati leghisti della Lega. Non solo. A certificarne l’incostituzionalità è anche uno stretto collaboratore dello stesso ministro.


A dire che l’abolizione dell'Ici sulla prima casa con la copertura preannunciata dalla Cdl «sarebbe incostituzionale» e comunque non sarebbe coerente col federalismo fiscale, sono infatti Vincenzo Cerulli Irelli, costituzionalista di fama, ordinario di diritto amministrativo alla facoltà di giurisprudenza “La sapienza”, e di Giuseppe Vitaletti, presidente dell'Alta commissione per il federalismo fiscale, voluta dal ministro Temonti. Cerulli Irelli spiega all’agenzia Radiocor che «l'articolo 119 della Costituzione secondo il nuovo testo stabilisce che Comuni, Province e Regioni sono titolari di tributi propri, e l'Ici è un tributo proprio del comune per legge. Sostituirlo con trasferimenti dello Stato – continua Cerulli Irelli - sarebbe fuori dalla costituzione che non li prevede più». «Lo Stato non può più agire d'imperio – dice Vitaletti - ma al limite comprimere l'Ici per la prima casa in un quadro di federalismo fiscale concertato coi comuni».Per cerulli irelli «l'unica possibilità per cancellare l'Ici sarebbe sostituirla con un'altra imposta. Altrimenti non v'è dubbio- conclude l’esperto - che arriverà una valanga di ricorsi alla Corte costituzionale».


Conti pubblici in profondo rosso




fonte www.unita.it


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